Censimento: fallita in Cina l'ultima frenata demografica di Massimo Livi Bacci

Censimento: fallita in Cina l'ultima frenata demografica Censimento: fallita in Cina l'ultima frenata demografica Iprimi risultati del censimento del luglio 1982, appena resi noti dall'Agenzia Nuova Cina; non hanno tradito le aspettative degli esperti; il miliardo e nove milioni di abitanti, frutto del primi conteggi provvisori, è coerente con le stime circolanti negli ultimi anni,, con un ritocco in più di qualche -milione (meno dell'uno per cento). Se, dunque, i primi risultati del terzo censimento della Repubblica Popolare Cinese — i primi due si tennero nel 1953 e nel 1964 — non destanò sorprese, si attendono con impazienza i dati dettagliati, che impegnaranno studiosi e analisti per molti anni in uno sforzo gigantesco di interpretazione della società cinese. Le trasformazioni sociali e demografiche della Cina sono state profonde. Durante gli Anni 50 e 60 la natalità era molto elevata — attórno al 36 per mille negli anni di normalità—e tipica delle società del mondo in via' di sviluppo con limitatissima diffusione del controllo delle nascite. La mortalità, invece, era in fase calante se si eccettua la ripresa durante gli anni 1958-61 del «grande balzo in avanti» e della grande crisi alimentare. Si stima che in quei quattro anni, il rialzo della mortalità provocasse almeno 15 milioni di morti In più rispetto agli anni di normalità. Nel perlodq,Ì962-71, l'infijeméntò rfiedjò jiari a 20. ■Milioni di abitàriti in più alf ànrfo, u'h increménto pari ài 2,5% e tale da provocare il raddoppio della popolazione nel giro di meno di trent'anni. E' nell'ultimo decennio (1972-81) che si compiono i mutamenti più straordinari; la natalità scende al 22 per mille, la mortalità al 7; l'Incremento medio annuo, nonostante una popolazione molto accresciuta rispet¬ to al decennio precedente, scende a 14 milioni. Alla base delle fortissima riduzione della natalità degli Anni 70 sta la nuova elaborazione della politica demografica cinese volta a diffondere un rigido con-' tròllo delle, nascite. Un'età elevata al matrimonio ; 11 divieto di mettere al mondo un terzo figlio e la diffusione, con un complesso sistema di mètodi incentivi e coercetivi, del modèllo di famiglia con un solo figlio; l'obbiettivo di una crescita annua dello 0,5 per cento per il 1985 e di una crescita nuila per la fine del secolo: ecco ' i cardini dell'attuale politica. Questi obbiettivi, tuttavia, si stanno rivelando troppo ambiziosi. Dopo la forte diminuzione avvenuta nella prima parte degli anni '70, la natalità negli ultimi anni si è stabilizzata e, a giudicare dai dati recente-' mente diffusi, ha avuto una lieve ripresa nel 1981. Ciò proverebbe che gran parte della forte riduzione dell'ultimo decennio è frutto più degli effetti di una politica di coercizione che non di una ' spontanea adesione agli obiettivi nazionali. La penalizzazione economica delle coppie che non si uniformano alle direttive,' l'opera di «persuasione» di funzionari ed amministra- ' tori, le sanzioni politiche è sociali verso i devianti, la pVera e propria^ Coercezione . [..'hanno sortip<$.!èfj£t;ti ràpidi! ! "ma ; non hint\o' catturato "l'intima adesióne della po. polazlone al modello di famiglia con uno o due figli. Ulteriori regressi della natalità, specialmente nelle aree rurali, sono assai difficili; ogni pausa e incertezza nelio sforzo di pressione e convincimento delle coppie si può riflettere in una pausa nella discesa od in una ripresa della natalità. I governanti cinesi, d'al¬ tro canto, stanno anche rendendosi conto che gli attuali obbiettivi demografici sono non solo ambiziosi, ma anche poco convenienti. Il principio ispiratore della politica demografica, sta nella constatazione che anche nel caso di un ulteriore calo della natalità almeno altri 200 milioni di abitanti si aggiungeranno alla popolazione attuale prima della fine del secolo. La realizzazione delle «modernizzazioni» richiede un rapido accumulo di capitale che permetta la crescita della produttività senza impedire il necessario miglioramento delle condizioni di vita. Questo non può. avvenire con l'attuale ritmo di crescita demografica: da qui l'obbiettivo di ridurla allo 0,5% nel 1985 e allo zero nel 2000. Per raggiungere questi obbiettivi, però, la frenata deve essere molto brusca; infatti, negli .Anni 80 e 90 entreranno in età riproduttiva le generazioni nu'merossime nate dalla metà degli Anni 50 alla metà degli Anni 70. Anelli se le nuove coppie si limitassero a mettere al mondo solo due figli a testa il numero delle nascite supererebbe di gran lunga quello delle morti. Per raggiungere l'incremento zero nell'anno 2000 bisognerebbe che 11 numero medio di figli per coppia scendesse addirittura a meno di uno verso la fine di i questo secolo.,: Ciò è ; da : escludersi pecchie ordini di ..motivi. ■ ' ' o.* ;-,■ • : E' infatti : da. escludersi una piena adesione al modello del figlio unico che, a causa delle eccezioni per le minoranze e gli Inevitabili errori,, condannerebbe' un'alta proporzione di coppie alla sterilità. D'altro canto, lo stesso raggiungi-, mento dell'obbiettivo prefissato provocherebbe delle conseguenze strutturali di lungo periodo sfavorevoli. Nell'anno 2000 — è véro— la situazione sarebbe favo:revole poiché circa il 15% ideila popolazione sarebbe costituito da giovani con 'meno di 15 anni, un altro 7% da anziani con oltre 65 anni ed 11 residuo 78% da persone in età attiva. Ma una generazione più tardi (nel 2035) la struttura per età sarebbe profondamente sconvolta; le numerosissime leve di nati negli Anni 50, 60 e 70 sarebbero allora anziani improduttivi mentre 1 pochi nati di fine secolo costituirebbero il nerbo ■ della popolazione attiva. Avremmo, allora, il 35% di anziani, un po' meno del 15% di giovanissimi ed un esiguo residuo di poco superiore al 50% in età attiva sui quali graverebbe il mantenimento di vecchi e bambini. Ciò che i governanti cinesi cominciano a capire è che 11 solo obbiettivo demografico non può essere quello di frenare la crescita il più velocemente possibile. Le 'conseguenze di una politica volta solo a questo (e che solo la Cina ha la forza e, diciamolo pure, la brutalità di porre in atto) significa lo sconvolgimento di delicati equilibri di struttura per' età da cui dipendono tanti delicati equilibri della vita economica e sociale; tale sconvolgimento, inoltre, è - pregiudizievole allo sviluppo, nel lungo periodo, tanto quanto 11 veloce incremento : .demografico. . ,' Le recenti difficoltà della ; politica5 demografica; la1, ' lontananza'dagli obbiettivi prefissati (un incremento dell'1,4% nel 1982, lontano dallo 0,5% previsto per il 1985) preludono forse ad una revisione dell'attuale politica con obbiettivi menò ambiziosi e più facilmente accessibili che diano tempo al sistema sociale e demografico di adattarsi e modificarsi senza traumi. Massimo Livi Bacci

Persone citate: Anelli

Luoghi citati: Cina