Rileggiamo Mallarmé liberato dalle etichette di Giovanni Bogliolo

Rileggiamo Mallarmé liberato dalle etichette Sette poeti per una traduzione Rileggiamo Mallarmé liberato dalle etichette LE cose non sono molto cambiate da quando Marcel Raymond, In quel Da Baudelaire al Surrealismo che rimane il primo e il più sicuro portolano della poesia contemporanea, tracciava le due famose rotte che partono, divergendo,' dal poeta dei Fiori del male: quella del' •veggenti», che porta a Rlmbaud e al tanti innamorati dell'avventura che l'arino seguito e quella degli «artisti», che attraverso Mallarmé arriva a Valéry. Allora, in piena esplosione del' Surrealismo, la prima sembrava monopolizzare la posterità e all'altra, proletta dal suo rigore e dal suo ermetismo, si riconosceva soltanto il merito di un'utopistica assolutezza e la colpa di una quasi eroica sterilita. La seconda parte del secolo ha parzialmente smentito questa impressione e, una volta placatisi 1 bollori delle avanguardie, ha visto tanti poeti arrovellarsi nella ricerca di un'inaccessibile purezza: ' senza che l'astro di Rimbaud giungesse mai a tramontare, quello di Mallarmé ha preso a brillare di luce sempre più intensa e sicura. Più che una genealogia di discepoli. Mallarmé è parso fondare una concezione sacrale della poesia che, in Francia come altrove, ha nutrito ricerche disparate ma soggette ad uno stesso altissimo regime di ambizione e di rigore e che ancor oggi consente di ricondurre ad un'esigenza comune esperienze che coprono nella divaricazione che separa un Proust da un Oide. un Bonnefoy da un Claudel, un Richard da un Blanchot o anche i poeti Ermetici dall'esempio dì Ungaretti tutta la ' mappa della letteratura contemporanea. Il paradosso di questa ridda di appropriazioni è che sono riuscite a convivere senza forzare l'immagine di Mallarmé e quasi ' senza doverne fornire interpretazioni. conti astanti: a fungere da modello è quasi sempre bastala l'interpretazione corrente, o addirittura quel luogo comune della mitologia letteraria (l'asceta della parola il poeta dell'oscurità, il creatore del Libro iperbolico e sempre progettuale, ecc.) che fin dall'inizio ha tenuto luogo di più approfondite analisi critiche.' ' Oggi ci si. rende conto che un sècolo di straordi¬ naria fortuna del mito Mallarmé è riuscito a malapena a scalfire 11 "caso" che attorno a questo poeta . teorico della poesia si era istruito e che l'accesso alla lettera del suo pensiero è ormai reso difficile proprio dall'ovvietà di tante letture ammirative e dalla-gratuità di tante esagerazioni. Si sente l'esigenza di, una lettura non pregiudiziale dell'opera, ed è a questa esigenza che sembra rispondere la nuova traduzione Italiana che dell'esiguo, canonico volume della prosa e della poesia di Mallarmé offrono alcuni poeti (Cescon, Cucchi. Magre 111, Orlesta, Pontlggia, Qulrlcont, Rabonl) uniti da solidarietà estetiche ma. soprattutto generazionali. Non si tratta di cercare ad ogni costo un nuovo Mallarmé, né di illudersi di poter mettere a fuoco, con l'ausilio di una rinnovata verginità di lettura, quello vero;. ma di apportare ad una immagine da tempo consacrata quelle correzioni che la sensibilità di nuove leve-di lettori può desiderare e che la tardiva acquisizione di molti inediti potrà presto autorizzare: un altro piccolo passo per arrivare a scoprite il poeta • Quale in lui stesso al/ine l'eternitàlomuta-. Giovanni Bogliolo Sléphane Mallarmé: •Poesia e prosa», a cura di Cosimo Ortesta, Intr. di J acquetine Risse t, Guand a, pagine 515, lire 40400. Mallarmé in un ritrailo di Renoir di rid d i d fi i

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