Antonov al Tribunale della Libertà Entro lunedì si attende il giudizio di Liliana Madeo

Antonov al Tribunale della Libertà Entro lunedì si attende il giudizio Mentre da Sofia giunge una nuova minacciosa nota delle autorità bulgare Antonov al Tribunale della Libertà Entro lunedì si attende il giudizio Qualora non ci fosse, il funzionario sarebbe scarcerato - Si indaga sulla moglie dell'arrestato c su un misterioso personaggio che incontrò Agca al suo arrivo in Italia ROMA — Entro lunedi prossimo il tribunale della libertà deve pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione di Ivanpv Antonov,, presentata dai suoi legali, avvocati Consolo è Larussa. I difensori del vicecapo della compagnia aerea bulgara Balkan stanno preparando una memoria da lajggltingere •• ài /.-ricórso già avanzato: fanno riferiménto al nuovi elementi • a discarico def H&rS :B^strfó',*'c'hé'r;sóho emersi negli ultimi giorni dalle testimonianze che là magistratura ha raccolto. Se entro lunedi 11 tribunale non si pronuncerà, allora il mandato di cattura firmato dal giudice istruttore Ilario Martella sarà considerato decaduto, e Arttonov tornerà in libertà. E', questa, un ipotesi che negli ambienti giudiziari viene respinta con timore, per tutte le conseguenze che all'Intera vicenda deriverebbero. Ma un'eventualità simile è presa in considerazione dalla legge, e secondo alcuni è tutt'altro che improbabile. Il lavorio per appianare la friziona violenta apertasi fra Italia e Bulgaria! "dopo l'arrèsto di Ivànov e l'accusa di spionaggio mossa al due Italiani bloccati in un carcere di Sofia, tiene impegnate le diplomazie dei due Paesi e mobilita—con tutta la cautela che la delicatezza della situazione richiede — anche 11 mondo politico. Il liberale Anselmì, Incaricato per gli Esteri del suo partito, sollecita una chiara e ferma risposta del ministero degli Esteri sul caso Antonov: Se le notizie di stampa fossero confermate, si sarebbe in presenza di una situazione claìnorosa di spionaggio, di intrighi e ricatti assolutamenle inaccettabile per qualsiasi paese civile-. Da Sofia gli fa eco l'ennesima presa di posizione ufficiale bulgara, pubblicata dall'agenzia ufficiale di stampa Bla, che termina con questa minacciosa affermazione: «La Bulgaria non può rassegnarsi alle calunnie che ogni sorta di organizzatori di provocazioni le muovono in vista di deteriorare le sue relazioni, tradizionalmente buone, con l'Italia. La parte bulgara non ha di certo alcuna responsabilità per le conseguenze che ne deriveranno-. Del lavoro che gli inquirenti stanno svolgendo, trincerati dietro lo straordinario riserbo che è consueto in questa intricata Inchiesta, filtra l'indicazione che si indaga su due personaggi misteriosi quanto tutt'altro che secondari nella vicenda. Il primo è la moglie di Antonov. Ha lasciato l'Italia il 20 ottobre scorso. In quei giorni, ormai se ne erano accorti anche 1 portieri e i vicini di casa, era ormai chiaro che Antonov era pedinato. Sembra che non fosse una semplice figura «privata» nella vita di Antonov, ma anzi lavorasse per 'l'ambasciata e svolgesse precisi compiti di collegamento fra l'Italia e l'estero. Il secondo personaggio è un vecchio rebus per 1 nostri servizi di sicurezza, sospettato di essere un agente segreto le¬ gato, ai servizi di un Paese dell'Est. Il 13 dicembre 1980 si incontrò con Ali Agca all'Hotel Liguria di.Palermo. Agca veniva dalla Tunisia, appena sbarcato dalla motonave «Boccaccio». Il 14 Agca riparti' dalla Sicilia. Il 18 era a Milano. II19 a Genova. DI quel suo soggiorno in Italia c'è un «buco, di 4"giorni. Anche 11 misterioso' personaggio'' — gròsso mercante; di armi su Jc^Ia Internazionale, fornitóre delle organizzazioni terroristiche europee, implicato nei traffici di quel Bechln Celenk contro cui il giudice Martella ha emesso mandato di cattura internazionale — approdò in quel periodo (n Italia, e subito i nostri servizi di sicurezza gli misero gli occhi addosso. Era arrivato/con sette valigie e doppio passaporto, uno australiano intestato a Gerard Donovan, e uno iraniano a nórhe di J. Douzlan. SI presentava come segretario di un facoltoso uomo d'affari arabo per conto del quale trattava l'acquisto di complessi turistici. Un'attività che avrebbe fatto da copertura al commercio di armi. Pagava con assegni in dollari della Bank of New South Wales di Sydney.^ suol movimenti furono seguiti" e registrati, in" parte. Nel maggio 1981, una settimana prima dell'attentato di piazza San Pietro, riuscì a far perdere le sue tracce, seminando gli uomini che lo controllavano. Si eclissò nel pressi di San Felice Circeo. All'agenzia del Banco di Santo Spirito, all'aeroporto di Fiumicino, abbandonò in tre cassette di sicurezza—in seguito ritrovale e aperte — un vero tesoro: l'equivalente di circa dieci miliardi di lire in dollari. Liliana Madeo