La cometa di Halley contatto a vista Incontri ravvicinati fra tre anni di Piero Bianucci

La cometa di Halley contatto a vista Incontri ravvicinati fra tre anni La cometa di Halley contatto a vista Incontri ravvicinati fra tre anni L? HANNO ritrovata: la r cometa di Halley non si è persa nella buia periferia del Sistema Solare come qualcuno incautamente aveva supposto. L'avvistamento è avvenuto ' a Monte Palomar, grazie al più grande telescopio del mondo occidentale. E' un fioco puntino di luce, confusala miriadi di stelle nella costellazione del Cane Minore, ma è certamente lei, la più celebre tra le comete, osservata l'ultima volta nel 1910, quando passò vicina al Sole e avvolse addirittura la Terra nella sua coda tenue e vaporosa. La caccia alla cometa di Halley era aperta da parecchi mesi; Nello scorso febbraio Harian. Smith ha fat- ' ' to un tentativo molto serio f di catturarla In una fbtó1 grafia con 11 telescopio dell'Osservatorio- McDonald, In Texas. Non trovò nulla. Allora la cometa si trovava a 1,6 miliardi di chilometri dàlia Terra. La sua magnitudine poteva essere intorno alla ventlseiesima: più o meno come una candela a 80 mila chilometri di distanza. Altri erano più ottimisti e dicevano che doveva essere di ventiquattresima magnitudine (una candela a 13 mila chilometri), La cercarono anche astronomi di Mónte Palomar, in California, di Kitt Peak, in Arizona, di Mauna Kea nelle Hawaii, di Siding Sprlng in Australia. Niente. Brian Marsden, uno dei maggiori esperti di comete, . sentenziò che la Halley non sarebbe stata avvistata prima dell'autunno 1983. SI è sbagliato. Capita anche agli astronomi più bravi. La cometa di Halley passera vicino al Sole 11 9 febbraio 1986 e l'il aprile sfiorerà la Terra (si fa per dire) a 62 milioni di chilometri. Potremo vederla a occhio nudo, ma molto meglio la scruteremo con alcune sonde spaziali che tenteranno di avvicinarla. Prima a partire sarà una sonda sovietica, nel. gennaio 1985, chiamata « Vene^ra-Hji)}ey^:;Dopo latcqni mesi, in luglio, prenderà il via una sonda giapponese, prima missione interplanetaria di quel Paese, che giungerà all'appuntamento nel marzo 1986. Entrambe ; queste navicelle si manterranno a una distanza di sicurezza di 10 mila chilometri- . . ' Le comete, Infatti, sono costituite di ghiaccio e granelli di polvere che spargono nello spazio. La polvere cometaria, per quanto fine, può essere per una sonda un proettile mortale,, in' quanto l'urto avviene alla velocita relativa di 200 mila chilometri orari. Toccherà a una terza^ sonda, quella dell'ente spa-; ziale europeo (Esa) sfidare questo pericolo.' Lanciata nell'estate del 1985 con un razzo «Ariane», la sonda europea costeggerà il nucleo cometario ad appena/ 200 chilometri, attraversando completamente la chio-; ma, per poi ancora riprendere Immagini dell'altra, faccia della cometa. Per difendersi avrà una doppia corazza. Il suo «occhio» sarà uno speciale telescopio di costruzione francese. L'Italia contribuisce fornendo 11 cilindro- paraluce del telescopio e lo specchio plano interno al telescopio stesso. La missione europea si chiama «Giotto», dal nome del pittore che per primo ritrasse realisticamente la cometa di Halley, ispirandosi alle proprie osservazio¬ ni. Il dipinto è la «Natività» della Cappella degli Scrove-. gni di Padova. La Halley \ era apparsa alla fine dell'estate del 1301. Giotto la dipinse non più di tre anni dopo, contravvenendo alla tradizione Iconografica, che fino ad allora si era attenuta a una stella stilizzata a punte, senza