Begin abilissimo e applaudito chiude il Congresso sionista di Giorgio Romano

Begin abilissimo e applaudito chiude il Congresso sionista Dopo il voto contrario alla politica degli insediamenti Begin abilissimo e applaudito chiude il Congresso sionista Il primo ministro si mostra ottimista sulla pace con il Libano e sul ritiro delle truppe «Israele non vuole neppure un pollice di terra libanese» - Ma ribadisce la sua opposizione al compromesso territoriale - Appello a Andropov per gli ebrei russi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Con il discorso del primo ministro, si è concluso ieri il 30° Congresso sionistico mondiale che ha visto, più del solito, forti divergenze politiche e ideologiche fra i rappresentanti di tanti Paesi. I contrasti sono spesso degenerati in vere battaglie, i delegati sono venuti alle mani. Il Likud, il partito al governo in Israele, ha subito una sconfitta sulla risoluzione del Pronte soclalista-Afapam, che raccomanda il compromesso territoriale .per preservare il carattere ebraico dello Stato d'Israele., e su un altro documento del partito Tami, che chiede'di dare la priorità ai problemi sociali piuttosto che agli insediamenti in Cisgiordania. Le due risoluzioni (appoggiate anche dalla Federazione sei ardita mondiale e dalla Confederazione dei sionisti generali, oltre che dai rispettivi promotori) hanno ottenuto la maggioranza; ma, andando contro la Carta del Congresso, il presidente dell'Organizzazione sionista. Arie Dulzin, ha chiesto un nuovo voto per l'abbandono dei progetti di risoluzione, che sono stati dichiarati nulli e non validi e non sono stati adottati ufficialmente. In questo clima si situa il discorso del primo ministro Begin il quale, con grande abiliti, è riuscito a ottenere gli applausi dei delegati, pur sostenendo le tesi contrarie a quel- le che l partecipanti avevano votato il giorno precedente. Il capo del governo israeliano ha dichiarato che tutte le previsioni demografiche relative ai territori occupati si sono rivelate false, ma non ha approfondito il discusso argomento. Passando al Libano, Begin ha detto che vi sono motivi i quali fanno sperare che il ritiro delle forse straniere — israeliane e siriane — dal Paese dei cedri avverrà simultaneamente, dopo la partenea dei «terroristi. dell'Olp. E ha aggiunto: «Israele è un elemento estraneo nel Ubano e non ambisce neppure a un pollice del suo territorio, nel quale è dovuto entrare per difendere la Galilea minacciata dal terrorismo proveniente da quel Paese.. A questo punto, 11 premier ha aperto le cateratte della sua eloquenza per sottolineare i vantaggi ottenuti dalla campagna «Pace in Galilea., sorvolando sul danni, le perdite e le conseguenze internazionali. Quindi il primo ministro (che ha accuratamente evitato di attaccare la politica degli Stati Uniti, forse in considerazione del gran numero di delegati provenienti dagli Usa) ha criticato «coloro i quali sostengono che è possibile rinunciare ai diritti del popolo ebraico su Erez Israel, anche parzialmente, per ottenere la pace. Se una forza straniera ottenesse il controllo delle montagne che sovraistano la vallata del Giordano, la vita in Israele diventerebbe un inferno. Il nostro diritto sulla terra d'Israele storica è legato da un vincolo inalienabile alla sicurezza nazionale.. I delegati hanno salutato, con un'ovazione il presidente, del Consiglio dopo questo discòrso patriottico ed emotivo. Begin non ha analizzato le considerazioni fatte mercoledì, tra gli altri, da Shimon Peres, capo dell'opposizione, e che avevano diviso ' 11 Congresso. Conclùdendo 11 suo intervéritol il primo dopò la morte della moglie Aliza, il premier ha rivolto un appello alla nuova leadership del Cremlino, affinché Uberi 1 «prigionieri di Sion., gli ebrei incarcerati, e consenta la libera e indiscriminata emigrazione verso Israele di tutti gli israeliti che desiderino andarsene. Giorgio Romano

Persone citate: Andropov, Arie Dulzin, Begin, Erez Israel, Shimon Peres