Ulster, tornano i giorni dell'orrore

Ulster, tornano i giorni dell'orrore Sgomento, condanna unanime per l'attentato di Ballykelly, ma già cominciano dure polemiche tra le fazioni Ulster, tornano i giorni dell'orrore L'esplosivo che ha distrutto il «disco-pub» frequentato dai soldati britannici era «gelinite» (15 chili), che secondo gli esperti «non perdona nemmeno i superstiti» - Ci fu un generico avvertimento anonimo giorni fa, ma le autorità non ne tennero conto - Risponde Prior, «proconsole» di Londra: «Non possiamo correre dietro alle ombre» - In stato d'allerta le guarnigioni inglesi - I terroristi deH'«Inla» che hanno rivendicato la strage: estremisti di matrice marxista, staccatisi dall'Ira DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BELFAST — Sferzata dal vento gelido che continua a soffiare dall'Artico con raffiche Incupite dalla pioggia Incessante, l'intera isola d'Irlanda è in lutto per la strage di Ballykelly. Questa volta lo choc più che dividere sembra unire gli avversari di sempre, gli steccati fra gli schieramenti sembrano abbattuti, cattolici e protestanti, unionisti e separatisti, monarchici e repubblicani ostentano adesso a ranghi compatti la condanna piena e totale dell'attentato alla discoteca in cui, stando al bilancio dell'ultima ora, si confermano 1 sedici morti e una settantina di feriti, alcuni dei quali in condizioni gravissime. Cosa è successo allora? Siamo al giro di boa, il vaso era troppo colmo, non c'era spazio per un'altra goccia di dolore? Forse la spiegazione, se esiste, appare più semplice, più Immediata. Perché, per quanto potessero sembrare abituati a convivere ormai da tredici anni con l'ipotesi della morte violenta — risale al gennaio 1970 l'inizio della sanguinosa guerra civile scoppiata nelle sei contee dell'Irlanda del Nord — gli irlandesi non hanno saputo tollerare in quest'ultima circo- stanza l'ennesimo sacrificio di vittime innocenti. Dei sedici cadaveri estratti dalle macerie del «Droppin Well Bar» saltato in aria per 10 scoppio di 15 chilogrammi di gelinite — un esplosivo, sostengono gli esperti, »che non perdona nemmeno i superstiti; dato purtroppo confermato dalle terribili ferite riportate dai sopravvissuti — undici appartenevano infatti a militari. Al disco-pub di Ballykelly, piccolo insignificante villaggio sulla costa settentrionale quasi in faccia a Glasgow, 1 giovani andavano volentieri. Costava poco, l'ingresso 80 pence, circa 2000 lire, possedeva inoltre un atout imbattibile, l'essere cioè l'unico luogo' di divertimento a disposizione delle truppe del 1" reggimento Cheshire acquartierato nella periferia e degli avieri della Raf di stanza alla vicina base di Shackleton. Lunedi sera, caso strano, il night era particolarmente affollato, centinaia di teen-agers allacciati nella danza, altre decine al bar per consumare softdrinks (non si servivano superalcolici), al momento dell'esplosione. Fra i morti, e ciò ha particolarmente toccato l'opinione pubblica, un giovane caporale che festeggiava la nomina a sottufficiale assieme alla moglie incinta, e due studentesse, che proprio tre giorni fa avevano strappato ai genitori 11 primo permesso di rincasare più tardi. Lo sgomento dunque ha fatto superare la tradizionale barriera delle divisioni ideologiche facendo piovere da ogni parte espressioni dì condan¬ na. Dalla Repubblica irlandese sono giunte puntuali le dichiarazioni di solidarietà sia del premier uscente Charles Haughey che del successore liberal Garret FitzGerald; nell'Ulster si sono pronunciati a caldo 1 principali politici dello Stormont, l'assemblea regionale, e 1 capi religiosi, dal leader protestante Ian Paisley al vescovo anglicano di Derry, James Mehaf f y, al cardinale O'Fiaich; ma in tutte le diverse prese di posizione stanno già affiorando, pure ciò era scontato, i toni della polemica. E non vi sono dubbi che essa sarà