Reagan: cinque proposte al Cremlino per prevenire un conflitto nucleare di Ennio Caretto

Reagan: cinque proposte al Cremlino per prevenire un conflitto nucleare Il presidente le ha rese note poco dopo l'annuncio del programma di riarmo missilistico Reagan: cinque proposte al Cremlino per prevenire un conflitto nucleare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — « Vorrei annunciare alcune proposte contenute in una lettera che ho appena inviato ai leaders del Cremlino e che i nostri ambasciatori a Ginevra discuteranno, su mia istruzione, con i colleghi sovietici... Esse rispondono alla necessità, da me sottolineata lo scorso giugno a Berlino e all'Onu, di ridurre i rischi di crisi e di incomprensione e di rafforzare la reciproca fiducia tra gli Usa e l'Urss». Con queste parole, chiudendo la sua serrata argomentazione a favore del programma dei supermissili MX, il presidente Reagan ha reso pubblica la sua prima iniziativa di pace del dopò-Breznev. Il presidente,- che ha tenuto un discorso alla tv poche ore dopo quello di Andropov al comitato centrale del pcus a Mosca, ha cosi confermato la sua disponibilità al dialogo, seppure nel limiti .dell'irrinunciabile parallelismo» tra il rafforzamento delle difese americane e i negoziati per il disarmo. Due proposte contenute nella lettera sono dirette a prevenire un conflitto atomico accidentale. 'La prima — ha detto Reagan — comporta la notifica preventiva di tutti gli esperimenti missilistici nucleari di terra e di mare, balistici e a media gittata... Essa eviterebbe incertezze allimprovvtsa comparsa dei missili sugli schermi radar dei due. Paesi». La seconda proposta, ha continuato il presidente, .comporta la notifica anticipata delle principali manovre militari, sempre allo scopo di evitare sorprese nel caso di inattesi movimenti di truppe». Le altre tré proposte sono destinate a superare «i reciproci sospetti» degli Stati Uniti e dell'Urss. .Ordino ai nostri ambasciatori alle trattative per il disarmo'r— ha dichiarato il presidente—di insistere per un accordo coi sovietici sullo scambio di informazioni particolareggiate sulle nostre forze atomiche». .Ho anche predisposto ii-. ha aggiunto — che venga migliorato il già eccellente sistema di comunicazioni per-le emergenze tra la Casa Bianca e il Cremlino». Per ultimo, ha detto il presidente, «ho proposto strenui sforzi per impedire la proliferazione delle armi nucleari: sarebbe tragico riuscire a ridurre gli arsenali esistenti per vedere sorgere altrove un'ultra minaccia». Reagan ha parlato aliatelevisione pòche ore dopo aver notificato al Congresso la sua richiesta di finanziamento per il programma degli MX, 26 miliardi di dollari, tanto quanto il programma Apollo per la conquista della luna. Ancora una volta, 11 discorso di Reagan, è stato magistrale. II presidente ha motivato la decisione sugli MX con l'improcrastinabile, du¬ plice obiettivo di colmare da un lato lo svantaggio accusato nel confronti dell'Urss, e dall'altro di costringerla ad adottare le trattative come base del dialogo. Citando l'esemplo del trattato dei missili antimissili e di alti 1 accordi, egli ha insistito che «a meno che gli Stati Uniti si rafforzino, la Russia non avrà interesse a negoziare». Ha altresì messo in rilievo che solo tra cinque anni (1 primi MX verranno installati nell'66) la superpotenza sarà in grado di chiudere parzialmente «-mal completamente — la cosiddetta finestra di vulnerabilità. Riferendosi, senza nominarli, ai pacifisti che vogliono una moratoria -nucleare, vescovi cattolici in testa, Reagan ha ricordato 1 seguenti punti: 1) l'Urss spende ogni anno tra il 12 e il 14 per cento del prodotto nazionale lordo per 11 riarmo, proporzionalmente due o tre Volte tanto gli Stati Uniti; 2, Mosca ha 200 nuovi bombardieri atomici e ne costruisce altri 30 l'anno, quelli americani risalgono a vent'annl fa; 3) dal '65 gli Stati Uniti hanno praticamente congelato la produzione di missili balistici e di media gittata di terra, mentre i sovieti¬ ci l'hanno, moltipllcata; 4) lo stesso è accaduto con le forze convenzionali. Una parte del discorso, Reagan l'ha pronunciata con l'occhio scopertamente rivolto al Congresso, quando ha ribadito che «lo prevenzione della guerra tramite il deterrente sempre stata una politica bipartitica» e quando ha rinnovato la promessa chel'America «non ricorrerà mai alla forza, sé non in risposta a un'aggressione». Ennio Caretto 1

Persone citate: Andropov, Reagan