Garzanti: smettiamola di fare i libri come coriandoli di Giorgio Calcagno

Garzanti: smettiamola di fare i libri come coriandoli n.«I'y>t ».*♦«» Intervista all'editore, mentre esce la nuova «garzantina» Garzanti: smettiamola di fare i libri come coriandoli MILANO — Sul tavolo di Livio Garzanti c'e un oggetto difficile da nominare: un volume di 1500 pagine, circolante al moménto in dieci copie, ancora fresche di colla, per gli uffici della casa editrice. Sul frontespizio c'è scritto Nuova Enciclopedia Universale, ina tutti la chiamano «la garzantina» e lui ha già fatto sapere — Inùtilmente — che la cosa gli dà fastidio, Chiamavano «garzantina». la prima edizione, uscita ventanni fa, venduta in un milione e mezzo di copie; cosi cóme chiamano «garzantini» 1 dizionari, senza che Garzanti possa impedirlo. «Questo è un nome che tracima, mi Investe», dice, come per difendersi. In sua presenza, è meglio non usarlo. I ' Livio Garzanti è fra gli ultimi esempi di editori che abbiano saputo ' difendere, nelle dimensioni dell'industria,- l'impronta personale. Ma cerca di dissimularsi. A 61 anni, vorrebbe far credere che si è ritirato, ha lasciato Ù timone agli altri: « Vengo in casa editrice come i pensionati vanno al Circolo dei ferrovieri. Passò a trovare gli amici, un quarto d'ora ciascuno; in una settimana posso completare il giro sentaf are dei guasti*. Non b vera- naturalmente, .e i suol collaboratori lo sanno, i Mentre : tante aziende si frantumano, cambiano di. rettori e proprietari; la Garzanti è ancora lui, come 1 libri che portano il suo nome. Ha impegnato per. ventanni la casa editrice nell'Enciclopedia Europea e, l'impresa non è ancora compiuta, L'aveva lanciata come, uni sfida, la vuole concludere con un paradosso. .Avevo promesso l'ultimo oolume come repertorio e bibliografia universale. Solo un audace un po' dissennato e.poco.cotto poteva dire una..frase simile*. Di Enciclopedie, quando lui è partito, ce n'erano anche troppe, dopo l'inflazione delle dispense: «Gli intellettuali erano nauseati, dalla parola, il pubblico sazio, gli editori stranieri mi davano del matto*. Di bibliografie universali non ce n'era nessuna: «'£' un'opera che non esiste al mondo. Bisogna inventare da zero. E' più faticosa di tutto il resto*. Ora le voci dell'Enciclopedia ci sono tutte, dall'A alla Zeta, nei primi undici volumi. Ma il dodicesimo, con la bibliografia, deve attendere almeno un altro anno, ed è la scommessa a cui Garzanti tiene di più: «L'ho voluta perché mi sarebbe stata utile, da giovane, ' una bibliografia universale; non per analisi di mercato. Se ci.riusciremo, sarà la cosa più preziosa*. Se non crede alle analisi di mercato, che cosa determina le sue scelte di editore? .Io credo molto alla intuizione individuale. Sto chiuso, non conosco gli altri editori, non giro per librai. Vado in libreria da clandestino, per le mie curiosità personali, non en editeur.. Non Ito mai chiesto pareri a nessuno, se non a qualcuno dei miei venditori, senza che se ne rendessero conto*. E con quale criterio ha scelto i suoi libri?. .' .Ho fatto i llbrtdi cui sentivo il bisogno e che non trovava fuori. Ho soddisfatto le mie richieste. Evidentemente ero un uomo medio. Pòi, forse, ero anche capace*. Ha fatto tutti 1 libri che voleva?' «Non sempre. Si pubblica- no anche i libri che gli altri ti permettono di pubblicare. Bisogna tenere conto degli spazi. Copiare gli altii è una pessima idea. Io ho fatto quello che gli altri nonfacevano e non sapevano fare. Io so fare i dizionari, e li ho fatti. So fare i libri scolastici e li ho fatti, qui. Li ho fatti proprio lo, unpo'scrivendo, un po' interpellando gli esperti. Tutto in casa, ma con successo, n testo di geografia, da 17 anni, è ancora il più adottato; e così quello dì storia. Non credo che Biagi abbia venduto un milione di copie con un libro; io si. Ho venduto più della Fallaci*. Ma, a parte la scolastica? Dove sono gli altri spazi? .L'editoria di varia oggi è tutta passiva. Se un editore con un forte catalogo come Mondadori smettesse di pubblicare novità, e facesse