Cavaliere errante in pigiama contro i vampiri di Furio Jesi

Cavaliere errante in pigiama contro i vampiri Una fiaba di Furio Jesi Cavaliere errante in pigiama contro i vampiri Avolte si direbbe che le fiabe _ abbiano una gran voglia di farsi raccontare. Come se preesistessero in un loro limbo misterioso alla penna di chi le scriverà, sembrano appropriarsene * quasi di sorpresa, forzando la mano a un autore occupato magari in tuttaltre faccende intellettuali: un reverendo Dodgson, professore di matematica e studioso di logica, divenuto Lewis Carroll quando Alice si impadronì di lui; e oggi un Furio Jesi, egittologo, mitologo, germanista, morto immaturamente net 1980, che fra tante opere attinenti alle discipline de lui esercitate scrisse anche, come per sbaglio, un romanzo fantastico per ragazzi intitolato La casa incantata. Afa non è avvenuto per sbaglio, naturalmente; e nemmeno è vero che i racconti si scelgano a capric¬ cio il proprio autore. Una predisposizione c'è sempre: Jesi, narrando in uno dei primi saggi un suo viaggio ut Egitto, notava la propria impressione di procedere sulle acque del Nilo verso una remota infanzia, ben più antica del tempo egizio; e chi-sente 'nei propri anni infantili un tate spessore di antichità è quasi sicuramente predestinato alla fiaba. La casa incantata non ha nulla di forzata, di compiaciuto o di occasionale. Libro per bambini — illustrato adesso dalle estrose tavole in bianco e nero di uno specialista come Luzzati — fu chiaramente scritto dall'autore anche per se stesso. E' di nuovo la storia di un viaggio; una queste, o ricerca avventurosa, come nei romanzi cavallereschi. Solo che, al posto di un cavaliere errante, c'è un bambino in pigiama; forse un bambino che sogna, benché questo, giustamente, non venga mai ammesso. In quanto al territorio della ricerca, è la sua casa stessa, dilatata dall'incantesimo fino a-comprendere dietro gli sportelli del buffet una foresta di tronchi di cristallo, che sono poi steli di bicchieri, un teatro sotterraneo, un castello (che è una zuppiera), le infide Rocce Pallide dai tentacoli semoventi, e rovine di città, colline verdi, dimore di vampiri. Di vampiri si parlamolto nel libro: è riportata persino una lettera del conte Dracuta al proprio camiciaio (si tratta beninteso di camicie da notte), nonché una ricetta vamptrica per il sangue alla maitre, purtroppo incompleta, com'è incompleto.il romanzo del Vampiro Rosso di cui si ricercano le. ultime pagine, oggetto della queste. Sono in fondo loro, i vampiri, a reggere la tramai, cosa-che' fanno sema alcuna trucu-. lenza, anzi con molta ino-: ■ biltà; non per nulla appartengono a distintissime stirpi e portano nomi come, per esempio. Dente de las Vampiras y Sanguignas, di Toledo. Un divertimento di studioso e di letterato; si dirà, inaccessibile a chi non possieda già una certa cultura in materia. Ma oggi qual è il bambino a cui la televisione e i fumetti non ne abbianodata almeno un'infarinatura? E tanto meglio, del resto, per il piccolo lettore che ne fosse davvero digiuno. Potrebbe così affrontare questo bel racconto di fantasia con l'assoluta serietà della fantasia assorta, che va tanto più. a fondo del mero divertimento. Si sa di bambini che hanno letto l due libri di Alice con grande passione, e senza un sorriso. Forse — supponendo. che le fiabe vadano in cerca, oltre che del loro autore, del lorofruitore ideale — la fiaba della Casa incantata è proprio in cerca di un lettore cosi. B. Sol inas Donghi Farlo Jesi, «La casa incantata». Illustrazioni di Emanuale Lazzati. Vallardi, 12» pagine, 12490 Bre."

Persone citate: Donghi, Furio Jesi, Lazzati, Lewis Carroll, Luzzati, Vallardi

Luoghi citati: Egitto, Jesi, Toledo