Tre argentini che si sono salvati invocano: ce Liberate gli scomparsi»

Tre argentini che si sono salvati invocano: ce Liberate gli scomparsi» o al nostro giornale un a lettera aperta al g overno italiano Hanno portat Tre argentini che si sono salvati invocano: ce Liberate gli scomparsi» I La parte più Importante della .Lettera aperta al governo e al popolo italiani- firmata da un gruppo di ex «desaparecidos, argentini che risiedono e lavorano a Torino, e un appello disperato: «Oggi siamo ancora in tempo per salvare molte vite — dicono — a patto che il governo italiano si impegni con fermezza. Noi chiediamo la liberazione degli 'scomparsi' ancora vivi; che venga reso noto il luogo dove si trovano, chi li giudica e perché. La libertà per i detenuti politici. Un pubblico elenco dei morti: l'indicazione dove sono sepolti; lu consegna dei corpi ai familiari. Individuazione dei responsabili degli omicidi e loro processo. In rappresentanza delle dozzine di argentini che abi¬ tano e lavorano nella nostra città, sopravvissuti alle carceri, alle torture, ai campi di concentramento, sono venuti al nostro giornale Ugo Tomini, Anna Maria Neivas. Oscar Prudencio Mochi. che sono ancora vivi anche grazie alla doppia cittadinanza — argentina e italiana — che ha loro permesso di usufruire del cosiddetto .-diritto di opzione.. Cloe la scelta, concessa a qualcuno, tra la galera e l'espulsione dal Paese. Tutti e tre sono stati picchiali, torturati, tenuti in carcere con processi du ridere o senza addirittura. Oscar Mochi. nato nella provincia di Elitre Rios nel 1950. i nonni marchigiani, frequentava : università e faceva politica nel movimento studentesco; fu arrestato, nell'agosto del '75 quando era ancora al governo Isabelita Perón. Camminavo per stra- da — racconta —qua ndo sono arrivati dei borghesi sparando. Sono scappato, mi hanno ferito a una gamba; poi mi sono venuti addosso e mi hanno dato un colpo in testa col calcio della pistola. Da allora tra l'altro a causa delle lesioni sono diventato epilettico e ho problemi a lavorare. Mi hanno portato al dipartimento 2 di polizia di Mendoza. dove sono stato torturato con la corrente elettrica ai genitali, sotto le unghie, in bocca ». Mochi è stato successivamente nelle carceri di Mendoza. La Piata e Buenos Aires, prima di uscire con l'opzione e trasferirsi in Italia. Anna Maria Neivas. nata nel '44 a Ensenada a 70 chilometri dalla capitale, ha avuto in famiglia tre desaparecidos: il marito e due cognati. Delegata sindacale ai cantieri navali di Rio Santiago, è sta'.a arrestala il 24 marzo '76. giorno del golpe militare del generale Videla. «Hanno fermato il bus e avevano una lista di sindacalisti e attivisti. Mi hanno portato alla base navale della Marina, picchiata, spogliata, legata e incapucciata. Sono stata minacciata con le armi; volevano sapere i nomi dei compagni, cosa facevano». Annamaria è siala «a disposlzlone del Potere esecutivo nazionale» senza processo fino alla fine del '77. Poi è slata liberata e cacciata, in Dratica. dal Paese. Oggi lavora In un'azienda metalmeccanica torinese. E' in cassa integrazione. Ugo Tomini. i nonni abruzzesi, nato a Cordoba nel '49. ha interrotto gli studi di chimica all'università di Santa Fé. perché arrestalo lo slesso giorno di Oscar Mochi. Stessi sistemi: picchiato, legato, portato al dipartimento 2 della polizia. Torturato. »Ero disleso legato, con elettrodi alle mani e ai piedi. Quundo davano la corrente il corpo ballava tutto. C'era gente che è morta perché si è rotta la schiena. Dopo le torture mi hanno portato davanti ai giudice Miret. Gli ho raccontato tutto e mi ha detto: cosa vuoi, bisogna avere pazienza.. Menato Scagliola

Persone citate: Anna Maria, Anna Maria Neivas, Cordoba, Mendoza, Miret, Oscar Mochi, Oscar Prudencio Mochi, Rios, Videla

Luoghi citati: Buenos Aires, Italia, Torino