Libertà di critica non di sciopero nella quarta Costituzione cinese

Libertà di critica non di sciopero nella quarta Costituzione cinese L'Assemblea nazionale sta discutendo jltiùoygtesto e gli emendamenti % Libertà di critica non di sciopero nella quarta Costituzione cinese PECHINO — La quinta sessione della quinta legislatura dell'Assemblea cinese si è aperta ieri pomeriggio a Pechino con un rapporto del vicepresidente della commissione per la revisione della Costituzione, Peng Zhen, sulla nuova carta costituzionale. Erano presenti in sala i massimi espónenti dello Stato e del partito. Popò una brevissima introduzione del maresciallo Ye Jianying, presidente dell'Assemblea e della commissióne per la revisione della Costituzione, la signora Deng Yingchao (vedova di Chou En-lai), che presiede i lavori, ha dato la parola al relatore Peng Zhen. Questa.che sta per essere approvata, è la quarta Costituzione che la Cina si dà dopo quelle del 1954,1975 e 1978. Come quella del 1954, il testò prevede la nomina di un capo dello Stato che però non avverrà durante la sessione in corso. Peng Zhen, dopo aver fatto una panoramica degli avvenimenti che hanno portato al testo attualmente presentato all'Assemblea, ha detto che una revisione costituzionale era necessaria in quanto il testo attuale risale al marzo del '78. «Da allora — ha, aggiunto — Il Paese è passato attraverso un periodo di importanti mutamenti storici. Enormi cambiamenti sono avvenuti nella vita politica, economica e culturale della Cina. La Costituzione attualmente in vlgprenon si conforma più alle realtà di oggi né è adatta alle necessità della v{ta dello Stato. Di qui il bisogno di una completarevisione». Quanto al nuovo testo, il relatore ha sostenuto che esso «riflette la volontà comune e gli interessi fondamentali di tutte le nazionalità della Cina-. La sua redazione «é avve. nuta—haaggiunto—spttola guida completa dei quattro princìpi cardinali, vale a dire adesione alla strada socialista, alla dittatura democratica del popolo, alla guida della cosa pubblica da parte del partito comunista e al marxismo-leninismo e al pensiero di Mao. Questi princìpi cardinali sono la base politica comune per il progresso nell'unità di tutte le nostre nazionalità e rappresentano la garanzia fondamentale per un tran- quillo. sviluppo della nostra modernizzazione socialista». Chiarendo che cosa si deve intendere per «dittatura democratica del popolo», Peng Zhen ha affermato che la democrazia è un aspetto del concetto, l'altro essendo la dittatura nei confronti dei nemici, vale a dire nei confronti di coloro che con qualsiasi pretesto e per qualsiasi motivo nuocciono alla causa del socialismo. Ha aggiunto, riprendendo un concetto, non nuovo da qualche mese a questa parte, che «la lotta di classe continuerà ad esistere per un certo tempo ed entro certi limiti e potrà anche acuirsi in determinate condizioni». Il relatore ha poi sostenuto che la nuova Costituzione specifica i diritti del cittadino —tra i quali quello della libertà della persona, di critica e di credo religioso, nonché di veder garantito il earattere privato della corrispondenza; ma, ha notato, la libertà totale non è mai esistita e «solo quando si osservano l doveri fo/tdamentali dei cittadini, si può esser certi di.godere dei diritti civili*. Tra le disposizioni della nuova Costituzione c'è la limitazione a due mandati consecutivi per le alte cariche di governo e di Stato, mettendo fine a quelle che finora erano in pratica cariche a vita. La nuova Carta trasferisce il comando delle forze armate dal presidente del pcc a una commissione militare centrale Il nuovo testo, almeno nella bozza pubblicata lo scorso aprile, non menziona il diritto di sciopero che figurava nella precedente Costituzione. Passando infine a problemi più generali, Peng Zhen ha accennato a Taiwan e implicitamente anche alla questione di Hong Kong a proposito della quale vi dovrebbe essere nella bozza emendata (ma non ancora pubblicata) una specifica -menzione. Peng Zhen ha detto che «un articolo del progetto afferma: "Lo Stato può creare speciali regioni amministrative se necessario. Norme e regolamenti che le governano debbono essere decise dall'assemblea in forma legale"*. Circa Taiwan si è ribadito l'impegno alla riunificazione e si è sostenuto che questo è «un affare interno della Cina nel quale nessun Paese straniero ha il diritto di intervenire*.

Persone citate: Chou En-lai, Deng Yingchao, Mao, Peng Zhen, Ye Jianying

Luoghi citati: Cina, Hong Kong, Pechino, Taiwan