Jaruzeìski cerca un nuovo «modello» di Bernardo Valli

Jaruzeìski cerca un nuovo «modello» REVOCHERÀ' LO STATO D'ASSEDIO, MA COME GOVERNERÀ'? Jaruzeìski cerca un nuovo «modello» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VARSAVIA — Dopo un anno di «stato di guerra* la Polonia è una sequenza d'immagini sfuocate. Persino Lech Walesa, un tempo simbolo e capo della protesta, ora è indecifrabile. Bisbiglia preghiere, canta salmi, inginocchiate tra i prelati, in prima fila come un notabile, davanti all'altare maggiore di una chiesa di Danzica, dove si celebra una messa alla memoria di un vescovo ausiliare defunto. All'uscita è muto come un pesce. Non una parola sulla lettera, non si sa se autentica o falsa, ch'egli avrebbe scritto al generale Jaruzeìski. Un suo cenno basterebbe per dissipare il dubbio, che suscita perplessità tra molti suoi connazionali. Invece niente. Si dice in quel messaggio che è bene aderire ài sindacati ufficiali creati dalla giunta e rifiutati dal novanta per cento degli operai. L'ex capo di Solidarietà non smentisce né conferma quelle parole di collaborazione. Se ne va, si dilegua, lasciando sopravvivere l'ambiguità. Quella lettera è il segnale di una svolta? Walesa a fianco, o accodato a Jaruzeìski? Oppure quella lettera è stata messa in circolazione per screditare il simbolo della protesta, ormai sconfitta? CU amici di Walesa sono per quest'ultima versione. Ma l'immagine resta sfuocata. Incerta. Vescovi e preti non aiutano a decifrarla. Non tutti sono d'accordo con il dialogo avviato da monsignor Olemp con il regime, molti hanno espresso nei giorni scorsi il loro dissenso, non tutti sono in sintonia con l'atteggiamento della Chiesa disponibile a un'intesa sia pur dialettica, ma tutti si sono rinchiusi in un silenzio per ora impenetrabile. Dicono i collaboratori di Glemp: .Andate dai laici, loro parlano*. Ma anche.i laici preferiscono tacere. E se dicono qualcosa è vago. Non per paura. E' Incertezza. Quest'ultima è dominante anche nella società, che si difende trincerandosi dietro un'esibita indifferenza. Non manca lo smarrimento: che cosa fa la Chiesa? Qual è il progetto del regime? Ognuno finge di badare ai fatti propri. Il livello di vita ha subito un brusco calo negli ultimi anni: il 25%, un crollo da dopoguerra. Ma non ha provocato la rivolta, tensi ha alimentato la rassegnazione (lunghe code per comperare scarpe e burro), e la avversione per la «politi- ea», dopo i mesi intensi vissuti tra l'agosto del Baltico e il dicembre dei carri armati. Solidarietà, attraverso la quale la società si esprimeva, sopravvive certo nella clandestinità: ma è un semplice lume, che non riesce più ad accendere scioperi e a riscaldare le speranze. Si è disintegrata. E' proprio quel che ti generale Jaruzeìski voleva, un anno fa, quando impose al Paese la camicia di forza servendosi dei soldati. Egli puntava sulla «maggioranza silenziosa*. I suoi collaboratori lo dissero apertamente. Ora si ha l'impressione che il progetto sia stato realizzato. Infatti il generale si prepara a revocare lo •stato di guerra*. Siamo vicini alla decisione. La Dieta si riunisce domani per discutere il decreto. Le televisioni di mezzo mondo trasmetteranno, alcune tn diretta, il dibattito: e così si saprà in tutti l continenti die la Polonia è stata norma¬ lizzata con successo e senza eccessiva violenza. Ci sono stati meno di venti morti negli ultimi dodici mesi, e non è stato necessario l'intervènto di truppe straniere, come a Budapest e a Praga. Nei campi di internamento vi sarebbero ancora 360 persone. Da liberare nelle prossime ore o nel prossimi giorni. I prigionieri, giudicati o in attesa di giudizio per aver violato la legge marziale, sono più di tremila. Jaruzeìski, insomma, ce l'ha fatta. Ha vinto. Ha disperso quell'incontenibile contropotere che era Solidarietà, ma ora si trova sema il partito, defunto prima ancora di Solidarietà, e per il momento incapace di rigenerarsi per le divisioni interne e l'incompetenza. Da qui l'avvertimento del generale Jozef Baryla, uno dei massimi esponenti della Bernardo Valli (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Glemp, Jozef Baryla, Lech Walesa, Walesa

Luoghi citati: Budapest, Polonia, Praga, Varsavia