II Cremlino vuole «approfondire» le proposte americane sul dialogo

II Cremlino vuole «approfondire» le proposte americane sul dialogo Cauto ottimismo del vicepresidente Bush: «Non ci facciamo illusioni» II Cremlino vuole «approfondire» le proposte americane sul dialogo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Mentre in America Latina Reagan la attaccava violentemente, l'Urss ha compiuto ieri la sua prima apertura verso gli Stati Uniti dalla successione di Andropov a Breznev. In risposta al discorso del presidente del 22 novembre scorso, l'ambasciatore sovietico a Washington Dobrynin ha espresso in una nota ufficiale «('interesse del pcus ad approfondirlo-. In un incontro col sottosegretario di Stato Eagleburger, Dobrynin ha detto che il Cremlino -desidera discutere nei particolari- le proposte del presidente Usa. La Casa Bianca ha definito l'iniziativa di Mosca -un tentativo di tenere il dialogo aperto, compiuto in un'atmosfera di affari-. Alla mossa sovietica ha fatto seguito una conferenza stampa del vicepresidente Bush improntata a un cauto ottimismo. Bush ha manifestato il parere che le difficoltà economiche sperimentate dalle superpotenze possano costituire per entrambe una spinta a negoziare. Ha escluso un vertice tra Reagan e Andropov a scadenza ravvici-, nata, affermando che -sarebbe inutile se si riunissero per guardarsi negli occhi-. Ha anche ammonito che il blocco del progetto del supermlssile Mx o comunque una riduzione delle spese del riarmo -darebbero all'Urss l'impressione sbagliata». Ma ha giudicato positiva la liberazione di Walesa e di altri detenuti politici in Polonia, aggiungendo che -il governo americano risponderebbe in modo distensivo alla fine della repressione». Dopo tre settimane di reci• proci sondaggi, Stati Uniti e Urss sembrano cosi accingersi a entrare nella fase, auspicata dal presidente, del contatti concreti. Il 22 novembre, esortando 1 sovietici a passare -dalle parole ai fatti», Reagan aveva avanzato le seguenti proposte: 1) reciproca notifica anticipata degli esperimenti dei missili intercontinentali; 2) identica notifica delle grandi manovre militari; 3) scambio di dati fondamentali sui rispettivi arsenali nucleari; 4) miglioramento del cosiddetto «telefono rosso», ossia delle comunicazioni di emergenza tra il Cremlino e la Casa Bianca per evitare crisi gravi. Nell'incontro con Dobrynin, 11 sottosegretario Eagleburger, che faceva le veci di' Shultz, in viaggio in America Latina col presidente, ha indicato che la sede adatta per la discussione delle proposte è Ginevra. I giorni scorsi, le due superpotenze hanno sospeso per le vacanze natalizie i negoziati sulla riduzione delle armi strategiche e di quelle di teatro. Uno del punti più importanti toccati da Bush nella sua conferenza stampa è stato quello polacco. Il vicepresidente ha ricordato che oltre alla liberazione di Walesa e degli altri detenuti politici, gli Stati Uniti hanno chiesto anche il ripristino di Solidarnosc e il rilancio del dialogo tra lo Stato e la Chiesa. A ogni provvedimento distensi¬ vo di Jaruzelskl, ha fatto capire, Washington revocherebbe una delle sanzioni adottate contro la Polonia. Un'altra svolta importante verso la distensione, ha aggiunto Bush, sarebbe l'avvio di trattative per una soluzio- ne politica della crisi afghana. Bush ha insistito sulla necessità di non creare eccessive illusioni parlando dei possibili cambiamenti della politica estera sovietica nel dopo Breznev. Rettifiche radicali di rotta non sono prevedibili in questo stadio — ha detto. — Un vertice tra Reagan e Andropov va preparato con attenzione e nella certezza che dia risultati apprezzabili. Non mi pare che nelle attuali condizioni il presidente vi sia interessato». Il vicepresidente ha infine parlato della Cina. «Non ci preoccupa — ha detto — un eventuale riavvicinamento di Pechino a Mosca. Anzi, pensiamo che servirebbe alla stabilità internazionale. Se i due giganti comunisti andassero una volta a letto insieme—ha concluso con un'immagine pittoresca — non per questo i rapporti tra Stati Uniti e Cina si guasterebbero per sempre» e. c