Ecco un atlante preciso dei luoghi che non esistono

Ecco un atlante preciso dei luoghi che non esistono Da Omero a Tolkien: tutta la geografia fantastica Ecco un atlante preciso dei luoghi che non esistono LA notizia, anzitutto. Due nipotini di Borges, accaniti frequentatori della biblioteca di Babele, Gianni Guadalupl italiano e Alberto Manguel argentino, ìianno compilato un poderoso Manuale del luoghi fantastici che gli scrittori hanno •immaginato in trenta secoli di letteratura, da Omero a Italo Calvino (Rizzoli, pp. 374, lire 40.000). Ad ogni luogo geografico corrisponde una voce di dizionario che riporta tutte le notizie .utili, e curiose: dall'evanescente Abaton che sir Thomas Bulfinch ipotizzò sul finire dell'Ottocento a Zuy, .prospero regno degli elfi situato in Olanda. (Sylvia Toumsend Warner, 1972). Per rendere. più sensibile l'illusione, le voci più importanti si presentano arricchite da mappe minuziose (di James Cook), e da disegni di monumenti significativi (di Graham Greenfield), a diretta imitazione delle guide del Touring, o di Michelln. Come si può leggere un dizionario geografico o sia pure tutto rigorosamente fittizio? Cercando i luoghi che si conoscono o quelli che si ignorano? Puntando sui classici o rincorrendo le bizzarrie dei minori, dei dimenticati e degli ignoti? Abbandonandosi al caso o agli adescamenti delle illustrazioni? Il fatto è che un volume del genere dovrebbe esser venduto con un personal computer. Solo introducendo nel computer tutti i dati che gli vengono generosamente of- ferti il lettore sarà in grado di costruirsi una mappa delle mappe, cioè di abbozzare schemi interpretativi attraverso l quali dare un senso a ■una produzione fantastica die l'oggettività dello .stile dizionario, tende per forza di cose ad appiattire.- Il problema è proprio questo: perché uno scrittore ricorre all'invenzione di una geografia fantastica? Tentiamo, senza computer, ma col solo aiuto di una vecchia matita, di stabilire delle grandi categorie, delle famiglie ideali. I paesi immaginari sono anzitutto il luogo deputato dei mito (Omero, Platone! e del diverso, cui si accompagna puntualmente il concetto di mostruoso: gli Arimaspi monocoli e i Mirmicoleonl di Erodoto, mezzo leoni e mezzo formiche: i Blemmi africani di Plinio, antropofagi sema testa; i Dondumiti, i ciclopi orientali di John Mandeville, che nel Trecento descrisse il mondo senza mal muoversi di casa. O ancora, possono off lire l'occasione per fare il verso al sapere accademico (Rabelais). Un'altra grande partizione può essere quella del verosimile positii'ista alla Jules Verne e del dichiaratamente fiabesco. Per un Salgari che ipotizza che nel Trecento la Repubblica di Genova avesse scavato un canale sotterraneo da Lerici al Brenta per prendere di sorpresa Venezia, quanti maghi, e streghe e r e gnomi, quanto fantastico allo stato puro: le contrade ariostesene, la Arkham dt Lovecraft, città di culti magici, la Brocéllande degli elfi bretoni (Tennyson), la foresta di Fangorn (Tolkien), le isole fatate deZZ'Amadigl di 'Gaula. le .remote nazioni, di Swift, la shakespeariana. Isola di Prospero nella Tempesta... (E sui luoghi dt Tolkien esce proprio in questi giorni I viaggi di Frodo, uno mappa per aggirarsi fra lo .HobbiU e .11 signore degli anelli, a cura di Barbara Strachey, Rusconi, 110 pagine con 50 tavole, 12.000 lire). Ma la categoria piti fittamente rappresentata è quella della metafora filosofica e politica e esistenziale (il Bussati del Deserto del Tartari;. Gratta un poco il geografo Immaginario, e sotto troverai l'utopista che fa sul serio (Campanella, Tommaso Moro), l'uomo deluso che lancia alla società del suo tempo strali satirici e apologhi nutriti di ironico dissenso, che cerca una rivincita sulla pagina o accarezza profezie che nessuno ha voglia di ascoltare. Qui l'intento didascalico e polemico è chiarissimo, ma i messaggi e le ideologie sono in guerra tra loro. Se l'Armonia di Fourier è regolata da un'organizzazione ferrea che tutto prevede e dispone, la Balnibarbi di Swift va in rovina proprio per un eccesso di progettazione, per un peccato di superbia intellettuale (ciò non toglie che nella Terra degli Huyhnhnm dello stesso Swift l saggi cavalli si dedichino con successo al culto della ragione, dell'amicizia e della benevolenza). Nell'Erewhon di Butler si studia l'Ipotetica, perché insegnare quello che già esiste significa fornire un'idea angusta dell'universo. Ma l'Isola della Filosofia dell'abate Balthazard (1790) non ha un governo, percìié i presunti sapienti non riescono a mettersi d'accordo su quale sia il sistema migliore. In generale, ci accorgiamo anche senza computer che sui paesi dell'Utopia, in cui Individuo .pesa, così poco e vien trattato da irresponsabile, grava la nuvola sospetta dello stalinismo... Anche nei luoghi fantasti¬ ci la scienza si distingue più per le sue malefatte che per le sue virtù liberatrici. A London-on-Thames, città africana scavata nella roccia, uno scienziato pazzo ha creato dei gorilla che parlano inglese e si credono la reincarnazione di personaggi storici del sec. XVI (Burroughs). Nel sovchoz del Raggio Rosso un inventore distratto crea torme di mostri affamati, prolifici e distruttivi (Bulgakov, Le uova fatalU. Nella Mechanopolis dt Unamuno i robot cacciano gli uomini, die poi è anche il programma della Prima Internazionale del robot di Corei Capek (R.V.R.). Nell'isola di Noble, il dottor Moreau di H. G. Wells combina grossi pasticci di ingegneria genetica. L'esperienza storica sembra insomma ammonire i geografi immaginari a non indulgere all'ottimismo. Dove trovare, se non la beatitudine, un rifugio decente? Non certo nei cupi continenti sotterranei inventati a getto continuo da Burroughs. Forse nell'Euphonia di Berlioz, la cittadina interamente consacrata alla musica, o nella Mahagonny di Brecht, città di erotiche delizie, o nel Regno di Oz, sede di un matriarcato provvido e assistenziale. Per chi ama la discrezione dei purgatori, ecco la Flatlandia di Abbott, paese di pura geometria, dove le donne sono linee rette, i borgliesi dei triangoli equilateri e i professionisti del pentagoni. O la Terra del Presente intravista dal Gordon Pym di Poe, dove gli abitanti sono prii>i di memoria e ogni Istante è nuovo e perfetto. Fra tanti-paesi contro, fra tanti mondi alla rovescia in cui viaggiano con un sorriso di sufficienza, può incontrare d'incontrare all'improvviso una landa in cui, in questi tempi di schizofrenia dilagante, ci riconosciamo subito. E'il Granducato dove, secondo E.TA. Hoffmann, si aggira il filosofico Gatto Murr: là gli abitanti passano il tempo a sdoppiarsi nei loro contrari. Emesto Ferrerò I! castello della «Bella addormentata»

Luoghi citati: Genova, Lerici, Olanda, Venezia