Olivier: tutte le mie conquiste (o quasi) in teatro e nella vita

Olivier: tutte le mie conquiste (o quasi) in teatro e nella vita Olivier: tutte le mie conquiste (o quasi) in teatro e nella vita cotta per Marilyn Monroe, ci racconta tutto; o, senonproprlo tutto, molto.' Non cosi sulle vicende del Teatro Nazionale: come fu, che al priim attore d'Inghilterra, Pari della corona, ispiratore di tariti meravigliosi spettacoli, vennero preferite persóne abbastanza mediocri? Nel IIbro.ci sono i consigli per gli attóri, i giudizi di Olivier sutle-.sue più grandi interpretazioni, i suoi amici e il suo grande, enorme, preponderante, ego che. Olivier non cetèa di nascondere, né di' scusare. Scrive: «L'egoismo ìnmeèunavirtù*. II. libro, 300 pagine molto fitìe.e illustrate, s'inizia con una.scena familiare che de-scrive la vita e le.ristrettezze' economiche della famiglia. Cingono il padre, un rigido ■'poetare protestante, la sorella.e il fratello. Il padre sta parlando con il ragazzino Laurence, che sta facendo !ùn]misero bagno tiepido — àhòhe l'acqua è centellinata -y}':U fratello Dickie sta per andare in India, a lavorare. Larry chiede quando.sarà il Mo turno: «La risposta di mio padre fu cosi sorprendente che mi diede un colpo profondo: "Noniessere, un imbecille, tu non andrai in India, tu sarai un attore"». : Il giovane. Larry cantava tieìcoro, Mozart, Bach, Beethoven, Shubert e recitava con la compagnia della scuola. La sua era una famiglia unita e il padre, severo protestante, era molto affezionato ai tre' figli. Aveva soggiornato a ,. Winchester e Oxford, si era risposato avanti -negli anni, ridando alla famiglia una madre; Larry; o "Baby", non era un ragazzino amato a scuola: asino negli sport, bellino, colto, scrive che: .Ero universalmente conosciuto come "quel subdolo stronzo Olivier''.. ■ Dopo altre recite a scuola, dove Olivier eccelle specie in Shakespeare, comincia l'accademia d'arte drammatica, la Central School, chiamata «the Hall*, e cominciano su¬ bito le grandi parti: nel 1326, a.Birmingham, il diciannovenne attore era Vania né Lo zio Vania di Checov. Era l'epoca di Stanislavsky: Larry aveva letto il famoso libro e le teorie rivoluzionarie per il palcoscenico. .Diventò anche una cosa assai interessante per chi l'aveva letto di osservare i mutamenti nel comportamento e negli atteggiamenti che a poco a poco si manifestavano sulla scena nella persona che stava leggendo Stanislavsky.. . Finalmente si innamora e sposa JllL figlia di un'attrice abbastanza nota e di un commediografo: «Avevo in- ' sistito io a sposarmi per un patetico miscùglio di motivi religiosi e animaleschi. Più tardi ho cercato di autoconvincermi che Jill ebbe* più torto ad acconsentire alle mie insistenze di quanto.io ne èbbi nell'insistere con lei.. Difatti JIU non era innamorate del giovane attore, . anzi amava un altro e non lo nascose mai. Cominciano gli aiini importanti, a Hollywood nel 1932 con qualche film: nel film La regina Cristina' viene buttato fuori dal set dalla protagonista, Greta Garbo, temibile donna d'acciaio alla quale i timidi approcci di Laurence. Olivier non erano piaciuti affatto., • Nel '35 Olivier si alternava a John Gielgùd — Romeo e Mercuzio — in un'edizione di Giulietta e Romeo, rimasta storica. «In quell'anno, a Londra, non menò di quattro gelosi giovanotti si trovavano a fare la parte di Romeo e sarebbe imperdonabile se non dicessi che gli altri erano John Oielgud, Robert Donat, Ivor Novello e lo strano personaggio che porta il mio nome». Durante una matinée di Giulietta e Romeo, viene in camerino una giovane attrice «rimase solo per un palo di minuti, e poi mi diede un soffice bacino sulla spalla'e spari». Era Vivien Leigh, stupenda, meravigliosa, occhi azzurro-vérde, capelli corvini, marito «noioso, cerebrale, secco, senza scin- ' ttlle». Nel 1937 cominciavano a ■ far coppia in teatro, come a Elsinore, con «Vivien che recitava nella parte di Ofelia». Lui, già stupendo e affermato, era un Amleto giovane, romantico e — come aveva fatto JIU. a non accorgerse- ' ne? ,—• .straordinariamente desiderabile. Due anni dopo viene l'offerta di tornare a Hollywood, per recitare nella parte di Héathcliff in Cime tempestóse." Olivier non sa se accettare la parte che l'avrebbe reso famoso nel mondo, forse una delle sue più belle interpretazioni: Hollywood gli aveva lasciato — cóme del resto fa tempre a tutti-—l'amaro in bocca. Telefona al suo amico Ralph Rìchardson (che generazione di cttorilì «Ralph con carlneria ci pensò un momento e poi disse: "Si. Un po' di fama. Bene"». In California David Selznick sta cercando la protagonista del ruolo più desiderato da ogni diva per Via col vento, coi ossa; in cantiere. Vivien Leigh in America era quasi sconosciuta, ma voleva la parte. •Mi voltai verso Vivien, i capelli davano una perfetta idea di quelli di Scarlett; le sue góte deliziosamente arrossate, le sue labbra adorabilmente