Il nodo dell'orario di lavoro blocca la trattativa bancari di Eugenio Palmieri

Il nodo dell'orario di lavoro blocca la trattativa bancari Il ministro Scotti si prepara ad intervenire personalmente nella vertenza Il nodo dell'orario di lavoro blocca la trattativa bancari Non si escludono ipotesi di reato - Secondo il giudice Infelisi gli istituti di credito potrebbero aver indebitamente lucrato sui mancati pagamenti - 1 sindacalisti indiziati per interruzione di pubblico servizio? ROMA — Continua ad oltranza, ìi-j. passi avanti e qualche ostacolo non di poco conto, ma verso la stretta finale, la trattativa per 11 rlnno^ vo del contratto dei bancari che sta mettendo in ginocchio l'intero sistema economico e; finanziario; anche alla Banca d'Italia domani, forse addirittura oggi, giorno festivo, il negoziato proseguirà senza soste per scongiurare il pericolo delle agitazioni che scatteranno lunedi: un segnale timidamente positivo, che potrebbe cancellare i timori per gli stipendi e le tredicesime di tre milioni di statali. Non è mancato il colpo a sorpresa quando nel tardo pomeriggio il ministro del Lavoro Scotti ha convocato improvvisamente le organizzazioni imprenditoriali. Cosa si siano detti non è stato ufficialmente comunicato, anche se il ministro del Lavoro avrebbe fatto intendere che la trattativa deve concludersi entro oggi se le parti sociali vogliono evitare un suo intervento di autorità. Intanto si è mossa con decisione la magistratura romana. Nel mirino i dirigenti sindacali e le stesse banche: per 1 primi l'inchiesta avviata dal sostituto procuratore della Repubblica, Luciano Infelisi, ipotizza il reato di interni Jone di pubblico servizio; pei le seconde si tratterà di stabilire quale lucro abbiano indebitamente ricavato per non aver pagato, a causa dello sciopero, le somme di conto corrente che i titolari dei conti avevano il diritto di pretendere. Per il momento i disagi restano, anzi si aggravano sempre di più perché i cosiddetti «sporteli sociali», quelli che dovevano funzionare almeno per gli stipendi e le pensioni, si sono rivelati un mezzo fallimento: ancora ieri venivano segnalate file fuori dagli istituti di credito, quando non c'era il solito cartello che ormài da quindici giorni molti riconoscono da lontano: •Chiuso per sciopero.. Proprio sui disagi si è concentrata l'attenzione di Infensi, il magistrato che mise già sottosopra i ministeri per l'assenteismo, e che alcuni giorni fa ha dato incarico al commissario della squadra mobile Carnevali affinché stabilisse con quali modalità lo sciopero veniva attuato. In sostanza sarebbe emerso che è stata paralizzata l'attività commerciale e industriale; che c'è stato il blocco del pagamento degli stipendi e che di conseguenza si è prodotto un grave danno allo Stato per l'Impossibilità di versare nelle sue casse l'autotassazlone e il condono. Nei prossimi giorni si potrebbe avere qualche clamoroso sviluppo con l'emissione di comunicazioni giudiziarie ai dirigenti sindacali poiché l'attività bancaria, secondo una sentenza della Cassazione, costituisce un pubblico servizio e la sua totale interruzione potrebbe costituire reato. L'iniziativa della magistratura • romana potrebbe avere un effetto deterrente sulla trattativa che le organizzazioni sindacali stanno conducendo da quattro giorni senza interruzioni con i rappresentanti dell'Assicredito e dell'Acri. «Questo sforzo è t'ultimo tentativo — ha detto Giancarlo Steffani, segretario nazionale della Fabi — di concludere le trattativa in sede sindacale e così evitare la mediazione ministeriale che entrambe le parti non desiderano e che nello stesso tempo allungherebbe i tempi del negozialo*. Al momento, specie per gli ultimi nodi da sciogliere (soprattutto l'orarlo di lavoro discusso fino a tarda sera), restano difficoltà di rilievo. Però non c'è da escludere, salvo una clamorosa rottura, una imminente intesa sotto l'incalzare degli avvenimenti: l'accordo raggiunto sulla scala mobile (tutto resta immutato e il problema verrà affrontato di nuovo In marzo quando si conosceranno le decisioni valide per le altre categorie), sui patti integrativi aziendali (è caduta la pregiudiziale delle banche sul blocco della contrattazione integrativa che sarà ridlscussa nel dicembre dell'83 sulla base degli aumenti di produttività), sul costo del lavoro (che fra scala mobile e aumenti non dovrà superare il «tetto» del 16 per cento per l'82 e il 13 per 1 '831; il malessere della categoria con 75 ore di sciopero alle spalle; il caos e i disservizi in vista delle feste di Natale e ora anche l'intervento della magistratura. Qualche segnale distensivo è arrivato Ieri dalla Banca d'Italia dove sono continuati I contatti fra le parti per raggiungere un punto di incontro per il rinnovo del contratto. La decisione di proseguire a oltranza viene interpretata dagli stessi sindacati della Fabi, i più importanti come presenza fra gli impiegati dell'Istituto di emissione, come un segno di disgelo. «Non vo- gliamo creare disagi agli utenti — ci ha detto il segretario nazionale Leone — e siamo pronti a cancellare le agitazioni. La controparte mi è sembrata più disponibile; nei prossimi giorni vedremo se è possibile un discorso costruttivo.. Alla Banca d'Italia gli scioperi articolati scatteranno da lunedi e un braccio di ferro potrebbe mettere in pericolo stipendi e tredicesime degli statali. Cgil, Cisl e UH si sono impegnate affinché il pagamento sia assicurato comunque in larga misura. Disagi, malumori della gente sempre più disarmata, un meccanismo bancario per molti versi inceppato. Una schiarita viene ormai invocata da più parti, mentre non mancano le Iniziative clamorose: lo scrittore Roberto Vacca, attraverso l'ufficiale giudiziario, ha diffidato Nerio Ncsi, presidente e quindi rappresentante legale della Banca Nazionale del Lavoro, a rimettergli immediatamente 1 20 milioni del suo conto bancario. 'Ho finito gli assegni e non posso più svolgere la mia professione». Eugenio Palmieri

Persone citate: Fabi, Giancarlo Steffani, Infelisi, Luciano Infelisi, Nerio Ncsi, Roberto Vacca

Luoghi citati: Roma