I leggendari codici della Vaticana in facsimile da 8 milioni di Simonetta Robiony

I leggendari codici della Vaticana in facsimile da 8 milioni Accordo con un «pool» di editori per la riproduzione I leggendari codici della Vaticana in facsimile da 8 milioni ROMA — Monsignor Stickler aveva tre problemi: dove trovare i soldi per costruire nuovi locali per i suoi libri, come contribuire alla diffusione dell'enorme patrimonio culturale che gli era stato affidato, quando dire di si e quando dire di no a chi gli chiedeva di consultare o di fotocopiare i suoi libri. In effetti monsignor Stickler aveva un problema solo: in quale modo dimostrare alla sua biblioteca l'amore che le portava. Monsignor Alphons Stickler, un professore di diritto canonico sopra la settantina, già rettore dell'ateneo salesiano, da dodici anni è il prefetto della Biblioteca Vaticana, una delle plU grandi e ricche del mondo anche perché, nella Vaticana, confluiscono raccolte private di inestimabile valore come la Palatina, la Urbinate, le biblioteche della regina Cristina di Svezia, dei principi Chigi, Borghese, Barberini. Per arrivare a monsignor Stickler e perciò alla Vaticana si deve attraversare il grande cortile di Sant'Anna, munirsi di un lasciapassare, tagliare verticalmente un paio, di cortili pi4 piccoli, raggiungere il palazzo della Biblioteca, mostrare il lasciapassare, e finalmente, grazie a un minuscolo ascensore appena installato si arriva, nel silenzio più assoluto, alle due sale di lettura. Sotto la cura di monsignor Stickler, che sente la propria responsabilità al punto da dormire perfino in un appartamento sopra la biblioteca, ci sono oltre un milione di libri stampati, ottomila incunaboli e settantamila manoscritti, molti dei quali su pergamena miniata. Ed erano proprio questi manoscritti a preoccuparlo di più: l'uso frequentissimo da parte di studiosi che andavano in Vaticano per consultarli o che chiedevano fosse loro inviata una fotocopia, stava danneggiando in maniera irreparabile le pergamene. Cosa fare? A suggerire una soluzione è stata una casa editrice tedesca, la Belser Verlag di Stoccarda che ha stipulato con la Biblioteca Vaticana un accordo ventennale per riprodurre in facsimile un centinaio dei codici piii significativi. Alla Belser si sono unite successivamente una casa editrice americana, la Harcourt Brace Jovanovic di New York, l'italiana Jaca Book, e la Iaxoanami-Shontan di Tokyo. «Certamente, anche i giapponesi — spiega monsignor Stickler —, perché 1 giapponesi oltre che della tecnologia occidentale vogliono impossessarsi della cultura». E adesso altre case editrici stanno seguendo il loro esempio: presto ce ne saranno una svedese, una spagnola, forse anche una francese. L'editore tedesco ha dovuto superare subito una difficoltà di fondo: nessun volume può uscire dalla Vaticana, neanche per essere restaurato. Per ovviare a questo ostacolo, nei sottoscala della biblioteca, sono state montate perciò le macchine necessarie alla riproduzione in facsimile: ogni pagina di manoscritto viene slegata, restaurata e fotografata fino a quando la diapositiva non è assolutamente identica all'originale. A quel punto la diapositiva viene spedita in Germania, riprodotta su carta e rimandata in Vaticano per un ultimo, definitivo controllo. Allora è pronta per trasformarsi in decine di facsimili. «Soltanto quando io ho messo la mia firma — dice Alphons Stickler — si può cominciare a stampare il facsimile del nostro codice ». Primo esemplare di questa nuova serie è il Codice di san Benedetto, ovvero centosessantadue fogli coperti di miniature, frutto del lavoro compiuto dai frati di Montecassino tra il 1058 e il 1087per raccogliere e raccontare la predica di Pier Damiani in occasione di una festa di san Benedetto, le vite del santo, di sua sorella Scolastica e di san Mauro. L'opera, tirata in seicento copie numerate, praticamente è stata già venduta tutta a un prezzo di otto milioni e duecentomila lire a copia, anche perché, secondo Stickler «è una delle più importanti testimonianze dell'arte figurativa romanica». Afa chi è disposto a spendere una cifra così alta per comprar' una copia di un libro, sia pure una identica perfino nelle piegature e negli strappi al suo originale? Alphons Stickler sorride: «Sa che anch'io avevo dei dubbi? Poi però ho visto i risultati Oltre alle biblioteche, agli istituti di ricerca, alle scuole di specializzazione che naturalmente si sono affrettati a chiederla, l'hanno comprata moltissimi privati. In Germania, per esempio, dove 11 Codice è in vendita affiancato da un volume di traduzione e di commento, su centocinquanta copie oltre un centinaio sono finite in mano a privati». Al Codice di san Benedetto, seguiranno la cosmografia del geografo Tolomeo di Alessandria, stampata in cinquecento volumi, la Carta del mappamondo di Andrea Walsperger, un semplice rotolo a tiratura illimitata, la Divina Commedia con le illuétrazioni di Botticelli. edita in trecento copie e la Bibia Pauperum, una versione semplificata delle Sacre Scritture stampata in trecentomila copie. Edizioni a tiratura limitata e a prezzo carissimo si alternano cosi, in questo progetto editoriale, ad edizioni a larga diffusione e dal prezzo più contenuto in maniera da rendere sicuramente redditizia questa iniziativa. Per tutti, anche per monsignor Stickler l'aspetto economico è importante. «Noi non abbiamo soldi — spiega — perché tutti 1 servizi della Vaticana sono assolutamente gratuiti; però abbiamo bisogno di molti soldi per amministrare questo patrimonio in maniera corretta». Cosi, in cambio dei diritti che le spettavano per la vendita dei facsimili, la Vaticana si è fatta fare un grosso prestito dalla Conferenza Episcopale tedesca, utilizzato immediatamente per costruire due nuovi edifici. Uno, accanto alle mura vaticane, ma appena piti basso.di queste, sarà una nuova sàia di lettura; l'altro, scavato nel cortile del Belvedere, farà da deposito di sicurezza peri manoscritti più pregiati. «Non potevo permettere — dice quasi a giustificarsi Alphons Stickler — che questa straordinaria ricchezza librarla andasse sciupata». E lei personalmente che uso fa di questa ricchezza d sue disposizione giorno e notte? «Io? Io non ho mai studiato tanto poco sui libri come da quando sono prefetto della Vaticana. Mi sento come un topo che muore di fame In mezzo a una forma di parmigiano». Simonetta Robiony t

Luoghi citati: Alessandria, Germania, New York, Roma, Stoccarda, Svezia, Tokyo