Anche lo zucchero è diventato amaro

Anche lo zucchero è diventato amaro Grave crisi per il maltempo e i tagli della Cee Anche lo zucchero è diventato amaro OAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Denunciata da tempo, in Italia è esplosa la crisi dello zuccherò. Un pò perché la campagna: bieticola . è stata disastrosa,, un pò perché la Cee strozza la produzione, di certo il 1982 si chiuderà per il settore con un bilancio nerissime E non solo perché l'Eridania — gruppo Ferruzzi — ha già annunciato la chiusura di 5 stabilimenti e la Industria Zuccheri ha deciso di smantellarne uh altro; ma anche perché.da ógni parte d'Italia, giungono àll'Assozuccheri notizie sempre più allarmanti: un 'importante azienda come la Sermide (sede a Genova, due stabilimenti in provincia di Mantova e Livorno, fino a poco tempo fa controllata dalle famiglie Busca e Schiaffino) ha deciso nei giorni scorsi di «autosciogllersi»; il gruppo Maraldi. poi, non naviga certo in buone acque La situazione è tale che àll'Assozuccheri parlano della possibile chiusura di una ventina di stabilimenti, mentre la Cnb, la potente organizzazione dei bieticoltori «rossi», è scesa in campo per denunciare le manovre dell'Eridania (che pensa di commercializzare lo zucchero francese, attraverso la Interzuccherl, della Begin-Say, di cui 1 Ferruzzl controllano quasi il 30%) e lanciare un grido d'allarme sul futuro del settore. Ma perché questo tracollo? Àll'Assozuccheri danno almeno due risposte. La prima è tutta interna: c'è stata una campagna infausta (prima la siccità e il forte caldo, poi le piogge di agosto) che sommata alla cercospora — un parassita che s'è moltiplicato a dismisura — ha fatto crollare la produzione: 12 milioni di quintali a fine anno (contro i 20.5 milioni del 1981). • Urta quantità — affermano àll'Assozuccheri — neppure sufficiènte a soddisfare i consumi interni, che si aggirano sul 15,5 milioni di quintali l'anno: Si poteva evitare questo disastro? Le associazioni del bieticoltori, a questa domanda, rispondono senza dubbi: il colpo finale, più micidiale del maltempo, l'ha sferrato la Cee. Produzione e prezzo dello zucchero, infatti, sono decisi a Bruxelles, che ha assegnato all'Italia una quota di 15.6 milióni di quintali, di cui 13 corrispondenti alla quota «A» (su cui l'Italia deve pagare un contributo comunitario del 2% sul valóre) e 11 resto legato alla quota «B». sulla quale 11 contributo sale al 39,50 percento. Cosi lo scorso anno, per restare in «quota», l'Italia ha ridotto la superficie coltivata da 317 e 255 mila ettari. Un taglio che. abbinato al maltempo, s'è rivelato letale, costringendo 1 produttori a correre al ripari: chiudendo stabilimenti (come vogliono fare Perruzzi e Montesi) o minacciando di non pagare le quote comunitarie. Cesare Roccatl

Persone citate: Begin-say, Montesi, Schiaffino