Dal «processo» di Sofia una conferma Celenk era in Bulgaria insieme con Agca di Tito Sansa

Dal «processo» di Sofia una conferma Celenk era in Bulgaria insieme con Agca Scontata conferenza stampa per affermare l'estraneità dei servizi segreti nell'attentato al Papa ——— Dal «processo» di Sofia una conferma Celenk era in Bulgaria insieme con Agca DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SOFIA — Tre ; fatti nuovi sono emersi dalla' conferenza stampa convocata dalle autorità bulgare per discolpare 1 diplomatici di Sofia a Roma dall'accusa di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato contro Papa Giovanni Paolo II: 1) Bekir Celenk, 11 ricco ed equivoco mercante ed armatore turco Indicato dal killer Ali Agca come mandante dell'assassinio fallito, si trovava effettivamente a Sofia tra 11 10 e Ù 15 luglio 1980, cioè nei giorni indicati da Agca; 2) 11 giutìice istruttore Ilario Martella è stato Invitato ufficialmente dal procuratore generale bulgaro a veni re quaggiù per interrogare 1 cittadini bulgari indiziati; 3) la signora Rossitza Antonova, che ier l'altro aveva ottenuto dall'ambasciata italiana il visto per sé. per 11 figlio e per 11 padre per visitare in carcere il marito Ivanov Antonov detenuto a Roma, si rifiuta di andare in Italia perchè teme per la propria sicurezza personale. Le tre novità, le uniche scaturite da una estenuante conferenza stampa di quasi quat tro ore svoltasi In una babele di lingue (bulgaro, turco, italiano), sono venute fuori lentamente, con colpi di scena, alcuni studiati, altri sfuggiti alla magistrale coreografia organizzata dal bulgari. E' stato un autentico processo questa conferenza stampa convocata dalla propaganda di Sofia per controbattere alle accuse della magistratura Italiana contro tre cittadini bulgari coinvolti nell'attentato al Papa. «Imputati» a piede Ubero i due funzionari dell'ambasciata di Sofia a Roma, il maggiore Kolev Vassiljev e il funzionario Theodor AJvazov.che sedevano in un banco insieme con la signora Rossitza Antonova e — di fronte a loro —, fiancheggiato da due robustissimi poliziotti in uniforme, 11 ricco mercante Bekir Celenk accusato da Agca di averlo indotto ad assassinare 11 Pontefice In cambio di tre milioni di marchi (un miliardo e mezzo di lire) durante un incontro proprio qui a Sofia nell'albergo di lusso Vltosha. Da presidente, nella sala delle conferenze del Park Hotel Moskva, fungeva Bojan Trajkov. nella duplice veste di direttore dell'agenzia ufficiale di notizie Bta e di funzionario del partito comunista. Sotto la sua regia, la conferenza avrebbe dovuto essere un gioco di domande e di risposte, ma si è trasformata In una udienza di tribunale quando 11 compatto gruppo di giornalisti italiani ha assunto il ruolo della pubblica accusa, «tempestando» di domande insidiose e concrete, contestando dati e fatti e chiedendo spiegazioni e giustificazioni. E* stata una conferenza unica nella storia di un Paese del blocco comunista, di tipo americano, nella quale, contrariamente alla prassi vigente nell'Europa Orientale, le domande addomesticate dei giornalisti ossequienti sono state travolte e superate non soltanto foneticamente ma anche nella sostanza da quelle della stampa Italiana. Visibilmente emozionati, i due funzionari dell'ambasciata di Bulgaria a Roma, maggiore Vassiljev e funzionario Ajvazov, si sono difesi dicendo di essere vittime delle denigrazioni di Ali Agca, che non hanno mal conosciuto. La loro tesi, che è quella ufficiale del governo, è quella del complotto internazionale per diffamare il governo e il popolo bulgaro; che ad Agca sono state fornite ad arte da chissà chi informazioni calunniose nei confronti della Bulgaria; che tali informazioni sono state prese per buone dalla magistratura italiana e diffuse poi «ad arte» dalla stampa del nostro Paese. •Si è voluto distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica occidentale dai problemi dell'inflazione e della disoccupazione, far dimenticare loro i missili Cruise e Pershing e far leva sulle emozioni di milioni di cattolici di tutto il mondo con grandi titoli sul Papa sulle prime pagine dei giornali», ha detto Trajkov, accennando alla Cia e a Reagan. Oli «imputati» Vasslllev e Ayvezov hanno avuto gioco facile a dire di essere vittime innocenti di una congiura, di avere sempre rispettato le leggi italiane e di essere disposti in qualsiasi momento a farsi interrogare dal giudice Martella, ma non nel nostro Paese, perché dopo l'arresto di Antonov «non si fidano». In quanto al giudice Martella, i bulgari ritengono che anche Tito Sansa (Continua a pagina 2 In terza colonna)