coda. Per una singolare combinazione, ' proprio a Padova, sotto la guida di Cesare Barbieri, si costruiscono le parti italiane del telescopio della missione «Giotto». Sotto l'accetta che ha tagliato i fondi alla Nasa è Invece caduto il progetto di una sonda americana per Halley. Gli astronomi Usa si accontenteranno di osservare là: «ómetSfcon tt^elé* i scopio orbitale-dà M'ittétrl ! di 'obiettivoèhéltf'snutfté j sbarcherà nello spaziò nella primavera del 1985. Com'è fatta una cometa? Il modello ormai accettato da una trentina di anni è quello della «palla di neve sporca» proposto da Fred Whipple. Secondo Whipple le comete sono essenzialmente blocchi di ghiacciò contenenti impurità polverose e un po' di ghiaia. La massa è piccolissima: spesso 1 non supera quella di una montagna. E piccolissimo è il nucleo cometario: meno < 5 chilometri. Ma quando il' nucleo arriva in vicinanza del Sole, il ghiaccio sublima e si forma prima una vasta «chioma», cioè uria atmosfera estremamente rarefatta che avvolge 11 nucleo, e poi una «coda» che si al. lunga in direzione opposta ì al Sole, sotto la spinta della sua radiazione e l'effetto del «vento solare». Due sono 1 meccanismi che rendono luminosa la' chioma e la coda: la radiazione solare, viene diffusa' dal pulviscolo e le particelle nucleari del «vento solare» Ionizzano i gas dispersi rendendoli fluorescenti. Spesso nelle comete sono ben distinguibili due code, una di polveri e una di gas ionizzati, entrambe estese per centinaia di milióni di chilometri. Le comete seguono orbite molto ellittiche, che le portano a grande distanza-dal, .«Sole^feeriflittsfe&ililQrorpe- i riodo orbitateci» genere ' lunghissimo, misurabile a ' migliaia e decine di migliaia di anni. DeJle^pO comete finora osservate poche hanno un peflpjto appena di qualche anno e la Halley, con il suo periodo di 76 anni, è la più brillante tra quelle che ritornano frequentemente, .-. i L'evaporazione dei gas cometari spièga,anche, come ha suggerito Whipple, uno strano fenomeno. Certe comete, ^per esemplo quella di Encke, anticipano il loro ritorno come se acce^ lerassero, altre, come quella di Halley, lo ritardano. Queste irregolarità sono dovute al cosiddetto «effetto razzo». Le molecole di gas che volano via dalla parte della cometa riscaldata dal Sole si muovono a varie decine di metri al secondo e Inducono nel nucleo cometario una reazione in senso opposto, proprio come i gas che escono dall'u-i gello di un missile. Se 11 nucleo ruota nella direzione del moto attorno al Sole 11. periodo orbitale aumenterà; In caso contrario si abbrevlerà. Il materiale disperso è in media di ,10 tonnellate al secondo. Le comete sono testimonanze «fossili» dell'origine del sistema solare: il loro Idrogeno e 11 loro ghiacciò sono gli ingredienti della nebulosa ;dal ,cùl .seno. 4,6 . .mUionJ><U Bnniofa.wscirono la nostra stella e i pianeti. Secondo Oort rimarrebbero ben cento miliardi di comete, addensate a circa 50-100 mila unità astronomiche dal Sole (unità astronomica - distanza TerraSole - 149 milioni di chilo metri). DI tanto In tanto una di esse, disturbata gravitazionalmente da qualche stella, viene dirottata verso di noi e dal suo lontano paese viene a parlarci delle comuni orìgini. Piero Bianucci Ritrovata con il telescopio di Monte Palomar L'orbita della cometa di Halley e quella della Terra,, con gli .appuntamenti delle sonde spaziali < il' za ma Telescopio! spaziala USA verrà' lanciatone! 1985)

Luoghi citati: Arizona, Australia, California, Hawaii, Italia, Padova, Texas, Usa