Gallucci rinuncia alla promozione «Difendo l'autonomia dei giudici»

Gallucci rinuncia alla promozione «Difendo l'autonomia dei giudici» Il Csm lo aveva nominato presidente di Sezione della Cassazione Gallucci rinuncia alla promozione «Difendo l'autonomia dei giudici» In luglio una lettera di Tina Angelini, presidente della commissione P2, accusava l'ufficio del procuratore capo di Roma di «scarsa collaborazione» - Il magistrato chiese al Consiglio Superiore di condannare questa «interferenza politica» • Ma la decisione si attende ancora ROMA — Dopo qualche mese di calma apparente, ia Procura di Roma torna in piena bufera: e, questa volta, a lanciare la sfida è il suo capo. Destinato secondo le previsioni di tutti ad abbandonare una gestione contestata nella maniera più indolore (pochi giorni fa il Consiglio superiore, accogliendo una sua domanda, l'aveva promosso .presidente di sezione alla Cassazione), Achille Gallucci ha deciso d'un tratto di puntare 1 piedi. Le polemiche che si erano rinnovate in questi giorni, e soprattutto la costante minaccia di un'indagine'sulla conduzione dell'ufficio giudiziario più importante d'Italia, lo hanno stancato. E ieri, il procuratore capo di Roma ha scritto al Csm una lettera di rinuncia al nuovo incarico. Per quell'anno e mezzo di carriera che mi separa dalla pensione — dice in pratica Gallucci — resto a capo della-Procura: e se qualcuno vuole che me ne vada, prenda l'iniziativa. L'uomo dev'essere davvero esasperato: se (ino a ieri anche i numerosi avversari gli riconoscevano grandi qualità di navigatore, oggi anche i suoi amici temono che questa mossa possa precludergli anche le simpatie di quanti, al Csm, avevano appoggiato la sua promozione. Ma Gallucci, evidentemente, ha deciso di abbandonare le cautele; la lettera, due pagine in tutto, mantiene appena quel tono di cortesia formale proprio di simili messaggi. Gallucci prende atto «con soddisfazione* del voto favorevole espresso nei giorni scorsi dal Csm, eppure con decisione 'Sofferta ma doverosa» ritiene egualmente di rinunciare. E que¬ sto, scrive, per almeno due motivi: il primo, tutelare la sua immagine dinanzi a quanti sostengono che la richiesta di trasferimento puntava solo a evitare decisioni più drastiche del Csm. Il secondo, rispondere a «interpretazioni pretestuose- che, senza troppi sottintesi, il procuratore addebita al Consiglio La questione nasce dalla famosa lettera con cui nel luglio scorso il presidente della Commissione d'inchiesta sulla «P2», Tina Anselmi, aveva lamentato la «scarsa collaborazione» della Procura di Roma, commentando anche duramente le conclusioni raggiunte da Gallucci nell'inchiesta sulla loggia segreta. Il procuratore — non è mai stato un mistero — considerò subito quel messaggio come un inconcepibile atto di interferenza del potere politico nelle vicende giudiziarie. Prima aveva atteso invano che il Csm sposasse questa linea; poi aveva chiesto che la vicenda fosse giudicata direttamente dal «plenum». Il Consiglio, scrive ancora Gallucci, ha scelto invece la strada più lunga, quella cioè del ricorso a una commissione referente (la prima). In questo momento — conclude — non esiste quindi alcuna decisione del Consiglio nei miei riguardi: e non essendo ancora sollevato da ogni ipotesi d'accusa, non me ne vado. Preferisco restare alla Procura fino a quando tutto non sarà risolto. E lo faccio, aggiunge, non tanto per me, quanto per difendere l'autonomia della magistratura A questo punto, caduta per il ministero di Grazia e Giustizia la necessità di «approvare» la promozione, al Csm non resterà che prendere atto della rinuncia di Gallucci. Al suo posto, In Cassazione, sarà nominato uno del giudici che la scorsa settimana erano stati «battuti» pròprio dal procuratore capo fra le proteste di «Magistratura democratica» e del laici del pei. La questione Procura, però, resta aperta: e a questo punto, solo la decisione di dare inizio all'indagine, di cui da mesi si continua a parlare, può condurre il Csm a sbloccare in qualche modo la situazione. «Su quella in cui si è discusso del sua trasferimento non fosse stata la prima seduta pubblica nella storia del Csm — sostengono alcuni — forse Gallucci non avrebbe mandato quella lettera». In effetti, apprendere dai giornali che qualche consigliere, per contrastare là sua nomina, aveva addirittura riesumato la sua collocazione in graduatoria al concorso di uditore giudiziario (nel 1939) può aver dato a Gallucci la .spinta decisiva. A Roma, comunque, da ieri slede un procuratore capo che sembra deciso à'cbhtèstà're lutto e'ttftti.' oi/e '•'ti.uàe^pe^c'carià'

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