Tasche vuote, negozianti preoccupati

Tasche vuote, negozianti preoccupati Gli effetti del lungo sciopero dei dipendenti del settore bancario Tasche vuote, negozianti preoccupati Calo delle vendite dal 10 al 30 per cento - Code per pagare fitti e tasse - I pensionati impossibilitati a riscuotere rassegno mensile • E' il momento delle «carte di credito» ROMA — E' il trionfo delle carte di credito, degli assegni, dei debiti. Le banche chiuse per lo sciopero dei dipendenti hanno ridotto al lumicino il denaro circolante e ognuno si arrangia come può. 1 negozianti di disperano perché in questi giorni hanno visto le vendite scendere a picco. Ma sono dolori per tutti i cittadiìii, costretti a lunghe ed estenuanti code per pagare le tasse o l'affitto e ancor più drammalica si va facendo la situazione dei pensionati, molti dei quali ricevono gli assegni mensili (ai più indispensabili per sopravvwcre) direttamente nelle banche. Sta saltanto tutto il sistema delle operazioni creditizie, mentre si moltiplicano gli incidenti, i battibecchi causati dalla tensione che ormai regna tra la gente esasperata. Sportelli deserti, casse chiuse, calcolatori muti: uno scenario die ha dell'incredibile. L'aggiornamento dei conti nelle banche non si fa da alcune settimane, con il risultato die un gran numero di persone, i commercianti, i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani, 7ion hanno più punti di riferi- mento per le normali operaioni di pagamento o di i7icasso. Autorevoli fonti bancarie calcolano che. se gli sciòperi terminassero domarli, la regolarità amministrativa nei i>ari istituti di credito tornerebbe soltanto in marzo. Nessuno vuole pensare a un'agitazione prolungata alle feste natalizie perché il caos sarebbe inevitabile. A malapena si riescono a smaltire le file di questi giorni e i contraccolpi si fanno sentire anche nel commercio con l'estero a causa delle insormontabili difficoltà a rifornirsi di valuta pregiata e già si registrano casi di violente proleste di acquirenti stranieri per inadempienze contrattuali. In analoghe difficoltà si trovanoje agenzie turistiche proprionel periodo di una forte richiesta di viaggi nei Paesi caldi. Le stesse rimesse degli emigranti, che per la bilancia dei pagamentùjappresentano una cospicua entrata, sono bloccate. Per le cambiali, in base a un accordo raggiunto tempo fa all'Abì (Associazione bancaria italiana), tutti gli istituti di credito si so7io impegnati, in periodo di scioperi, a prorogare i termini di protesto e a tenere gli effetti a disposizione della clientela fino a quando lo sportello presso cui sono messi all'incasso non assicuri tre giorni, anche non consecutivi, di apertura regolare. Ma tutto ciò non può durare all'infinito. Si avvicina Natale e i 7iegozi potrebbero restare vuoti. La Confcommercio avverte che il sistema distributivo è in gi7iocchio. Le vendite sono scese paurosamente in tutti i settori con cali che vanno da un minimo del 10 a un massimo del 30 per cento. Anche gli ali77ientarl e i ristoranti sono in tensione. Ed ecco die, pur di vendere o di vedere i tavoli pieni, si accettano ad occhi chiusi assegni, poco importa se firmati da clienti sconosciuti. Addirittura riveriti so7io poi i titolari delle carte di credito. Ma stanno anche sparendo i cartelli «qui non si fa I credito». La Confcommercio chiede al 77iinistro delle Finanze, Forte, di estendere agli sportelli bancari ed esattoriali le norme contenute nel decreto legge del giugno '61 che regolano il 7nancato o irregolare funziona77iento degli uffici finanziari. I7i questa materia, sostiene la categoria, ci vuole chiarezza e non lasciare la delicata materia dell'autotassazione e del pagarnento delle tratte alla interpretazione •imprecisa e soggettiva» degli organi di stampa. e. p.

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