Partì da Lucca per cercare i Niam Niam cannibali senza ferocia di Francesco Rosso

Partì da Lucca per cercare i Niam Niam cannibali senza ferocia Il diario dell'esploratore Carlo Piaggia Partì da Lucca per cercare i Niam Niam cannibali senza ferocia j "XTIAM Niam», cioè guerra, guerra. Con questo no\\ lN me sl indicavano popolazioni stanziate a cavallo dell'Equatore, dove sgorga 11 Nilo Bianco, le cui sorgenti, ancora un secolo addietro, si credeva fossero in cielo. I Niam Niam erano descritti come feroci, cannibali, inverecondi perché abitualmente ignudi, poligami e incestuosi, dagli arabi di Kartum i quali, ogni sei mesi, si spingevano sempre più a Sud a contrattare avorio e catturare schiavi. Oggi, a Kartum, si dicono all'incirca le stesse cose dei sudanesi di Equatorla, spesso ribelli. Li disprezzano perché negri, coi capelli crespi, labbra tubolari, nasi schiacciati, selvaggi e indocili, mentre i sudanesi autentici sono niìoticl, simili agli egiziani della Nubià, quindi civili. Quei •selvaggi- discendenti del Niam Niam vivono tlittore alle soglie dell'Equatore, si chiamano Azande, una delle tante tribù Karamojia. Sono perennemente ignudi, poligami, forse incestuosi/Non sono cannibali. Occupano un vasto territorio boscoso ed un poco montuoso fra il Sudan, lo Zaire e l'Uganda, ed è possibile visitarli, ma non facile fotografarli, senza pericoli. Ho trascorso alcuni giorni fra loro quando combattevano per ottenere l'indipendenza dal Sudan, arrivando dall'Uganda, prima di Amin. Penso che i costumi degli ex Niam Niam non siano mutali di molto da quando un secolo addietro, primo europeo a visitarli, fu il lucchese Carlo Piaggia, outsider fra gli esploratóri, che parti da Kartum solo, con poche carabattole per gli scambi, due fucili, del chinino, qualche candela, ed un asino. Nato in uno sperduto villaggio della Lucchesi» da poveri mugnai, era posseduto dal desiderio dell'avventura. Fu . giardiniere del Bey a Tunisi e poi, approdato ad Alessandria d'Egitto, sl improvvisò cappellaio, rilegatore, muratore, verniciatore. Ma fu soprattutto cacciatore, passione che lo portò a Kartum. Senti parlare del Niam Niam e delle misteriose sorgenti del Nilo Bianco, e parti alla ventura per scoprire gli lini e le altre. Non trovò le sorgenti del fiume, però giunse fra i Niam Niam. Non gli parvero feroci come il descrivevano. Mangiavano carne umana, è vero, ma soltanto quella dei ne' mici. Erano cosi poco feroci che quando combattevano conlavano il numero del morti. A chi ne aveva avuti meno dicevano: «Hai vinto tu», e facevano pace. I morti non erano mai più di trenta e, ritualmente, I vincitori mangiavano carne dei nemici. A sua Insaputa, e con l'immaglnabi le disgusto successivo, ne mangiò anche Carlo Piaggia. Non avevano il concetto della divinità, erano animisti soggetti alle manifestazioni della natura, e tali sono ri¬ tornati dopo la cacciata dal Sudan dei missionàri Combontarìi. Il capo tribù, In questo caso Tombo, poteva possedere duecento donne e sposare le proprie figlie; Gridavano «Niam Niam», guerra, guerra, quando arrivavano I turchi, cioè europei ed arabi mercanti di avorio e razziatori di schiavi, e si nascondevano nelle foreste. Carlo Piaggia, esploratore solitario, più tardi definito •missionario laico» per la mitezza del suo temperamento, visse tra loro quasi due anni, e di quel suo primo viaggio, ricco di esperienze, sovente tragiche, ha lasciato memoria In un diario rimasto inedito per oltre un secolo. Sono pagine di un autodidatta incolto, di lettura un po' faticosa, eppure affascinanti. Le pubblica ora Mondadori nella collana «I libri ritrovati» ed è un notevole apporto alla ' conoscenza di popoli ancor oggi poco noti, e danno popolaritàad u n personaggio che ha dell'inverosimile. I racconti della caccia ad elefanti, rinoceronti., ippopotami, ghepardi, leoni, la consuetudine con le donne della tribù, vogliose, trascurate, ma tabù che trascorrevano le notti ad accarezzargli 1 capelli e la barba, curiose di sapere se sotto era davvero tutto bianco, le razzie dei negrieri, le lotte tribali, 1 tragici adulteri, formano il grande affresco delle avventure vissute dall'uomo bianco e vestito, fra INiamNiam neri e nudi. . II diario rimase Ignorato anche quando il Piaggia era ormai esploratore famoso, l'Imperatore del Brasile ed il Kedivé lo ricevevano al Cairo, ed Umberto I. al Quirinale, lo nominava cavaliere. Tentò invano di farlo pubblicare, ma tutti gli editori glielo rifiutarono. A Torino pregò De Amlcis di metterglielo, in buon italiano, ma Edmondo dei Languori non volle occuparsene. II diario rimase sepolto nell'Archivio di Stato di Lucca, finché dall'oblio non lo trasse Giovanni Alfonso Pellegrinettl che lo ha corredato di limpidi commenti. Ora sono leggibili pagine in cui sono narrate esperienze violente, con europei ed arabi che consideravano i Niam Niam meno di animali, razziandoli, vendendoli, uccidendoli senza scrupoli. Le poche righe dedicate al massacro ed allo squartamento di molti Niam Niam, che il Piaggia aveva sempre protetto, barche colme di corpi dilaniati dal negrieri per non essere scoperti dalla polizia egiziana col carico di schiavi, provocano orrore. Carlo Piaggia mori di malaria nel gennaio del 1881 mentre sl preparava a risalire il Nilo Azzurro diretto in Etiopia Non volle essere sepolto nel cimitero di Kartum; c'erano troppi negrieri. Avvolto in un lenzuolo fu seppellito sotto un baobab. Francesco Rosso Carlo Piaggia: «Niam Niam», Mondadori, 334 pagine, 14.000 lire. e Tipi di abitanti del territorio dei Niam Niam

Persone citate: Carlo Piaggia, De Amlcis, Giovanni Alfonso Pellegrinettl, Mondadori, Umberto I.