divise, 1 suol occhi verdi danzanti e brillanti nella luce del fuoco, eccitati; mi dissi: "David non riuscir rà a resisterle"». Vivien Leigh e Laurence Olivier con¬ quistano Hollywood mentre «Chamberlain venne alla radio e disse quello che aveva da dire. Molti di noi scoppiarono in lacrime immediatamente». Laurence si arruola nell'aviazione e nel '40 sposa Vivien Leigh; i suoi servizi vengono però richiesti nel campo dello spettacolo, più che in quello dì battaglia e, con pochi mezzi, Olivier dirige e recita nel film Enrico V, Shakespeare cultura e propaganda pro-anglosassone. Il film ha enorme successo ma, prima ancora dell'uscita, Olivier viene chiamato da ■ Tyrone Gunthrle e Ralph Rìchardson: «Noi tre dobbiamo fare i direttòri di una compagnia teatrale» per tenere lo spirito dei londinesi vivo, anche sotto le bombe; bombe che avevano già colpito il teatro Old Vie, che avrebbe poi dato il nome alla nuova compagnia, mThe Old Vie Theatre Company*. L'ormai gloriosa compagnia dell'Old Vie viene corteggiata e poi ufficialmente affiancata nel progetto futu¬ ro e agognato di formare una compagnia nazionale: Olivier è entusiasta: «Ti rendi conto che sarà la nostra fine?, gli dice Ralph Rìchardson. E così avviene: mentre Olivier e Vivien Leigh sono in tournée in Australia arriva il telegramma di congedo, anzi di licenziamento. In queste pagine si ritrova un uomo colto che ama la musica, che adora la cucina francese, viaggia facendo dei grandi viaggi (peccato che non dica niente della sua visita ai Tatti e dell'incontro con Berenson: le due prìme,donne non si amarono). Ci sono anche pagine di immagini di una moglie in stati maniacali, scene da Tennessee Williams, forse. troppo dettagliate se si pensa che Vivien Leigh è morta, ma forse anche usate da, Olivier per giustificare il suo futuro terzo matrimonio. Ormai Vivien Leigh non era più una grande attrice e il suo più crudele critico era Ken Tynan, che, dalle pagine deìi'Observer lanciava gli strali meglio scritti dell'epoca. Olivier cercava distrazioni in «alcune poche, scappatelle amorose» quando arriva un'altra chiamata da Hollywood. Questa volta è la regina bionda che lo vuole, quella Marilyn Monroe che Olivier aveva già intravisto giovane e sconosciuta, per recitare con lei e dirigerla nel film The Sleeping Prince. «C'èrano due caratteri completamente disgiunti in Marilyn. Si poteva addirittura descrìverla schizoide; le due persone ch'essa era non avrebbero potuto essere più diverse... Alla fine della prima giornata una cosa mi era chiara: stavo per innamorarmi in modo totale di Marilyn, e cosa sarebbe successo poi? Non c'era dubbio, era inevitabile, o cosi pensavo; era cosi adorabile, cosi spiritosa, cosi divertente e fisicamente più attraente di quanto si potesse immaginare...». Ma c'era anche l'altra Marilyn, insicura, prigioniera di gente che la sfruttar va. Alla fine del film, nonostante dei baci d'addio scambiati tra Vivien Leigh e Arthur Miller e Marilyn e Olivier, i rapporti non erano tra imigliori. Vivien Leigh «si opponeva con vigore a una separazione pubblica»; avevano cercato di avere un bambino, di viaggiare assieme, ma ormai c'era Joan Plowright e anche una nuova epoca nella vita dell'attore, le interpretazioni al Rovai Court, una nuova . serie di testi di Ionesco, John Osborne, nuovi attori come Albert Finney e Maggie Smith, il festival a Chichester e il nuovo Teatro Nazionale: Olivier ritorna a dirigerlo e accetta di prendere come suo consigliere letterario il critico che l'aveva spesso tormentato: Ken Tynan. ' Ma, come si diceva, le' vicende del Teatro Nazionale finiscono stranamente e, dopo una serie di spettacoli meravigliosi, la gestione Olivier viene ostacolata e il grande attore, passato da Sir a Lord, più o meno cacciato. A quell'epoca stavo scrivendo per un giornale inglese sulle vicende — ancora in ebollizione — del Teatro Nazionale e Olivier mi mandò a chiamare. Stava provando uno dei suoi ultimi tour de force, «Il lungo viaggio attraverso la notte' di O'Neill che Tynan gli aveva giustamente consigliato. Se il «rei mi dava un'audizione, pensai, voleva dire che aveva qualche cosa da dirmi. Olivier cominciò a parlarmi del suoi figli grandi che lo tormentavano, dell'orologio nella sala da pranzo e io, stupita perché sapevo che i figli erano invece piccolissimi, cercavo di capire a cosa alludesse fino a Quando mi resi conto che continuava a recitare la parte dell'attore-padre nella tragedia di O'Neill. Mi stava parlando a metafore: i figli ribelli lo contestavano. Nella sua biografia scrive che, quando a sua moglie Joan chiedevano: «Come ti accorgi quando Laurence recita nella vita?» lei rispondeva: «Ma Larry recita sempre». Gaia Servadio Olivier e Vivien Leigh interpretano «The Scbool for Scandal» Olivier'(a sin.) con Marilyn e Terry Rattigan, 1956 (dal volume «Cpnfessions of an Actor»)

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