Le vendette dei latitante Segio che studiava assalti alle carceri

Le vendette dei latitante Segio che studiava assalti alle carceri A Milano due «pentiti» rompono il silenzio rivelando i piani segreti Le vendette dei latitante Segio che studiava assalti alle carceri Si preparavano attentati clamorosi • Teatro di altre violenze sarebbero stati il Piemonte e la Lombardia - La Ronconi era a Collegno pochi giorni prima dell'arresto? DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Ce ne sono un paio che hanno già deciso di pentirsi-. E raccontano la storia della nuova banda del terrore — indipendente dalle Brigate rosse e da Prima linea — agli ordini di «capitano Sirio- Sergio Segio e della sua ultima compagna Susanna Ronconi. L'autostrada Torino-Milano era l'asse attorno al quale si doveva ricostruire la trama di altra violenza. I comandanti e i loro guardaspalle facevano la spola fra Piemonte-e Lombardia, terre che conoscevano bene, dove pensavano di trovare amicizie. Un loro commando all'inizio di settembre avrebbe dato l'assalto a una banca di Torino e il 16 ottobre a Milano — questo è. certo — ha fatto irruzione nella gioielleria Bianchi di piazza Melozzo da Forlì. Il bottino era necessario per accaparrarsi dei covi da scegliere nei palazzi anonimi della semiperiferia e per acquistare armi per la rivoluzione. Ma la banda di Segio stava pensando anche di attaccare una prigione (come aveva fatto a Rovigo) per liberare alcuni compagni detenuti. E voleva vendicarsi di un «traditore», un ex amico che aveva condiviso qualche velleità eversiva ma che poi era rientrato nei ranghi. Il piano era già definito. Si trattava di aspettarlo sotto casa e scaricargli in faccia una pistola. L'unico problema sembra fosse la scelta del momento più opportuno. Proprio Susanna Ronconi, il 7. febbraio 1980, due giorni dopo l'omicidio del direttore di produzione dell'Icmesa Paolo Paoletti, ha dato l'ordine di eliminare William Vaccher, un altro ex compagno in odore di tradimento perché, arrestato dalla polizia, era stato rilasciato dopo appena 48 ore. Lei stessa lo ha aspettalo, rivoltella in pugno, e l'ha fatto fuori. Roberto Rosso ha poi sparato il colpo di grazia. La fondazione di un nuovo gruppo armato—avevano ancora qualche perplessità sulla sigla da scegliere — è stata l'ultimo atto di una polemica fra gli uomini del terrore che è andata avanti mesi. Sergio Segio, che un po' per fortuna un po' per prudenza è sempre riuscito a sfuggire ai carabinieri, aveva una gran voglia di entrare nelle Brigate rosse. Ma voleva entrarci con ì gradi del capo. I «pentiti» danno per certo che ha avuto degli incontri con gli uomini che contavano nelle bierre. A loro avrebbe prospettato l'idea di costituire una colonna, tutta sua, alla quale sarebbe toccaio il compito di eseguire gli omicidi ordinati dalla direzione strategica. Che fosse capace di ammazzare lo sapevano bene. Ma i bierre, che giù qualche problema l'avevano in casa propria, hanno temporeggiato. Segio — dicono sempre voci «pentite» — ha bisogno di 40 milioni almese. E'un ricercato che va al ristorante e beve tenendo le dita a . V. per non lasciare impronte sul bicchiere. Appariva un po'poco proletario e un po' troppo individualista per essere inquadrato nei ranghi dei brigatisti. ./n * Primo, linea, non ci voleva più stare lui perché l'organizzazione si Stava squagliando. Polizia e carabinieri continuavano ad arrestare gente e quelli in libertà erano costretti a nascondersi per non finire a loro volta in prigione. E allora ha deciso di fare da sé. Con pochi fedelissimi ha potuto organizzare l'evasione della Ronconi da Rovigo e con l rimasugli del suo gruppo ha ripreso a costruire progetti di lotta. Improprio. Marina Premolt, arrestata in via ColombOi alla Crocetta, era a Torino per conto della nuova banda e il covo di corso Francia, a Collegno, dove sono state bloccate Loredana Btancamano e Sonia Benedetti, doveva avere ospitato fino a pochi giorni prima anche Susanna Ronconi. A Milano, che per loro è la città più praticabile, hanno preso un alloggio in via Lessona nella zona di Quarto Ogglaro, uno in barriera Genova e un altro ancóra in barriera Semplone. A Iniettò ima quarta base dovevano avérla anche nel Bergamasco in quella fetta di terra che chiamano «(soia», presa in mezzo com'è dal Brembo e dall'Adito. Sono stati trovati documenti a chili, armi, bombe a mano, tritolo, giubbotti antiproiettile, piantine di edifici e schizzi di carceri dove sono detenuti terroristi. Il blitz dei carabinieri ha debellalo un'organizzazione appena nata quando era decisa a uscire allo scoperto con un'azione clamorosa. : Lorenzo Del fioca