II Genoa paga cara con l'Avellino l'espulsione del difensore Romano

 II Genoa paga cara con l'Avellino l'espulsione del difensore Romano I rossoblu, in vantaggio, rimangono in dieci e subiscono il pareggio II Genoa paga cara con l'Avellino l'espulsione del difensore Romano Genoa-Avellino 1-1 GENOA: Martina 5; Romano 4, Testoni U; Corti 7,5, Onofri 6,5, Gentile 6,5; Faccenda 6, Violi» 6, Antonclli 7, Iachini ' 7,5 (71' Somma s.v.), Urlaseli! 8. ' AVELLINO: Tacconi 7; Osti 6 (51' Skov 5,5), Fcrruri fi; ; Schiavi 7, Favero 7, Di Somma 6,5; Centi (i, Tagliaferri 6,5,1 Uarbadillo 5, Vignola 6, l.imldo 6,5. Arbitro: Angeli-Ili 5. Reti: 47' Briaschl, 58' Tagliaferri. dal nostro inviato GIORGIO VIGLINO GENOVA — E' successo di tutto ai tifosi genoani: subire un pareggio quando la partita seminava avviata verso il successo pieno e poi scambiare il flash radiofonico da Napoli per una sconfitta doriuna amiche, come è stato, per un clamoroso successo. Così a scrct, tutti a discutere se il punto in campo era stato perso contro l'Avellino oguadagnato con buone ragioni per tutti. C'è bisogno di un prologo per raccontare la commedia della domenica. Il Genoa giocava a Marassi per la prima volta nella sua lunga storia con una maglia moderna, sponsorizzata da notissime ma con colori clic n strisci cordano Soltanto lontanamente le tonalità classiche rosse e blu; un tocco di modernità per una formazione di assoluto ripiego Fossati, padrone, e Simoni, mente tecnica. Hanno costruito la loro squadra attorno ai due stranieri Vandereycken e Peters. ma ieri i due non c'erano: hanno acquistato a ottobre Benedetti per rinforzare i quadri, ma l'hanno perso ili settimana, la stessa settimana in cui ci si ègiocati anche Chiodini, che ha lascialo sotto i ferri a Pavia un paio j di menischi. Togli l'anima del centrocampo e avrai una difesa e un ut tacco Che viaggiano slegati, saldu la prima una il portiere ha bucato clamoro¬ samente la palla del goti e pericoloso il secondo, ma senza cerniera. Più o meno è successo proprio questo contro un Avellino che non ha grosse qualità ma un animus pugnandi clw viene in luce ad ogni occasione, almeno da quando c'è l'allenatore che piace ai giocatori. Il gran lavorare del sostituti, e dei rincalzi delle, riserve, aveva mascherato per lungo tempo la mancanza di idee geniali, la scarsezza in fase dì impostazione da parte del Genoa Soltanto lachini aveva piedi sufficienteniente fini per servire Antonclli, implacabilmente contrastato da Favero, e Briaschi. essenziale e perfetto. Gli altri si perdevano al secondo tocco, compreso il nuovo arrivato Viola che la testa alza di rado e non ha quindi visione del gioco. Quantità al posto della qualità e i conti tornavano perché, come avrebbe poi spiegato Simoni negli spogliatoi, il Genoa puntava nella ripresa sul dodicesimo giocatore, il vento di tra- montana che come soffia a Marassi non soffia in nessun altro campo d'Italia. Lo 0-0 del primo temjvi exa ma turato con largo credito dei genoani, che in un quarto d'ora di pressing avevano ottenuto soltanto una traversa (24') colpita, attraverso l'intermediazione di Tacconi, da un gran tiro di Iachini. L'Avellino si era visto annullare un gol (39') ma il fuori gioco di posizione di Schiavi, untore del primo tiro da distanza ravvicinata, era assoluto e inequivocabile a rendere l'aria la buona mira di Limido. All'assalto per la ripresa.' Il gol veniva subito, unsi in due minuti c'era prima una micidiale schiacciata di testa di Romano, bloccata a terra da Tacconi, e poi la rete. Grande volata sulla fascia destra di Corti, traversone teso e Briuschi puntuale a centrure la porta con un perentorio colpo di testa. Il pan faggio c'era e, con l'Avellino che ora avrebbe dovuto scoprirsi, si poteva puntare ad aumentare il bottino. Invece ecco la svolta della partita detcrminata dal «due- in intelligenza di Vincenzo Romano (fu media con un 6 in rendimento e spiega il 4 in pagella) che reagiva con una ^nanata a un folletto provocatorio di Ferrari. Ora. è du ricordure che Romano è «guaglione campano-, nato e cresciuto nell'Avellino Calcio, e quindi si può capire come la reuzionc non tosse puro e semplice gesto di cattiveria, ma una sorta di pretesa di rispetto. Il guaio è che il regolamento parla chiaro, e l'arbitro Angelclli è un direttore di gara ricco in errori e privo di capacita interpretative. Espulso Romano, panico rossoblu e ritiro di tutti gli effettivi sulla linea di Caporetto. La rotta arrivava al 54" SU punizione fasulla battuta da Schiavi dalla destra. Martina usciva sconsideratamente fino o tre quarti d'arca per mancare clamorosamente la palla e lasciaila sullu testa del piccoletto Tagliaferri che metteva a segno. Per una decina di minuti l'Avellino si faceva sotto a folate iBarbadiìlo un baccalà per il freddo. Skov inconsistente. Vignola impegnato a salvare le gambei e si temeva non resistesse nemmeno il Ilave. Poi anche gli ospiti mollavano c si chiùdevano le ostilità con un buon quarto d'ora d'anticipo su una paratu di Tacconi che spiegava coi lutti a Martina come doveva comportarsi un buon portiere.

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