Da oggi Torino è più ricca d'opere d'arte di Angelo Dragone

Da oggi Torino è più ricca d'opere d'arte Presentata da Novelli la collezione di dipinti e disegni acquistata dal Comune Da oggi Torino è più ricca d'opere d'arte Ventotto Morandi, sette De Pisis, cinque Casorati, due Campigli, Mafai, Ottone Rosai sono in mostra fino al 20 dicembre nel foyer del teatro Regio - Un patrimonio di oltre un miliardo e mezzo che ora fa parte della Galleria civica d'arte moderna La Galleria Civica d'arte moderna, sarà l'unica, tra le Istituzioni pubbliche torinesi ad esser forzatamente assente dal gran concerto celebrativo del 150" anniversario della fondazione della Galleria Sabauda. E tuttavia proprio alla viglila dell'apertura di questa manifestazione, è riuscita a recuperare un proprio spazio nella mappa della topografia artistica della città con l'esposizione, nel foyer del Teatro Regio, del capolavori che, primi ad esser acquistati dalla «Fondazione Guido ed Ettore De Fornarls», hanno di recente arricchito le sue raccolte. La mostra, presentata ieri mattina dal sindaco Novelli, (rimarrà aperta fino al 20 dicembre) è costituita essenzialmente dal 48 dipinti e di segni d'arte italiana contemporanea della Collezione Rossini, cui si sono aggiunti tre bronzi di Mino Rosso, esponente del neofuturismo torinese degli Anni Venti e Trenta, e una Saffo di Andrea Gastaldi (IBI 389). Novelli, anche come presidente della Fondazione De Fornarls, ha voluto ricordare quanti — dall'a w. Paolo Emilio Ferreri e dal notaio De Orsola, esecutori testamentari dell'avv. De Fornarls, al rettore magnifico prof. Cavallo, dal magistrato dott. Brunetti al dott. Lionello Jona, curatore dell'eredità Rossini — l'hanno assecondato nell'assicurare alla citta una raccolta di notevole rilievo ed evitare ch'essa andasse dispersa attraverso una vendita all'asta. La collezione dell'avv. Rossini, conta in prima linea ventotto Morandi, (di cui sedici disegni, sei acquerelli e altrettanti olii). Seguono sette dipinti di de Pisls, cinque Casorati, due olii e una tempera di Sironi. Il valore complessivo venne calcolato in un miliardo e mezzo di lire (ma sul finire della riunione di ieri un collezionista si è avvicinato al sindaco disposto ad offrire tre miliardi per il tutto). Va da sé che l'Importanza di un'acquisizione come questa non sta però nel suo valo¬ re venale. A giustificare la spesa—e in prospettiva la generosità di un torinese appassionato d'arte quale fu l'avv. De Fornaris — è 11 fruttuoso investimento culturale cui non manca di alludere lo statuto slesso della Fondazione cui volle dar vita appunto per accrescere la dotazione della Galleria d'arie moderna «di opere di aito prestigio che siamo di ornamento e prestigio per la Galleria stessa, richiamo ed attrattiva per gli intenditori e oggetto di studio per gli artisti.. Nessun dubbio sull'Intento che è stato raggiunto. Torino o i e r a i o r o o i mi ne < . . ril a aano ogli olila oggi può metlere a disposizione dei visitatori delle sue collezioni d'arte moderna non soltanto un numero doppio di Campigli, Mafai, Rosai, Sironi, duplicando la consistenza dei Morandi e arricchendo quella del Casorati e del de Plsls, ma delle opere che per carattere pittorico e date spesso integrano le preesistenze. Lo si può notare molto bene di fronte ai Morandi: i sei paesaggi (di cui tre olii), 1 fiori e le nature morte nelle diverse loro tecniche rendono giustizia alla ricchezza di sensi bilità e originalità con cui questo maestro ha saputo interpretare anche 1 temi cosi spesso ricorrenti, delle sue famose bottiglie, sconfiggendo qualsiasi ipotesi di monotonia. Può tuttavia rimanere il rammarico, In chi ebbe occasione di conoscere personal mente l'avv. Rossini, di non rivedere in quest'occasione certe opere di spicco che l'Inquieto spirito del collezionista potè a volte sacrificare per nuovi acquisti. Una per tutte, la Fanciulla col linoleum di Casorati, un metro quadrato di splendida pittura del 1921 E tuttavia 11 maestro torinese vi è ancora presente con alcu ne opere indubbiamente em nlematiche che, dalla Vecchietta del 1918 a Uova e limoni del '55, bastano a testimoniare per ampio tratto il senso della sua creatività. Angelo Dragone «Manichino» (opera del 1948) di Mario Sironl è uno del quadri della preziosa collezione ssa andasse dispersa atre venale A giustificare la oggi può metlere a disposi

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