solo ristampe, oggi guadagnerebbe. Xln editore olandese mi diceva che, per pareggiare il bilancio, aveva dovuto organizzare uno spettacolo di travestiti. Con i libri spiccioli non ci si salva*. Per questo si è un po' ritirato dalla letteratura? «Io ho iniziato avendo il meglio, o quasi, deità letteratura italiana: Gadda, Pasolini, Fenoglio... Parise è nato in casa mia. Ma non ho voluto fare la corte agli scrittori italiani, io odio il collezionismo. E non amo leggere libri Garzanti*. Perché li pubblicava allora? •Io tiravo al soldo, e quando pubblicavo romanzi ci guadagnavo. Ho preso una casa passiva, e l'ho fatta diventare attiva. Questo occhio industriale non l'ho mai perso*. Anche quando pubblicava Gadda? «Pubblicavo Gadda perché mi piaceva. L'editore deve sentire il mercato. Io non avevo il talento dei fratelli Fabbri, che hanno iniziato con un sillabario intitolato "Mamma", non potevo avventurarmi nei romanzi rosa. Per me era più facile pubblicare Gadda e Pasolini. Volevo solo che l loro libri mi rendessero. Ho abbandonato la letteratura italiana perché la concorrenza imponeva costi troppo alti, in una situazione ingiusta. Se un editore fa libri, deve fare solo libri. E' uno scandalo che abbia anche i giornali, per fare pubblicità ai suoi libri. E' una forma di concentrazione illecita*. La Garzanti ha ridotto il numero delle novità, mentre tutti gli altri le aumentavano. Anche questo per la concorrenza? .C'è stata una inflazione di tirature insensata da parte di molti editori* Io da questa editoria chiassosa mi sono tirato un po' indietro, anche perché Rizzoli e Mondadori avevano una forza d'urto commerciale che io non avevo (ma hanno i loro problemi, in compenso). Io cerco di sfruttare le debolezze altrui tenendo conto delle forze che non ho*. Il ragionamento vale anche per la saggistica? .Questa follia dei libri di saggi come coriandoli non mi va. La cultura di massa è una bella cosa, ma la massa di quelli che insegnano cultura alle massi mi fa paura. Ai miei tempi avevamo troppo pochi libri da leggere, con . i grandi sistematoti, di idee, come Croce, Lukacs. Adesso c'è un fronzollo spaventoso, saggetti sulle cento, pagine, linguistica, semiologia, imperversano mode feroci che hanno svegliato l'ingegno dei giovani, ma hanno fatto un gran casino*. E non sono usciti coriandoli anche dalla Garzanti? «Qualche libro frastornante o sbagliato, certo. Tengo a dire che ben pochi dei libri Garzanti ioli ho letti. Io ho letto l'Enciclopedia, i dizionari; ma i libri? Bisogna leggerne cinque per uno che se ne pubblica. Io ho stima per quelli che fanno gli assaggiatori di libri. Per me, rimango fuori*. Contro la crisi del libro, che esiste, l'editore pensa ci si possa difendere con libri di maggior peso: .La meta della nostra casa editrice è occupare uno spazio sempre maggiore nella cultura seria, non snobistica, più resistente. Rinunciamo ai libri frivoli, anche se di maggior tiratura*. U «pensionato del Circolo ferrovieri, ha costruito la nuova immagine della casa intorno all'Enciclopedia, e la difende. C'è qualche errore che rimpiange di avere commesso, oggi? «Uno, alle origini. Mi dispiace di avere fatto {'editore; di non essere stato capace di non farlo*. Ma errori come editore, nelle sue scelte? «Mio padre, che faceva l'editore per modo di dire,, mi diceva: devi fare errori, se vuoi imparare. Io ho cercato di evitarli, perché nel nostro mestiere non è permesso. Ho perso qualche libro, ho sbagliato qualche collezione* Se avessi avuto più coraggio, avrei preso più iniziative, come Rizzoli: ma poi, vede com'è finito? Io ho cercato di sbagliare il meno possibile, pure rischiando. Per questo, ora che il mercato è più diffU die. e qualche errore sarebbe inevitabile, voglio considera* re finita lamia carriera editoriale. Preferisco veder he-* nire su gente brava, in casa editrice, anziché scegliere io*. E la gente brava si passa di mano in mano la «garzantina», legata al suo nome ; da non pronunciare, nella sua casa. Giorgio Calcagno Livio Garzanti

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