Un solo cervello ha diretto l'assalto dei 7 uomini d'oro agli uffici postali di Angelo Conti

Un solo cervello ha diretto l'assalto dei 7 uomini d'oro agli uffici postali Le indagini sulle due clamorose rapine di martedì sera in via Monterosa e in via Genova Un solo cervello ha diretto l'assalto dei 7 uomini d'oro agli uffici postali Stessa tecnica, estrema sicurezza, rigore quasi militare: gli inquirenti non escludono che i banditi siano terroristi - Portati via 800 milioni destinati al pagamento di pensioni - Polemiche; il denaro è poco protetto? Sette «uomini d'oro» martedì sera hanno rapinato, in meno di un'ora, 800 milioni destinati a pagare le tredicesime dei pensionati. Obiettivo' del banditi, due uffici postali, assaltati quasi contemporaneamente fra le 20 e le 23. Una sola, probabilmente, la mente che ha diretto le azioni. La banda, se di una sola gang si è trattato, si è mossa con grande tempismo e con sorprendente sicurezza: quattro banditi hanno agito in via Monterosa, tre in via Oenova. Alle 20 il direttore della succursale di Barriera di Milano, Donato Covlello. 43 anni, chiude la saracinesca, ma resta ancora qualche minuto con la sua vice Rina Mengoni, per ordinare alcune carte. Rinchiude anche la cassaforte e consegna le chiavi alla donna che abita in via Cherubini, a poche decine di metri; poi, sale sulla sua 132 e si dirige verso casa. In via Valdellatorre l'auto viene bloccata da una 131: quattro giovani, armati e mascherati, obbligano Donato Covlello a salire sulla loro vettura che torna in via Monterosa. I malviventi vogliono che apra l'ufficio. «Non ho le chiavi — spiega — le tiene la mia vice». I rapinatori non si perdono d'animo, lo conducono a casa della Mengoni, lo costringono a citofonare alla sua collaboratrice, a chiamarla in strada con un pretesto e, sotto la minaccia delle armi, conducono, anche lei davanti all'ufficio postale. Qui si fanno aprire porte e cassaforte, si in *>adroniscono di circa 700 milio ni, legano ed imbavagliano il Covlello e la Mengoni, poi fuggono, Intanto, al capo opposto della città, in via Oenova 113, tre banditi si sono da pochi minuti presentati in casa di Giorgio Giani, che abita sopra l'ufficio postale da lui diretto. L'uomo sta cenando con la moglie quando viene legato e minacciato: consegna le chiavi ai malviventi che scendono negli uffici, aprono la cassaforte ed asportano un centinaio di milioni. Anche qui i malviventi scompaiono nel nulla. Chi sono? — C'è molta per¬ plessità tra le forze dell'ordine: non si esclude si tratti di rapinatori abituali, ma c'è anche chi pensa possa trattarsi dell'ultima frangia di terroristi ancora in città. A favore della seconda ipotesi pesa 11 rigore quasi militare con il quale sono stati condotti i due commando: forse 1 due commandl erano collegati fra lorovia radio, Il piano — E' evidente che chi ha agito andava a colpo'slcuro. In via Monterosa l'accanimento nel portare a compimento ugualmente la rapina, nonostante i rischi crescenti, dimostra che 1 malviventi sapevano di quale entità sarebbe stato il bottino. C'è quindi da ipotizzare la presenza di i i e 1 l e o' e , , i i un basista, alla Posta centrale od in una delle succursali, che ha segnalato la presenza del denaro. In questa direzione si stanno muovendo le prime difficili indagini della polizia. Senza difesa — Stupisce la relativa facilità con cui 1 banditi — per quanto individui pronti a tutto—possono avvicinarsi a centinaia di milioni in contanti. Misure di sicurezza sono state prese per proteggere gli impiegati nelle ore di apertura od i valori che attraversano la città scortati dalle volanti della polizia a sirene spiegate. Ma a cosa serve tutto questo quando poi il denaro è raggiungibile con banali stratagemmi? Perché all'interno degli uffici postali' non vengono installati siste-, mi di allarme funzionanti 24 ore su 24? La gente se lo chiede anche perché i soldi rapinati martedì sera erano soldi dello Stato. Soldi di tutti. Era-, no le pensioni — unico introito — di tante persone che ora dovranno aspettare ancora. Angelo Conti pdq8 Nell'ufficio di via Monterosa, la viceciirettrice Rina Mengoni e altri funzionari davanti al forziere

Persone citate: Giorgio Giani, Mengoni, Rina Mengoni

Luoghi citati: Milano