La Francia in Coppa Davis sfida i formidabili Usa

La Francia in Coppa Davis sfida i formidabili Usa I transalpini coronano una scalata durata 15 anni La Francia in Coppa Davis sfida i formidabili Usa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GRENOBLE Cy, La.Francta i>ive la l'igilia della finale di Coppa Dai'is: un sogno inseguito per Ciiìquant'anni, dopoi set successi consecutivtdei mitici moscliettieri (Bórotra, Cochei e Lacoste, ancora in vita, più Brugnon, deceduto pochi anni fà). Ma il piano che ha portato alla'finalissima contro gli Stati.Uniti questa giovanissima squadra transalpina (Noah, Tulasne, Leconte e Moretton, età media 21 anni) è stato varato nel 1968. L'artefice di qucs'ta impresa è sialo un ex «prima categoria» di eccellente-cultura che dopo (I fallimento del matrimonio con'ùna campionessa inglese di tennis, lasciata-la'primitiva professione di-giornalista s])oriivo, forte anche del fattoci essere l'editore della rivista «Tennis de Franco.*, iniziò proprio nei '68 la scalata alla Federazione francese. Il'suo noma è Philip-, pe Chatrìer. Appena eletto consigliere, venne nominato capitanò dèlia squadra,di Coppa Davis e rischiò di essere preso per pazzo quando dichiarò pubblicamente ai suoi ex colleghi nella prima intervista: «Il mio traguardo è quello di riconquistare là Coppa Davis». A quei tempi, il tennis agonistico francese era di livello daviwo basso. Sono passali 15 anni, e i-obbiettivo, nonostante nel frattempo, Crjqtrier sia arrivato alla presidenza-delia-Federazione francese e di quella inicniUgifinms'p0- $rè avvicinata assai. Ora la COppw'Bavis^tòrnata sul suolo francese', anctie sé non sarà facile farla restare strappandola ai detentori statunitensi guidati da Arthur Ashd che con il suo record dì presenze in Coppa (27 singolari vinti e solo 5 persi) è un po' la bandiera della competizione anche oro che non gioca piti. 11 cammino dal 1968 al 1982 è stato lungo e faticoso, ma oggi giustamente la Federazione francese sta raccogliendo i frutti di una oculata e moderna politica di larghi investimenti. Ma.all'inizio i bocconi amari sono stati numerosi tanto che da parte italiana si è molto spesso ironizzato sulla inutilità dei mezzi pro¬ fusi dai francesi, incapaci di creare un solo giocatore degno di questo nome mentre nói, nel centro artigianale di Formio, riuscivamo empiricamente a creare i Panatta, Barazzutti, Bertolucci e soci. Ma, alla lunga, l'organizzazione paga, cosi come la modestia e la voglia di conoscere ed apprendere. Il primo obbiettivo del «dirìgente pazzo» fu quello di creare il Club Francia. Poi si trattò di dare strutture tecniche, ma senza creare miti o santoni. Georges Deniau, fu il primo ina poi lasciò a John Newcombe, allora numero uno al mondo, il ruolo di allenatore. Quindi arrità Jean Paul Lotti, attuale capitano non giocatore e resjionsabilc tecnico. Programmazione, centro studi, mezzi audiovisivi, largìiezza di finanziamenti crescente grazie anche, allo sviluppo degli Internazionali di .Francia al Roland Garros, rivelatosi business liantaggiosissimo per le casse federali. La Francia crescerne si ristrutturava andando a prendere quanto vi era di buono nelle migliori scuole senza credersi gli unici depositari del wrbo tennistico. I risultati a livello di Davis, però, stentavano ad arrivare anche se Jàuffret aveva ben capito lo spirito di squadra della competizione e quando giocava in Coppa si trasformava letteralmente rispetto al mediocre giocatore da torneo. Poi è arrivato Noah (guarda casoseopertoje racejamandaio a Chatrier-proprio da-Aske.-a-Yaowidè, nel Camerun)'e svila sua'fàtsariga,'sqnopoi'arrivati anche Tulasne ed ora Leconte. E dietro incalzano i più giovani Forget, Courteau, Benhabhiles, ragazzini die danno la scalata alla classifica internazionale con una facilità sconosciuta ai nostri Cqncellotti, Bottaszl, Zamperi. Quando si lavora bene, i risultati alla lunga non possono mancare anche se la nascita di un campionissimo resta sempre un mistero. Cosi oggi Philippe Chatrìer non rischia più di essere preso per pazzo. Ciò che il dirìgente si era augurato nel '68 rischia di dix>en tare realtà. John McEnroe permettendo. Rino Cacioppo

Luoghi citati: Camerun, Francia, Usa