Con un sorriso Rodari smaschera la realtà

Con un sorriso Rodari smaschera la realtà Con un sorriso Rodari smaschera la realtà A dieci anni dalla «Grammatica della fantasia», un convegno à Reggio Emilia e due libri inediti ricordano lo scrittore . T A fantasia fa parte (< I j di noi come la ragione... guardaredentro la fantasia è un modo come un altro per guardare dentro noi stessi», ripeteva sovente Oianni Rodarì. E gli piaceva ricordare gli anni di insegnamento a Varese, quando leggeva Novalis, Lautréamont e 1 surrealisti, i giochi proposti in classe, come «quello di parole». Mandava due ragazzi alla lavagna, uno davanti e uno dietro, chiedendo di scrivere una parola, dal loro incontro avrebbe fatto nascere una storia. Di Rodari e della sua «grammàtica- della fantasia», in questi ann', prima e dopo la sua prematura scomparsa avvenuta nell'aprile. dell'80. si è continuato a parlare e a misurarne i frutti, a scuola, nell'editoria per ragazzi, in convegni. Nei prossimi giorni si annunciano nuove iniziative. Dal' 10 al 12 novembre a Reggio Emilia il Comune e l'Arci proporranno un seminario legato al decenna, le d?lla~ Grammatica della fantasta e, all'uscita de II cane di Magonza, una rac- ' ' colta curata da Carmine De Luca per gli Editori Riuniti, con scritti di poetica, giornalistici e creativi. Vi prenderanno parte, fra gli altri, Italo Calvino, Oreste Del Buono, Luigi Malerba, Tullio De Mauro, Guido Petter. L'8 novembre a Pavia verrà presentato Il favoloso Gianni, un libro della Nuova Guaraldi, in collaborazione con l'ufficio scuola dell'Amministrazione provinciale, che propone una serie di interventi, curati da Franco Ghilardi. Argilli. Boero, Lodi, Lombardo Radice e altri, sul rapporto tenuto costantemente da Rodari fra «scuola e cultura italiana». •Scrivere — diceva Rodari —. significa in primo luogo scrivere se stessi; ma scrivere per i bambini non significa scrivere per se stessi. Significa, per usare un paragone musicale, usare uno strumento particolare e non tutta l'orchestra». Da grande artigiano Rodari conosceva' gli strumenti e i meccanismi dell'immaginazione e della parola, ma sapeva soprattutto a chi si stava rivolgendo: un pubblico bambino, in attesa di divenire «uomo civile», in grado di stabilire e condurre battaglie e trasformazioni democratiche. Rodari non teneva un diario privato. 11 suo diario erano gli interventi quotidiani che teneva su Paese Sera, gli incontri con le scuole, le conversazioni in giro per l'Italia. Ma aveva un suo «idearlo»: qualche bustina di minerva, fogli sparsi, bloc-notes, sul quali, rapidamente, si annotava frasi, modi di dire, un proverbio abbandonato, una filastrocca. Da queste nascevano poi le sue invenzioni scritte, poesie e romanzi. Il cane di Magonza e II favoloso Gianni si propongono di scavare ulteriormente nel «laboratorio Rodar!»; il primo recuperando una serie di scritti poco noti o inediti, il secondo esaminando la sua formazione culturale, e sottolineando quale attento lettore fosse di quelle nuove idee all'inizio degli Anni 60, come la linguistica, lo strutturalismo, l'antropologia culturale. 1 pensatori della scuola di Francoforte. Andrea Zanzotto vede intrecciarsi di continuo in Rodari una sorta di «sorriso pedagogico» e di «socialismo spontaneo prima che ideologico» ; da questo rapporto nasce quel miracolo del «riso», come strumento trasgressore di una realtà miope e perciò immobile. Che si tratti di un dibattito sul valore educativo del fumetto, di un articolo sul modo di «fare articoli», sull'eccessiva abitudine di guardare la tv, sul «discorsi di inaugurazione», su un fatto di cronaca, su non importa che. Rodar! punta Immediatamente all'angolo in cui si annidano retorica e presunzione, malafede e prevaricazione e Insinua quel tarlo di disincanto, ironia, speranza in. grado di mandaré'all'àrìa, di «incendiare» ■"sù£5ltìca^.JBiei schina, egoistica. ;.' L'interesse che ha per la •confezione» della parola da consegnare scritta al ragazzi implica costantemente un apporto dell'adulto, genitore o insegnante; per questo motivo 1 suoi libri non hanno età, e soprattutto non sono «per bambini», ma per quella coppia adulto-giovane, la cui unità, il cui dialogo è indispensabile per una crescita civile senza.traumi luttuosi. E' cosi che i concetti di •scuola», di «casa», di «luogo di lavoro», assumono per Rodari una prospettiva nuova, diventano i luoghi dove cogliere le relazioni fra le persone che ci vivono, il modo in cui organizzano lo spazio e 11 tempo. 'Scuola — dice Rodari — al limite, sono due persone che camminano per la strada se sono impegnate in un'attività che le educa, in un lavoro di conoscenza e di critica del mondo, in un discorso comune*. Ntco Orango Un disegno di Paola Rodarì Gianni Rodari

Luoghi citati: Francoforte, Italia, Magonza, Pavia, Reggio Emilia, Varese