L'americano tranquillo di Arrigo Levi

L'americano tranquillo La missione di Shultz L'americano tranquillo In George Shultz, il secondo segretario di Stato del presidente Reagan, l'Europa ha trovato un interlocutore attento, prudente e credibile, la cui crescente autorità all'interno del-' l'amministrazione sembra preannunciare tempi meno difficili per le relazioni euro-americane. La missione europea di Shultz, che ha avuto a Roma una tappa importante per il prestigio di cui continuiamo a godere a Washington, si conclude con un esito largamente positivo. Non tanto per le decisioni prese, ma per il fatto che sono emersi, nel corso di questa prima missione in Europa di quell'americano tranquillo, ma efficiente e fidato, che è George Shultz, alcune verità politiche importanti, che permetteranno agli alleati di affrontare con maggiore fiducia i difficili problemi di quest'epoca di crisi economica e di tensione internazionale. Anzitutto, come ha già rilevato su La Stampa Bernardo Valli, l'Europa si presenta oggi al mondo, e al suo grande alleato, come un'entità politica, compatta; la grande crisi ha suscitato, è vero, stimoli prote-' zionistici e tensioni all'interno' della Comunità, ma i governii hanno reagito a questa sfida, serrando le file, per un chiaro riflesso di autoconservazione,' ormai quasi istintivo dopo tanti anni di quotidiana collaborazione tra governi, ministeri e uomini politici europei. Ma quest'Europa unita rimane anche, e per le stesse ragioni, più che mai impegnata alla politica d'alleanza con gli Stati Uniti: alleanza storica, non solo politica o militare. L'Europa ha cioè dimostrato di capire che la complessa crisi degli Anni Ottanta non sarà superata se non ci sarà unità europea; ma ha anche riconosciuto che é altrettanto indispensabile una forte e dialogata alleanza euro-americana. Al segretario di Stato, l'Europa ha perciò detto: cerchiamo insieme una strada. Per gli europei, i principi guida di questa ricerca sono gli stessi degli anni passati, gli anni del boom economico c della distensione Est-Ovest. In particolare, nei confronti dell'Unione Sovietica, delle sue crisi interne come delle sue sfide esterne, l'Europa continua a credere nella politica dei «due pilastri» che l'Alleanza Atlantica ha fatto propria fin dai tempi del Rapporto Harmel. Imposta cioè il rapporto con l'Urss sul pilastro del containment militare, ma anche su quello del continuo dialogo politico; affrontando la sfida sovietica con la necessaria fermezza, ma senza usare un linguaggio inutilmente retorico o provocatorio, quale abbiamo talvolta sentito, in questi ultimi due anni, da fonti americane; tenendo cioè pronto (per usare l'espressione famosa di Teodoro Roosevelt), un grosso bastone, ma usando una voce soffice. Arrigo Levi (Continua a pagina 2 In sesta colonna) '

Persone citate: Bernardo Valli, George Shultz, Shultz, Teodoro Roosevelt