OSSERVATORIO

OSSERVATORIO OSSERVATORIO La consunzione liberale a Bonn Ammesso che il 6 marzo la Germania vada veramente alle urne, e molti sono ancora i dubbi, il verdetto degli elettori sembra destinato a segnare la morte del partito liberale. La morte parlamentare, perché la Costituzione sbarra i portoni del Bundestag al partito che non riceva almeno il S per cento dei suffragi. Un mese fa, nonostante le bufere scatenate dal ministro degli Esteri Genscher con la sua detronizzazione del socialdemocratico Schmidt e là sua intronizzazione del democristiano Kohl, ì sondaggi davano ai liberali dello Fdp tra il 4 ed il 4,30 per cento: oggi, sfiorano il 3,6. Si delinea una sconfitta disastrosa, un naufragio. Non c'è da meravigliarsi. Perché votare Fdp. si domandano i tedeschi, quando il partito ha perso fiducia in se stesso? Domenica, a Bochum, i giovani della sinistra liberale hanno fondato un proprio partito, «Liberaldemokratent, ostile agli euromissili americani e paladino di una riduzione progressiva dell'energia nucleare. Quattro deputati di sinistra dello Fdp (che ne ha 53) avevano già voltato le spalle a Genscher, e giovedì, Gunther Verheugen, ex segretario generale, aveva annunciato la decisione di combattere la prossima battaglia elettorale sotto il vessillo socialdemocratico. Vero è che la maggioranza puntella tuttora la presidenza Genscher, ma è una maggioranza divisa, dubbiosa, depressa. Lo Fdp potrebbe sopravvivere all'esodo delle correnti più giovani e radicali (per coincidenza, due ex deputati socialdemocratici hanno fondato domenica un nuovo movimento a sinistra dell'Spd). ma non gli riuscirà facile salvare quella .credibilità che è di ogni partito. l'ossigeno Genscher non ha tutti i torti quando proclama che i liberali non potevano più sostenere uno Schmidt divenuto troppo nconservatoreti per i socialdemocratici («Non siamo slati noi a tradirlo, è stalo il suo pariitoi)), ma ha cambiato rotta con una manovra priva della sottigliezza e dell'eleganza necessarie per tali operazioni. E cosi l'uccisione di un'alleanza è divenula un suicidio. Un suicidio che ha destato suspenses senza fine. Ecco perché, in realtà, nessuno vuole queste elezioni del 6 marzo. Né i liberali, che rischiano la distru-. zione; né i socialdemocratici che vorrebbero più tempo per ritrovare slancio e unità dietro il nuovo leader Hans Jochen Vogel; né il premier Kohl che, segretamente, teme di dover accogliere in una sua futura amministrazione il vulcanico Franz Josef Strauss e come vicecancelliere e come ministro degli Esteri. Questi infatti sono gli incarichi apertamente richiesti dal leader dei democristiani bavaresi, l'Unione cristiano-sociale; incarichi che otterrebbe se i liberali saranno eliminati e Kohl dovrà formare un governo monocolore, Cdu-Csu. L'idea di . Franz Josef Strauss alla direzione della politica estera turba molti tedeschi <ed è l'unica carta che può forse giocare Genscher. A giudizio di molti, Kohl spera che qualche deputato ricorra alla Corte Costituzionale e arresti queste elezioni anticipate. Ma è improbabile che ciò avvenga. E pertanto, poiché la Costituzione non permette ad un premier di sciogliere le Camere, Kohl, nonostante la sua maggioranza, dovrà forse predisporre la propria caduta con un voto di sfiducia. Un' espediente, un arrangiamento quasi all'italiana. Mario Clriello

Luoghi citati: Bonn, Germania