In una cassaforte svizzera i rapporti Marcinkus- Calvi

In una cassaforte svizzera i rapporti Marcinkus- Calvi In una cassaforte svizzera i rapporti Marcinkus- Calvi Nella Banca di Gottardo è custodita la documentazione dei rapporti tra lor e Ambrosiano - Come il Vaticano controllava il Banco MILANO — Roberto Rosone non ha mai fatto mistero negli ultimi mesi della sua convinzione che il vero padrone del Banco Ambrosiano fosse lo lor, là banca del Vaticano, con una partecipazione largamente superiore all'1,5 per cento che figurava ufficialmente, come ha dichiarato martedì alla commissione P2 precisando che la quota azionaria era in realtà del 16 per cento. E' la stessa convinzione espressa a più' riprese dalla vedova di Calvi, Clara Cane tti. Non si tratta di semplici opinioni o di sensazioni. Buona parte del rapporto lor Ambrosiano è ampiamente documentata e buona parte è facilmente ricavabile da altri fatue comportamenti. Cominciamo dai possessi azionari dello lor nell'Ambrosiano. Cinque milioni e duecentomila azioni Ambrosiano, pari al 10,4 per cento del vecchio capitale sociale, erano finite nelle finanziarie panamensi che, in base alle famose lettere di patronage di Paul Marcinkus dell'agosto 1981, facevano capo alla banca vaticana ed erano finanziate dallo stesso Ambrosiano che aveva effettuato prestiti per 1100 milioni di dollari. A queste vanno aggiunte altre 800 mila azioni, pari all'1,6 per cento del capitale, possedute direttamente e ufficialmente dallo lor più un altro milione e 40Q mila tltoli'fpari a circa 112,5 per cento del capitale) posseduto da due società, la Rekofinanz (607.000 azioni) e la Kulrlcor (590.000) con sede a Vaduz che, secondo Rosone e altri che hanno seguito le vicende Ambrosiano, sono di pertinenza del Vaticano da molto tempo. Totale 14,5 per cento, di gran lunga la più importante singola partecipazione nel Banco. A questo grosso pacco omogeneo che faceva capo allo lor si univano poi, per 11 controllo del Banco, i pacchi minori posseduti dalle congregazioni e enti religiosi come la Fabbrica del Duomo di Milano, il Cottolengo di Torino, varie congregazioni di suore che avevano investimenti nell'ordine delle centinaia di milioni o di miliardi nella banca milanese. , Il controllo che lo lor esercitava sull'Am¬ brosiano Inoltre non era solo di tipo azionario. Alla gestione del gruppo bancario infatti partecipava direttamente Paul Marcinkus il quale ricopriva il posto di consigliere nel Banco Ambrosiano di Nassau (di gran lunga la più importante partecipazione estera del Banco con parecchie centinaia di milioni di dollari di depositi). Una riprova della partecipazione diretta di Marcinkus agli affari del Banco è contenuta nella testimonianza,di Giorgio Ambrosoll, resa il giorno prima di venir assassinato, in cui si afferma che la Zi tropo, holding che controllava la Pacchetti, fu venduta nel 1972 da Sindona al Banco Ambrosiano con una tangente di 6,5.milioni di dollari spartita fra «un vescovo americano e un banchiere milanese". Anche gli ispettori della Banca d'Italia nel 1978 trovarono molte operazioni tra lo lor e l'Ambrosiano che facevano sospettare èssere lo lor il principale azionista occulto del Banco. Sospetto che venne avallato dalle stesse dichiarazioni dei dirigenti del Banco. La traccia principale era quella della società Suprafin, una finanziarla che per vari anni rastrellò titoli Ambrosiano fino ad arrivare a possederne il cinque per cento, da vendere poi a non meglio identificate finanziarle panamensi (quasi sicuramente le stesse che oggi compaiono nel crack). La Suprafin era sicuramente dello lor come risulta da una lettera della banca vaticana con cui si incarica l'Ambrosiano di gestire gli interessi della finanziaria per conto dello lor medesimo. Una ulteriore massiccia documentazione sui rapporti tra lo lor e l'Ambrosiano e su tutte le operazioni condotte da-Roberto Calvi si trova, come ha dichiarato la stessa vedova, nella cassaforte della Banca del Gottardo in Svizzera. Una documentazione cosi delicata da ostacolare la vendita del Gottardo perché il management della banca pretende di restare a gestire l'immediato futuro in modo che non escano delle «sorprese» dopo il passaggio di proprietà. . Marcò Borsa

Persone citate: Clara Cane, Marcinkus, Paul Marcinkus, Roberto Rosone, Sindona

Luoghi citati: Milano, Nassau, Svizzera, Torino, Vaduz