Sestriere, la ricetta anticrisi nuovi alberghi e grandi gare di Gigi Mattana

Sestriere, la ricetta anticrisi nuovi alberghi e grandi gare In pieno rilancio una delle più grandi stazioni d'Europa Sestriere, la ricetta anticrisi nuovi alberghi e grandi gare DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SESTRIERE — Immaginate una bella cinquantenne, che può ancora contare su una corte di ammiratori. Ha avuto natali nobili, era già graziosa nella culla ed è diventata splendida in gioventù; poi i danni del tempo hanno scavato sui quarantanni, ma ha saputo risollevarsi e tornare a far parlare di sé. E' la storia del Sestriere, di cui (la data precisa è ancora da stabilire) si compie il cinquantenario: negli Anni Trenta, quando lo sci era fatica grande in salita e soggiorno in locande, l'intuito di Giovanni Agnelli fece costruire una «città della nere» su un colle a duemila metri ideale per lo sci, coìi funivie, albergìli di ogni categoria e tutti i servisi. Sestriere era talmente aimnti nel tempo, che soltanto vent'anni dopo i francesi faranno loro quell'idea «inventando- le «ski total». Poi, una decina di anni fa, quando arriva il «boom» dello sci, comincia la fase calante: gli alberghi chiudono a ripetizione, non si organizsano più gare, noyi si costruiscono impianti nuovi, il «bel mondo» approda su altre piste e Sestriere resta il gran calderone domenicale dei torinesi che viue nel deserto lungo la settimana. Gli anni bui sono però terminati: il rilancio nel giro di poche stagioni dovrebbe riportare Sestriere nel firmamento delle località più famose (l'assurdo è proprio questo: Sestriere non ha più fattoparlare di sé per troppi anni, pur restando, dal punto di vista sciistico, una delle più belle stazioni del mondo). «La stagione '82-83, don un metro e mezzo di neve venuto a benedire il "ponte" di Sant'Ambrogio — dice Fabio Misuraca, amministratore delegato della Sif — si annuncia molto promettente, dopo quella soltanto discreta dell'anno scorso e quella disastrosa di due anni fa. Quando la neve arriva in tempo e abbondante, cresce anche l'ottimismo e si pensa che, malgrado tante previsioni nere, lo sci resterà uno sport amato e praticato sempre più dagli italiani». Recentemente la stazione, con i Campionati Italiani, i .mondiali» junìores e il Martini Kandahar è riapparsa nel giro delle grandi gare, ma che cosa serve per farla tornare quella di un tempo? «Il problema è comune a tante località della nostra generazione — risponde Misuraca — e consiste essenzialmente nella ricettività alberghiera e paralberghiera, con sistemazioni per tutte le borse. Dovremmo trasformare Sestriere In una sorta di Club Mediterranée più grande, dove il turista trova tutto ciò che gli è necessario. La stazione in ogni sua parte, dagli impianti al negozi ai rio, oranti, potrà essere vitale con duemila presenze giornaliere in più di quelle attuali». / lavori continuano ai «Principi di Piemonte», l'hotel che rhwleggiava con il Suvretta di St. Moritz o con il Palace di Gstaad: l'albergo è stato completamente sventrato all'interno e quando sarà pronto (non prima di tre anni) sarà un prima categoria con duecento posti letto più altrettanti in una parte a residence. «Il potere costruire strutture alberghiere — dicono i responsabili di Sestriere — e puntare su forti correnti turistiche di agenzia, anche straniere, è la sola via per uscire dalla crisi; con una presenza forte e costarne per tutta la stagione si potranno sostituire gli impianti di risalita obsoleti, potenziare la zona del Fraiteve che, collegato con Sansicario, è il fulcro della "Via Lattea", e operare a breve scadenza il collegamento con Sauze d'Oulx». Proprio a Sauze d'Oulx è già nata, e a Sestriere dovrebbe sorgere presto, una associazione fra tutti gli operatori economici del paese. In Svizzera questi organismi collettiin' funzionano da sempre con splendidi risultati: come potrebbe Zermatt spendere 40 miliardi in funivie in pochi anni se anche il barbiere e il tarista non comprendessero che in una stazione efficiente c'è una fetta di guadagno per tutti? Gigi Mattana

Persone citate: Fabio Misuraca, Giovanni Agnelli, Misuraca