Jaruzelski: Verso la normalizzazione I vescovi: I sindacati sono un diritto

Jaruzelski: Verso la normalizzazione I vescovi: I sindacati sono un diritto Secondo il generale però «le condizioni di vita in Polonia restano diffìcili» Jaruzelski: Verso la normalizzazione I vescovi: I sindacati sono un diritto VARSAVIA — «Prendendo in considerazione il miglioramento della situazione del Paese il 'Wron" si rivolgerà al Consiglio di Stato (la presidenza collegiale della Repubblica) per chiedere die il Parlamento esamini tutti i problemi risultanti dalla proclamazione dello stato di guerra». Lo ha dichiarato ieri il generale Jaruzelski, primo segretario del poup. primo ministro e capo del «Wron» (Consiglio militare di salvezza nazionale), parlando ai minatori della miniera «30 anni della Repubblica popolare della Polonia» nell'Alta Slesia. Jaruzelski ha precisato: «Contiamo di prendere una decisione importante, ma nello stesso tempo delle misure che vadano verso la completa normalizzazione. Vogliamo tra l'altro togliere la militarizzazione delle imprese pur conservando per un periodo di tempo transitorio certe norme giuridiche che garantiscano il rispetto dei diritti e degli interessi dei minatori». «Stiamo attraversando un perìodo difficile, del tutto particolare, e da ciò proviene la necessità di soluzioni straordinarie. Conto sul fatto che queste soluzioni siano accolte con comprensione», ha sottolineato. «Se l'amministrazione degli Stati Uniti non rivede la sua politica nei confronti della Polonia, le autorità polacche possono vedersi obbligate a limitare i contatti e le relazioni con gli Stati Uniti», ha detto quindi il primo ministro. «Le restrizioni potrebbero riguardare i campi della cooperazione culturale, scientifica e tecnica». Jaruzelski ha ribadito ancora una volta che la proclamazione dello stato di guerra è stato senz'altro «il male minore» rispetto alla «guerra fratricida che si stava preparando e che avrebbe relegato la Polonia al rango di un Paese senza più nessuna importanza». Deplorando le vittime dello stato di guerra perché -ogni perdita di vita umana è deplorabile», il generale ha tuttavia sottolineato che la responsabilità morale per questi morti ricade su coloro che malgrado gli avvertimenti hanno spinto a provocare disordini e tensioni. Facendo quindi un quadro della situazione attuale. Jaruzelski è apparso più ottimista anche se ha riconosciuto che «le condizioni di vita della popolazione reètàho difficili». Tuttavia il primo ministro ha riconosciuto che.sono migliori di un anno fa. Una grande parie del discorso del generale Jaruzelski è [stata consacrata al ruolo «provocatorio» e ispiratore delle maggiori tensioni in Polonia svolto dagli Stati Uniti; '' Ieri si è conclusa la riunione della conferenza episcopale polacca. «Ogni 'vescovo delle diocesi della Polonia è stato ricevuto separatamente dal Papa, molto preoccupato per la situazione della Chiesa nella sua Patria», si afferma nel comunicato. «Negli ultimi mesi si sono avuti nel nostro Paese avvenimenti che hanno dolorosamente provato interi gruppi sociali e singoli individui. Tra l'altro sono stati disciolti tutti i sindacati, compreso Solidariiosc, che godeva del 2>restigio ,dl ampi strati «E' deplorevole che non si siano scelte altre vie, dal momento che la nazione aspira alla pace e all'ordine sociale», si sottolinea nel comunicato. Spiegando la posizione della Chiesa nei confronti dei sindacati si afferma: «Tra i diritti fondamentali della persona umana bisogna sottolineare il diritto dei lavoratori a fondare liberamente sindacati professionali che li rappresentino autenticamente e il diritto di ogni lavoratore a partecipare liberamente all'attività di questi sindacati senza rìschi di vendetta». Per ottenere «l'impegno di tutti gli strati sociali è necessario avere l'assicurazione che né i diritti dei gruppi né quelli dei singoli cittadini saranno arbitrariamente violati», affermano 1 vescovi, notando quindi: «Un problema particolarmente importante è 11 rispetto del diritto dell'inviolabilità della persona, del diritto al lavoro e a una ghista remunerazione».

Persone citate: Jaruzelski