Prevalgono le perplessità per l'uso dei contenitori

Prevalgono le perplessità per l'uso dei contenitori Come hanno reagito Astigiano. Langhe e Vogherese Prevalgono le perplessità per l'uso dei contenitori La decisione accettata «soltanto per i vinelli di poca importanza» ASTI — Reazioni negative all'annuncio che anche in Italia entro l'anno prossimo, si potrà vendere il vino in lattina. Due grosse organizzazioni del settore. l'Associazione Italiana Enotecnici e l'Unione Italiana Vini, sono decisamente contrarie. Giorgio Carnevale, di Cerro Tanaro, consigliere dell'Unione Italiana Vini, ne spiega le ragioni: • Gli italiani sono per natura tradizionalisti. L'autorizzazione, ormai imminente, da parte dei ministeri competenti di vendere vino in lattina, non facilita certo il problema di smaltire il vino barbera in quanto nelle lattine finirà un vino-non superiore ai sette; gradi. L'iniziativa dell'uso detta lattina — ha continuato Carnevale — è di educare il gprtdspdddvnvsddga giovane a bere il vino, a mio parere nelle lattine andrà però solamente un prodotto fatto di acqua e zucchero. La tradizione enologica italiana ne subirà gravi conseguenze». Ottimista invece, pur con precise riserve, è 11 presidente della Camera di Commercio di Asti, Giovanni Borello, che da vent'anni si batte perche il vino abbia una seria immagine. «Oggi l'Italia produce più vino di quanto ne consuma. Ci sono i vini della domenica, delle grandi occasioni ed t vini di tuttii giorni, quelli che vengono consumati nelle mense aziendali o alle tavole calde. E' ovvio — dice Borello — che per \e,gxav4i occasioni a serti consumo in casa, non si può immaginar? di bere-vino-in lattina. Diverso è il discorso per le mense aziendali o per le tavole calde. Piuttosto di bere vtni sciolti di chissà quali provenienze e qualità, è meglio bere vino In lattina». ALBA — .Vino in lattina? Un problema che non riguarda la vitivinicoltura di pregio come quella cuneese e albese in particolare, produttrice di vino Doc», risponde Giacomo Oddera, presidente della Camera di Commercio di Cuneo e contitolare di un'azienda vinicola nelle Langhe. «/ grandi vini hanno una tradizione da seguire. E'impensabile mettere a tavola una lattina di barolo o barbaresco. Al massimo il contenitore di latta deve essere un discorso accettabile per i vini da tavolttfvlnèltt dcr mettere nella borsa dei picnic. Nella provincia di Cuneo — prosegue Oddera — il 60% della produzione è vino Doc per il quale non si potrà usare altro che la classica bottiglia di vetro*. Giancarlo Montaldo, direttore dell'associazione del consorzio Barolo. Barbaresco e dei vini di Alba, dice: «Per i vini Doc la lattina è una cosa assurda. Per il vino che deve resistere all'invecchiamento non si può abbandonare la bottiglia di vetro». VOGHERA — «Ci vorrebbe un referendum per sapere se tutti i commercianti e produttori di vino siano favorevoli alla proposta di inscatolare il prodotto. Qui da noi — sono le parole di due noti produttori di vini Doc dell'Oltrepò Pavese —c'è ancora molta perplessità. Forse la maggioranza non è poi decisamente contraria se la innovazione potesse veramente favorire l'incremento del consumo». I contenitori di alluminio e di tetrapak come quelli usati per il latte avrebbero minore peso delle bottiglie; faciliterebbero l'accatastamento sugli automezzi riducendo 11 pericolo di rotture e di costi. 1 produttori sfavorevoli-all'in' scatolamemo del vino sono invece del parere che l'uso dei contenitori oIlv'nirMo o di cartone plastificato di .-classe rebbe il prodotto perché la sua immagine è quella in bottiglia o nel fiasco.

Persone citate: Borello, Giacomo Oddera, Giancarlo Montaldo, Giorgio Carnevale, Giovanni Borello, Oddera

Luoghi citati: Alba, Asti, Cerro Tanaro, Cuneo, Italia