Soldati del Duce, loro malgrado

Soldati del Duce, loro malgrado Soldati del Duce, loro malgrado Ho seguito sulla rete 2 tv il programma «I giorni della storia», con l'intervista a Vittorio Mussolini (1° dicembre). Nell'intervista si sostiene che l'Italia, I'8 settembre '43, ha tradito l'alleato germanico. L'Italia, ormai allo stremo delle forze, chiese agli anglo-americani solamente l'armistizio, che non è ancora resa. Inoltre, a quell'epoca, il territorio tedesco non era stato ancora direttamente coinvolto In operazioni belliche, mentre il nostro era già stato in buona parte occupato. Come si può pretendere che un moribondo, privo di quasi metà del proprio corpo, possa continuare a combattere? Ma il punto non è ancora questo. Mio padre, arruolato nei carabinieri, nell'inverno '42-43 era in Russia, fronte ,del Don. Arrivano i giorni della ritirata, vede passare un autocarro dell'Esercito italiano, lo rincorre, con le mani si aggrappa alla sponda posteriore del veicolo. Il telone viene alzato: il mezzo è pieno di soldati tedeschi. Con il calcio dei fucili picchiano le mani di mio padre fin tanto che è obbligato a lasciare l'appiglio. Per tutta la ritirata non provera mal più a salire su un mezzo, quasi mille chilometri, a piedi. Nei centri di racsolta, parlando con altri soldati» mio padre viene a sapere che la stessa avventura è toccata ad altri italiani di tutti i reparti, mandati, consapevolmente e colpevolmente, a combattere una guerra apocalittica e inumana. Durante la ritirata, e forse anche prima, il valoroso camerata germanico rubava automezzi e viveri e equipaggiamento (quel poco che c'era) al soldato italiano. Chi ha tradito per primo? Gianvito Martone Bordighera ■ ..... ^.i>_-. • v - ■ ■!-■>/■ Leggo su La Stampa del primo dicembre la notizia della morte di Aldo Vidussoni Come Vidussoni, sono nato nel 1914. Nella notte dal 15 al 16 agosto 1937 fui inviato in ricognizione sulla sinistra dei nostro reparto, a Passo Escudo (battaglia di Santander). In quella occasione ebbi modo di soccorrere Aldo, gravemente ferito. Perdette un braccio. Ricordo che lì comandante lo teneva sulle ginocchia e sembrava una scena da «croceflssione» in quella notte d'inferno mentre ci sparavano addosso da tutte le parti. Per quell'azione Vidussoni ebbe la medaglia d'Oro. A mia volta venni decorato al valor militare. Rimasi ancora in Spagna e. combattendo sem¬ pre con lo stesso reparto, formato (si noti bene) da Esercito e Milizia, presi parte a tutte le altre offensive, Rimasi 32 mesi lontano da mia madre. In Spagna ero stato mandato con una cartolina di mobilitazione d'ordine di.S.M. il Re Imperatore ecc. ecc. Era una cartolina rosa, che due carabinieri mi consegnarono nella mia abitazióne di Novi Ligure intorno a mezzanotte; non fidandosi, mi accompagnarono alla stazione e mi misero su un treno con altri mobilitati. Era il 21 gennaio del 1937; 11 31 dello stesso mese sbarcavamo già a Cadice e, come prima battaglia, Guadalajara. Ho voluto raccontare quanto sopra semplicemente per [ricordare che allora avevamo appena compiuto 22 anni. Che eravamo mandati in Spagna da un governo legale. Che la Milizia era.allora una forza armata dello Stato. Per una legge del 1945 a firma di Nenni e Togliatti, ci furono tolte le decorazioni al valor militare. Oggi, a distanza di quarantanni dalla fine della nostra guerra civile, gli unici che continuiamo a pagare slamo noi, mandati in Spagna con la forza, a 22 anni, rei soltanto di essere nati in epoca sbagliata. ' Amedeo Colombo, Imperia

Persone citate: Aldo Vidussoni, Amedeo Colombo, Cadice, Duce, Gianvito Martone, Nenni, Togliatti, Vidussoni, Vittorio Mussolini