assai accesa. Come chi ricorda con rabbia di aver gridato invano al lupo per sostenere l'incongruenza dimostratasi fondata tra le rigide misure di sicurezza in atto ad esemplo a Belfast, dove circola la battuta feroce secondo cui gli abitanti trascorrerebbero metà della giornata con le mani alzate per lasciarsi perquisire dalla polizia e l'altra metà a girare In città con il cuore in gola nel timore delle bombe, e l'assenza totale di precauzioni a Ballykelly nonostante che due settimane fa nella taverna ci fosse stato un fuggi-fuggi generale in seguito ad un falso allarme. Perché, si chiede, non aveva avuto seguito l'indicazione anonima in cui veniva segnalato un prossimo attentato alla discoteca? Al coro di accuse ha subito risposto James Prior, ministro di Stato inglese inviato due anni fa da Londra con la carica di proconsole per l'Irlanda Settentrionale: 'Non possiamo correre dietro alle ombre: è il prezzo che siamo costretti a pagare nella speranza di pacificare questa terra: Da ieri, comunque, sono stati sospesi i permessi di libera uscita per 1 dodicimila uomini della guarnigione britannica, potranno lasciare le caserme soltanto per motivi di servizio, si rilanciano le richieste di spezzare il muro dell'omertà, 11 fenomeno dei «pentiti» non è unicamente italiano, con la differenza che qui basta che telefonino alla polizia e saranno perdonati. A questo punto la domanda d'obbligo: chi sono 1 responsabili? Stando al rigido e crudele «codice d'onore» Irlandese ('Chi lancia il sasso deve mostrare la mano*), l'attentato di lunedi sera è stato rivendicato dall'«Inla», sigla dell'Jrish National Liberation Army, di fatto la fazione più a sinistra del braccio armato dell'Ira, l'esercito repubblicano irlandese. Di matrice marcita, l'Inla aveva cominciato a divergere dal provisionai cattolici del movimento irredentista anti-inglese attorno al' 1973 «firmando» in seguito alcune delle gesta più clamorose della guerriglia irlandese: l'uccisione nel marzo 1979 del deputato conservatore Neave. dilaniato da un ordigno ad orologeria piazzato sotto la sua automobile parcheggiata a ridosso della Camera del Comuni; l'assassinio in mare di Lord Mountbatten, ex viceré delle Indie e cugino di primo grado della regina Elisabetta, saltato in aria sul proprio yacht al largo di Mullaghmore; infine, lo scorso 20 luglio, il duplice attentato dinamitardo a Londra in cui morirono sotto gli occhi di centinaia di turisti ad Hyde Park e a Regents Park undici soldati del reggimento della cavalleria reale. Del gruppo clandestino si sa poco: sarebbe formato da spontanei, non possiede diramazioni politiche, di certo attinge a misteriosi canali di rifornimento nell'Est europeo per procurarsi armi e denaro, a differenza dell'Ira, la quale ammette da tempo di finanziarsi grazie al concorso della potente lobby degli irlandesi residenti negli Stati Uniti. Altra caratteristica agghiacciante, il vezzo di non mandare in anticipo «biglietti di visita», gli attentati non vengono insomma preannunclatl (in passato, ad esemplo, gli attentatori si erano preoccupati di preavvertire le autorità sullo scoppio imminente di qualche ordigno nel locali pubblici, specie nei grandi empori sotto le feste natalizie). Nella rivendicazione di tre giorni fa, spicca tuttavia un minaccioso avvertimento: 'Continueremo a colpire obiettivi militari finché l'ultimo tommy non avrà lasciato l'isola per sempre*. Dinanzi all'asprezza dell'Inla a Belfast si sono già levate, ed era comprensibile, numerose voci per chiedere contromisure adeguate, soprattutto 11 ripristino della pena di morte («Li voglio veder penzolare dalla forca nella piazza centrale*, ha esclamato un deputato tory) e gli internamenti del sospetti; in sostanza andrebbe abbandonata qualsiasi speranza, almeno per 11 momento, di risolvere la questione irlandese in termini politici.. Piero de Garzarolli