Quel fumetto non è fotogenico di Oreste Del Buono

Quel fumetto non è fotogenico CORTO MALTESE E POPEYE BOCCIATI A TEATRO E AL CINEMA r | , Quel fumetto non è fotogenico «Lo so che il mestiere di cronista teatrale non è quello di almanaccar classifiche; lo so che è un po' presto per azzardare previsioni, perché a teatro le sorprese non finiscono mai: ma cosi a caldo, tra delusione e dispetto, sarei tentato di dire che questo Corto Maltese abbia tutte le carte in regola per qualificarsi come il più brutto spettacolo dell'anno...»: in questo modo indubbiamente eloquente Guido Davico Bonino, critico teatrale di «La Stampa», iniziava domenica scorsa la sua stroncatura dell'esibizione in palcoscenico del celebre eroe dei fumetti di HugoPrati. E il critico teatrale di «Repubblica», Tommaso Chiaretti, non gli restava dietro: «Ingombrante e banale, e scipito e presuntuoso, e mal recitato. Io non so se il Corto è un personaggio conradiano o stevenscniano, non esito a crederlo sulla parola degli esperti. Me questo eroe interpretato dall'attore Gerardo Amato ha il Fisico del Ruolo ma personaggio non Io è di certo, non sperperiamo bestemmie. Se non ci fossero tutti quegli illustri assessori contagiati dalla moda del superfluo, avremmo pensato di stare a una recita di. fuoricorso che non vogliono ancora entrare nella vita e.nell'arte». Altri critici e altri giornali sono stati suppergiù dello stesso parere. Dunque, uno dei più noti fumetti italiani è incorso in una clamorosa bocciatura critica alla sua versione teatrale? I fumetti vengono risospinti tra i confini del sottogenere? E' il momento per la cultura ufficiale fumettofoba, mai rassegnata al diffondersi della nuo- va moda, di prendersi la rivin-1 cita su pupazzi, autori e zelatori irriverenti dei canoni classici? Non credo che sia proprio il caso di sospettare una congiura di questo tipo e, infatti, ho citato i giudizi di due critici teatrali non codini e piuttosto spregiudicati. Credo che, al contrario, sia il caso di riflettere anche per gli amanti dei fumetti, categoria in cui mi vedo irreparabilmente annoverato. Una riflessione è necessaria perché la disapprovazione critica degli sconfinamenti del fumetto non riguarda solo la versione teatrale di Corto Maltese operata da Marco Mattolini & C, ma riguarda anche un certo numero di versioni cinematografiche da fumetti di notorietà mondiale o italiana. Per limitarmi a esempi recenti, mi basta accennare a quella di Braccio di ferro di Elzie Crisler Segar operata da Robert Altman o a quella di Sturmmtp-> pen di Bonvi operata da Salvatore Samperi, che ha penosamente impressionato le crona¬ -1 l a o l o e & o i i r > ¬ che cinematografiche di queste1 ultime ore. Bisogna concludere che i fumetti sono solo fumetti come le canzonette sono sólo canzonette? E una simile ^conclusione impone la malinconica proclamazione della fine di una moda che aveva illuso molti di aver scoperto un nuovo mezzo di narrazione? Vorrei cominciare con il dire'subitoche, se fosse davvero finita la moda, ma i fumetti continuassero, sarebbe per me un risultato positivo, addirittura salutare. Significherebbe riappropriarci di un intrattenimento in grado di fornire qualche sollievo al tempo libero. Non si può ce,rtó. negare che Corto Maltese sia stato suggerito a Hugo Pratt da molte letture di libri avventurosi e da molte visioni di film avventurosi, ma occorre'aggiungere che c'è stata dietro soprattutto la consultazione di molti fumetti avventurosi, A fare di Corto Maltese un fumetto di straordinario successo è stato proprio l'incontro di testi e disegni, l'equilibrio tra fonti e applicazioni riuscito grazie al particolare temperamento dell'autore che ha fatto molto per far crescere il personaggio anche interpretando nella vita di tutti i giorni un'immagine di sé stesso picaresca e pittoresca parimenti insaporita da autoammirazione e da autoironia. Del resto, prima di cedere a questa trasgressione teatrale Hugo Pratt ha rinviato a lungo la cessione dì Corto Maltese al cinema tentatore. Il suo flirt con il cinema si trascina da anni e anni. Come da più tempo si trascina il flirt tra il cinema e Luigi Bonelli, inventore dell'eroe di fumetti più popolare in Italia Tex Willer. Anche se nati ufficialmente presso a poco lo stesso anno, 1895, il cinema con L'arrosew arrosé dei fratelli Lumière e il fumetto con lo Yellow Kid di Richard Fellon Outcault, tutt'e due figli della leggendaria Lanterna Magica, cinema e fumetto sono due modi di narrare che coincidono solo a volte in quel' meticcio, quel miscuglio, quel creolo fantasioso che è il cinema d'animazione. Ma ormai, cinema, fumetto e cinema d'animazione sono minacciati di inghiottimento da parte della prepotente erede della Lanterna Magica, la Televisione. Per non venir completamente annullato nel telecaos il fumetto deve saper conservare un certo rispetto di sé, resistere e magari migliorare, ma come fumetto, non trasformarsi in qualcosa di diverso. Se sarà davvero solo se stesso, conterà di più. Oreste del Buono Corto Maltese in una tavola delle «Etiopiche» (Bompiani)

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