Napolitano attacca il governo e ia de

Napolitano attacca il governo e ia de In un discorso a l teatro Alfieri Napolitano attacca il governo e ia de Giorgio Napolitano attacca da Torino la legge finanziaria del governo, accusa il pentapartito di profonde divisioni, la de di -doppiezza» e spiega la strategia del pei per lo sviluppo e gli investimenti. Lo fa al Teatro Alfieri affollato da persone d'ogni età. Sullo sfondo del palco tre slogan: -Per l'alternativa democratica, per il cambiamento della legge finanziaria, per un partito più forte». E' la prima occasione per fare il punto sulla «campagna-tesseramenti». Quella dell'82 s'è chiusa con una perdita in tutto il Piemonte di circa 5000 iscritti. Il pei guarda quindi con grande attenzione a quella appena incominciata. Ci sono già i primi dati. «A Torino 6657 compagni hanno rinnovato l'iscrizione, altri 6892 lo hanno fatto in provincia — annuncia il segretario Giancarlo Quagliotti — il totale. 13.549. rappresenta il 32 8 per cento. E un risultato soddisfacente a pochi giorni dall'inìzio del tesseramento». Ad accogliere Napolitano c'è lo «stato maggiore» del pei piemontese: i tre segretari Athos Guasso. Renzo Gianotti. Giancarlo Quagliotti. Giorgio Ardilo, il della Regione Dino Sanlorenzo. l'onorevole Ugo Spagnoli e il sindaco Diego Novelli. Dopo l'intervento di un operaio Fiat in «cassa». Maiorana. il leader comunista attacca deciso e colpisce subito al cuore la legge finanziaria. «Nessuno nega la crisi bisogna pero decidere come uscire dalla recessione e chi deve pagare il prezzo. Ora la filosofia della finanziaria è Inaccettabile. Ha un'impostazione che non compie alcuna scelta, non dà alcuna garanzia per la ripresa degli investimenti e ancora meno per la ripresa dell'occupazione. Rinvia tutto ciò ad un "dopo" quando mai indefinito». «Ridurre il deficit, risanare la finanza: siamo anclie noi d'accordo. Ma non si riduce il deficit fissando arbitrariamente dei "letti"che vengono poi regolarmente sfondati. Non si abbassa l'inflazione aumentando indiscrlminata- vicepresidente mente t'Iva, facendo lievitare le tariffe e i prezzi amministrati. E non si può fare queste cose rinviando ad un futuro incerto la ripresa e gli investimenti. No, noi non ignoriamo il deficit pubblico, ma siamo contrari ai tagli alla cieca e ci batteremo per bloccarli». Accompagnalo da applausi quasi regolari Giorgio Napolitano cita un intervento del segretario de De Mita e ne sottolinea alcuni punti contraddittori: «La de vuole difendere i ceti più deboli. Ma allora perche a Torino non alza una voce in difesa dei cassintegrati, perché non accelera il raggiungimento di una vera giustizia fiscale t rischia quindi di far pagare il costo della crtsisoloal lavoratori.. m f

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