Dalla Chiesa, non si riparte da zero «I catanesi rimangono nell'inchiesta» di Francesco Santini

Dalla Chiesa, non si riparte da zero «I catanesi rimangono nell'inchiesta» Vertice dei magistrati dopo la scarcerazione dell'uomo indicato come killer Dalla Chiesa, non si riparte da zero «I catanesi rimangono nell'inchiesta» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — Vertice a Palazzo di Giustizia per l'assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Un vertice In tono minore, un po' grigio e malinconico. Il procuratore capo Pajno difende il suo 'ufficio e gli ordini di cattura dei suoi sostituti. «Anche il Tribunale della libertà — dice l'alto magistrato — aveva confermato i nostri provvedimenti. Abbiamo formalizzato l'inchiesta il 15 ottobre: più rapidi di cosi non potevamo essere*. All'indomani della scarcerazione del presunto killer di Dalla Chiesa, 1 magistrati di Palermo tornano a rivedere l'indagine mentre Giuseppe Splnoni, 11 «superteste» di Bergamo, continua a raccontare le sue verità. Adesso ne ha cinque o sei. Nell'ufficio di Pajno c'è il giudice istruttore Giuseppe Falcone. La presenza del magistrato offre al procuratore capo l'opportunità di dire: 'Tra la Procura e l'ufficio del giudice istruttore non c 'è alcuna frattura». Secondo Pajno, chi parla di frattura, di scollamento, di malinteso tra 1 magistrati, •offre un vantaggio pericoloso agli avversari». Gli avversari non hanno volto ma, si intende, sono la mafia e quanti hanno deciso la strage di via Isidoro Carini dove con Dalla Chiesa sono caduti sua moglie, Emmanuela Setti Carrara, e l'autista Russo. Fino ad oggi il vero avversario è stato il «superteste» Splnoni. L'altra sera, quando è stato interrogato, ha ammesso di non essere stato a Palermo la sera del 3 settembre, ma, come dice 11 sostituto procuratore Signorino: «Lo sbracamento vero e proprio ancora Spinoni non lo ha fatto». Cioè? « Voglio dire che ancora non ci ha raccontato il perché della falsa testimonianza, non ci ha detto da chi è pilotato e perché». Pajno ascolta il suo sostituto con affetto. Signorino è un magistrato d'esperienza. E' stato tratto in inganno -ma l'indagine sul catanesè Santapaola e sui siracusani resta in piedi». Chi ha sbagliato? Pajno riflette. Poi al cronisti risponde: «Per capire cfti ha sbagliato veramente è necessario risalire alle fonti». Non accusa 1 carabinieri di Bergamo in modo diretto, ma è chiaro che il «superteste» è stato confezionato nelle caserme dell'Arma. Il dott. Pa¬ jno andrà fino in fondo. Dello stesso avviso è il giudice istruttore. B sostituto procuratore Ayala, che ha perso il sonno da quando ha capito che Giuseppe Splnoni mentiva, adesso sembra più tranquillo. Ayala è entrato nell'inchiesta quando il processo Dalla Chiesa era già stato spedito al giudice Istruttore. «Mi hanno inseri to—dice — quando Spinoni aveva già dato le sue versioni. Sono stato chiamato perché mi ero occupato della strage della circonvallazione di Catania doveperse la vita il boss Ferlito, il nemica di Santapaola». Ayala è convinto che il «superteste» di Bergamo non fosse il cardine dell'Inchiesta. -Quindi — dice con Signorino — l'accusa resta fondata per i siracusani e i catanesi». -Perù ci ha fatto perdere tempo», ribatte Signorino che ricostruisce le fasi più emozionanti del riconoscimento fotografico, quando 8plnoni Indicò Santapaola. •Il "superteste" — dice 11 magistrato — ci aveva indicato con grande precisione modalità e luogo dell'agguato. Era arrivato a dire: "Stavo lì, poco prima della mesta pianga, quando ho udito la prima raffica di mitra. MI sono voltato e ho visto una Bmw affiancare la AU2"». B magistrato si domanda: «Ma chi può capere che a Palermo c'è proprio una mezza'pianga che è il largo Sturzo? E la prima raffica che blocca l'autista?». Splnoni, a Comun Nuovo, è conosciuto come 11 «contaballe». I carabinieri del Nucleo lo avevano tra i loro confidenti ma, per spedire un profilo sul personaggio al giudice istruttore Falcone di Palermo, hanno impiegato quattro settimane. In più, dovevano sapere che in carcere aveva tentato il suicidio. -Adesso gli faremo una bella perizia psichiatrica — dice Signorino —, Vedremo un po' che cosa succede». Falcone è di poche parole. Chi è Spinoni, per chi lavora? -Io ho una mia ipotesi — risponde il magistrato —, ma certo non la vengo a dire in questo momento. Posso confermare che Spinoni non è un uomo mandato dalla mafia, non è partito dalla Sicilia». Il «superteste» viene dal Nord, è 11 che adesso si sta indagando per capire perché. Francesco Santini