Montagne di rifiuti come miniere d'oro

Montagne di rifiuti come miniere d'oro Il recupero dalle immondizie consente allo Stato forti risparmi negli acquisti di materie prime Montagne di rifiuti come miniere d'oro Per troppo tempo si è rinunciato ad utilizzare tutto ciò che è riciclabile - Ora comincia a diffondersi il sistema della raccolta differenziata con contenitori separati per verro, carta ecc. - Ma il 60 per cento dei Comuni italiani usano ancora discariche incontrollate DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — Raccogliendo 70 chilogrammi di carta e cartone, li ricicliamo, e abbiamo salvato un albero di alto fusto. Applicando questo rapporto alla massa del rifiuti cartacei prodotti in un anno, si arriva alle stupefacenti dimensioni di una foresta di centomila alberi. E' una conferma dell'enorme spreco di ricchezza compiuto con l'abbandono dei rifiuti. Ogni italiano ne produce ogni giorno 700 grammi (560 in Piemonte, 710 in Val d'Aosta, 780 nel Lazio). Sono 15 milioni di tonnellate in un anno: carta e cartone (5 milioni di tonnellate), vetro (1 milione e mezzo), metalli (altrettanto), residui organici (3 milioni di tonnellate), plastica, gomma e altro. Anziché utilizzare tutto quanto è riciclabile con tecniche molto elementari, importiamo dall'estero rottami di vetro e di ferro, perfino carta prodotta con i rifiuti altrui. Ma qualcosa sta cambiando, e con rapidità, imprevedibile. Si diffonde il sistema della raccolta differenziata. Avevano dato l'esempio alcune città padane, come Parma, proponendo ai cittadini contenitori di colore diverso. Quello destinato al vetro ha un buco tondo per le bottiglie. Oggi se ne vedono in decine di città grandi e piccole. 11 pubblico si abitua rapidamente alla selezione della carta e del vetro, primo passo verso il recupero dei rifiuti solidi urbani, ribattezzati R.S.U. L'uso stesso di questa sigla, avvolta da un alone di scientificità, sottolinea il passaggio dalla valutazione negativa del rifiuto domestico a quella del riliuto come risorsa, addirittura come ricchezza. Gli 8000 Comuni italiani avevano fatto in modo quasi automatico la scelta dell'abbandono o della distruzione dei rifiuti, secondo la filosofia del consumismo e della negazione ecologica, con risultati disastrosi. Su 15 milioni di tonnellate-anno, soltanto tre milioni vengono parzialmente riciclati nel due stabilimenti di Roma, in quello di Perugia e in altri minori che si limitano a produrre «compost», ossia fertilizzante in granuli, bruciando quanto non è utilizzabile. Dodici milioni di tonnellate finiscono nei forni di incenerimento (103 in tutta Italia) oppure in cave abbandonate, in valli sperdute, addirittura su prati periferici. Il 60 per cento dei Comuni adotta il sistema brutale della discarica incontrollata. Non dobbiamo sentirci come sempre in coda alle classifiche internaziona¬ li: percentuali più o meno uguali hanno gli Stati Uniti (rifiuti per 150 milioni di tonnellate-anno in 14 mila discariche), la Germania Federale, la Gran Bretagna, il Giappone. 11 crollo dell'economia impostata sull'espansione continua dei consumi e sul prelievo illimitalo di risorse naturali (alberi, minerali di ferro, petrolio e cosi via) ha riproposto con violenza la necessità del risparmio e del riciclo. 11 mutamento coglie di sorpresa molti amministratori comunali, anche perché 1 modelli di riciclo sono rari e non sempre validi quando la dimensione demografica è al di sotto dei 500 mila abitanti (sorgono infatti consorzi di decine di Comuni minori). All'estero ecco alcuni stabilimenti pilota in Olanda, in Danimarca, negli Stati Uniti. In Italia i due vecchi stabilimenti di Roma, quello di Perugia e ciii"ilo progettato a Milano con tecnologie avanzale. Ne parla il dottor Ercole Ferrano, consigliere comunale, delegato dal sindaco Tognoll a occuparsi del problema R.S.U. -Milano avexw puntato sugìl inceneritori. Ne abbiamo due, costruiti fra il 1969 e il 1974. Ma la dramma fica esperienza di Sei>eso aveva messo in evidenza il pericolo della diossina, contenuta nei fumi assieme ai bemofurani. Ihcsenza accertata da analisi compiute dal nostro laboratorio provinciale e da quello di lisa. Già nel 1979 avevamo deciso di non costruire piti inceneritori e di rivolgerci al riciclaggio. Abbiamo superato le opposizioni locali, del resto comprensibili, con precisi impegni dt natura ecologica. Contiamo di iniziare la costruzione dello stabilimento di Muggiano entro due mesi Costerà 40 miliardi di lire, avrà una capacità iniziale di 600 tonnellate-giorno, per arrivare in seguito à 900». L'impianto di Milano è stato concepito tenendo conto del suo impatto in fatto ambientale. Lavorazione al chiuso, accorgimenti per limitare al massimo inquinamenti atmosferici, rumori, cattivi odori. La cernita dei rifiuti sarà automatizzata. Afferma il consigliere Ferrarlo: -Produrremo semilavorati, pasta di carta, granuli di plastica, combustibile solido. La gestione economica sarà autosufficiente, dico la sola gestione non considerando l'ammortamento-. Una parte dei R.S.U. verrà ancora bruciata nei forni, però dotati di impianti di lavaggio dei fumi, e un'altra parte andrà a discariche controllate. A Roma i due stabilimenti di Rocca Cencia e di Ponte Malnome (fu Pio IX a cambiare il nome antico di Ponte del cazzo) sono ormai invecchiati. Costruiti 15 anni fa dalla società Sorain - Cecchini e passati alla So. Ge. In. che ha capitale pubblico al 67%, portano i segni dì una concezione non propriamente ecologica. Ho visitato l'impianto di Rocca Cencia. Al cattivo odore, acuto fino alla nausea quando si entra nei capannoni, si sommano polveri e fumi sparsi dai quattro camini dei forni in cui sono inceneriti i residui. File di autocarri arrivano anche da altri Comuni, come Tivoli. Scaricano ogni giorno 1400 tonnellate di rifiuti in vasche profonde, su cui pendono immonde benne. I muri stessi sembrano immondi, come i nastri trasportatori e le macchine che in un fragore infernale trattano, selezionano, impastano. Il direttore dello stabilimento, ing. Paolo Stella, mi accompagna nella visita. -1 materiali ferrosi vengono compressi dopo la depurazione a 450 gradi e i>enduti a fabbriche di tondino. La plastica l'iene confezionala in balle. Le cartacce sono lavorate, fino ad ottenere pasta di carta-. L'assessore comunale Celestre Angrisani parla dei programmi per il futuro: -Saranno investiti 14 miliardi nell'ammodernamento dei due impianti, per eliminare ogni inquinamento. Stiamo ancluz studiando il progetto di uno stabilimento per il recupero dei rifiuti industriali, 50 mila tonnellate-anno die ora finiscono nel Tevere-. Roma punta dunque sul riciclo, che può diventare ecologicamente positivo, ma che non rappresenta la sola alternativa allo spreco. Mario Fazio

Persone citate: Angrisani, Celestre, Ercole Ferrano, Mario Fazio, Paolo Stella, Pio Ix, Rocca Cencia