Altro bulgaro e un cecoslovacco coinvolti nell'attentato al Papa? di Liliana Madeo

Altro bulgaro e un cecoslovacco coinvolti nell'attentato al Papa? Nuova svolta a Roma nell'inchiesta del giudice Martella — — - . —— e Altro bulgaro e un cecoslovacco coinvolti nell'attentato al Papa? I difensori di Antonov, arrestato la scorsa settimana, ricorrono al Tribunale della Libertà - L'uomo sostiene di non aver partecipato al piano per uccidere il pontefice ROMA — L'accusa principale è partecipazione al piano per uccidere il Pontefice; fra i reati collaterali, porto abusivo di armi. Il mandato di cattura nel confronti di Ivanov Antonov è uno dei pochi punti fermi in questa girandola di «007» internazionali, agenti diplomatici e di servizi segreti, atti giudiziari, passi ufficiali di governi stranieri, romanzeschi intrecci dì terrorismo e malavita, che l'arresto del cittadino bulgaro ha scatenato. Secondo l'indicazione che il mandato di cattura suggerisce, Antonov non avrebbe svelto un ruolo esecutivo nel criminoso attentato, ma sarebbe stato una pedina attiva in una scacchiera ben più complessa. E il riferimento all'arma significherebbe che forse lui c'entra nell'operazione che ha permesso l'ingresso in Italia della famosa Browning Hp calibro nove lungo, superando senza difficoltà frontiere e controlli. Ali Agca disse di averla comprata in Bulgaria, da «uno studente che vendeva tante altre cose: .11 giudice Martelli ha rintracciato il vendile della partita di cui quell'arma faceva par-' te, l'anziano austriaco Alfred Tintner; poi ha fatto arrestare in Svizzera il turco Omar Bagci con l'accusa di aver consegnato ad Agca l'arma. Ma si è visto che da ogni tassello individuato di questa storia altri risvolti ancora emergono, che a loro volta conducono ad altre complicità più o meno dirette. Prima di Antonov era caduto nella rete un altro turco, Musa Cedar Celebi, che avrebbe finanziato nei suoi spostamenti l'attentatore del Papa. Ed erano partiti i mandati internazionali di cattura nei confronti di altri due turchi, Bekir Celenk e Orai Celik. I quali a loro volta conducono a navi che battono bandiera ombra, catene di alberghi e ristoranti, traffico di armi e contrabbando, a un altro «grande» di sporchi traffici internazionali, Abuzer Ugurlu, anche lui latitante. ' Altri due nomi ancora sono entrati nel lavoro degli inquirenti italiani, Teodor Aivazov e Sotir Kolev. Il primo è bulgaro. Secondo il giornale turco «Gunes» avrebbe parteci¬ pato a Roma a un incontro con Ali Agca, prima dell'attentato al Papa, e ora sarebbe irreperibile. Una nota dell'ambasciata bulgara precisa che si tratta non di un diplomatico ma di un impiegato, un cassiere. E precisa: «Non siamo al corrente di alcuna accusa contro di lui". Il secondo forse è un cecoslovacco. Nep/hche lui figura nella lista del diplomatici accreditati. In caso.di diplomatici, il magistato, tramite il ministero degli Esteri, inoltra ai Paesi da cui le persone inquisite provengono richiesta di richiamo in patria. Sia nel caso del diplomàtici sia degli agenti tecnici, la prassi vuole che la nostra diplomazia si muova con tatto, per evitare chiasso e il rischio di eventuali ritorsioni. nei confronti dei nostri diplomatici all'estero. L'arresto di Antonov ha provocato la drastica reazione del governo bulgaro. Ma Antonov è, per noi, un semplice cittadino straniero con permesso di soggiorno per lavoro. Oggi i suoi legali, avv. Consolo e Larussa, ricorrono al tribunale della Libertà contro il provvedimento del giudice. Funzionari dell'ambasciata sono andati a visitarlo. Lo hanno trovato in buone condizioni fisiche. Al primo interrogatorio ha risposto alle domande del magistrato. Si professa innocente rispetto all'accusa principale. SI difende rispetto alle altre contestazioni che gli vengono mosse, relative a circostanze emerse da altre testimonianze. Secondo il giornale turco «Gumes» a Rebibbia ci sarebbe -stato un confronto fra Agca e Antonov. Il primo si sarebbe rivolto al bulgaro chiamandolo con un nome in codice, Bayramic. •Scusami, ma sono stato costretto a fare il tuo nome» gli avrebbe detto. Antonov avrebbe continuato a sostenere di non conoscerlo. La testimonianza principale che sembra aver pilotato il giudice Martella fino a lui sembra essere quella di Ali Agca. Si sa per certo che Agca non è rimasto sempre nel piccolo carcere di Marino del Tronto, presso Ascoli Piceno. Dall'epoca del processo è venuto più volte a Roma. E' stato condotto in altri Istituti. Ha avuto molti colloqui col magistrato. Anche un confronto con Omar Bagci. L'attività giudiziaria occupa un posto molto importante nella sua vita. Anche la corrispondenza. Non ha mai ricevuto visite di amici o parenti. Ma gli scrivono in tanti. Da tante parte del mondo. Lettere di Incoraggiamento. Anche lettere cifrate? Liliana Madeo Il turco Bekir Celenk, ricercato dalla polizia italiana'

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Bulgaria, Italia, Roma, Svizzera