Genova, 700 bombe in cantina evacuate cinquanta famiglie

Genova, 700 bombe in cantina evacuate cinquanta famiglie L'arsenale, ancora efficiente, «scordato» dai partigiani Genova, 700 bombe in cantina evacuate cinquanta famiglie dal nostro corrispondente GEKOVA — Per quasi quarantanni un imponente arsenale di arni! e munizioni, sottratte presumibilmente da gruppi partigiani alle caserme tedesche, è rimasto sepolto in una cantina murata nelle fondamenta d'un palazzo a sette piani di via Burlando 38, nel quartiere Staglieno, che ospita una cinquantina di famiglie. Si trattava di una vera e propria santabarbara: un mortaio, un cannoncino da fanteria, settecento bombe a mano, quattro quintali di cartucce per fucile, mitra, mitragliatrici leggere, un centinaio di maschere antigas, un centinaio tra fucili, mitra e pistole, una sessantina di bombe lacrimogene e circa 15 elmetti. Le armi, ancora imballate e chiuse nelle loro casse di cu- i stodla con la data di fabbrica-1 zione (1941, '42 e '43), sono state trovate per caso, nel corso di lavori per allargare le cantine. La scoperta, ma soprattutto il successivo sgombero effettuato dagli artificieri del comando militare di Genova, da esperti della polizia e del carabinieri, hanno provocato confusione e paura. Per precauzione, non conoscendo esattamente lo stato del materiale (soprattutto il grado di pericolosità delle bombe), il palazzo è stato fatto sgomberare, e soltanto verso mezzanotte di domenica, dopo una paio di ore trascorse a osservare il cauto trasloco, gli inquilini sono tornati nelle loro case. E' stato poi, ieri mattina, chiarito definitivamente che le armi erano state nascoste e murate nello scantinato nel 1944 o nel 1945 da reparti partigiani, dopo 11 saccheggio di qualche caserma nazista, e probabilmente dimenticate: una parte risulterebbero inservibili. Alcune bombe, però, in caso di incendio potevano esplodere, per il surriscaldamento del detonatore. In questo caso si sarebbe forse verificato il crollo dell'edificio. L'arsenale è stato scoperto da tre inquilini, Luigi Perego. Giuseppe Maragllano e Giuliano Grasso. Ha raccontato Perego: «Do tempo si era discusso in condominio di recuperare un ampio vano, tra le cantine e il pianterreno. Dalla pianta dello stabile risultava un'ampia intercapedine che nessuno ricordava quando fosse stata murata. Cosi approfittando del giorno festivo, verso le 19 con picconi e perforatore elettrico abbiamo deciso di aprire una breccia nel muro che suonava vuoto per renderci conto dell'ampiezza del locale da recuperare. Sotto il fascio di luce delle nostre lampade sono apparse, accatastate in bell'ordine casse con sopra scritto "armi" e fasci di fucili ancora legati per le canne». I tre hanno dato l'allarme a polizia e carabinieri. In un primo momento s'è temuto che armi e munizioni fossero una riserva delle Brigate Ros se o di gruppi eversivi, ma gli artificieri hanno chiarito subito ogni dubbio. Bombe, fucili munizioni so no stati trasportati alla caser- ma di Forte Rlcìielieu sulle al ture di Genova. Nei prossimi giorni, le granate ancora in efficienza verranno fatte esplodere in zone disabitate. Nella tarda mattinata di ieri, a titolo precauzionale, è stato compiuto un ulteriore sopralluogo con il «metal detector" nel timore che esistessero altri cunicoli con ulteriori residui bellici paoi0 ungna

Persone citate: Giuliano Grasso, Luigi Perego

Luoghi citati: Genova, Perego