In Irpinia è ancora terremoto

In Irpinia è ancora terremoto Viaggio nei paesi colpiti dal sismo due anni fa: Sant'Angelo dei Lombardi In Irpinia è ancora terremoto C'è scontento e sfiducia - Sta per terminare la gestione Zamberletti e la gente si sente abbandonata - La ricostruzione ha mosso i primi passi, ma resta molto da fare - Strutture mediche inutilizzate per la mancanza di tecnici - «La Regione è carente, ha promesso e non mantiene, la Provincia come non esistesse» - Le leggi sono complicate: «Signorile ha mandato un esperto ma ne sapeva meno di noi» - Paura della camorra DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE 8. ANGELO DEI LOMBARDI — Slamo alla ricorrenza del due anni dopo 11 terremoto e stiamo per entrare nel «dopo Zamberletti». Che cosa è cambiato da quella tragica data del 23 novembre '80 nel «cratere», come adesso chiamano l'area eplcentrale, e quali sono le prospettive? «C'è scontento, amarezza, sfiducia nel futuro- dice il sindaco di 8. Angelo, professoressa Rosanna Repole, che fu eletta come Indipendente nella lista della de e divenne sindaco 11 giorno dopo il terremoto, in sostituzione del sindaco morto sotto le macerie. Scegliamo come nostra prima tappa nelle zone terremotate S. Angelo che è stato 11 simbolo del terremoto in Irpinla per il maggior numero del morti, 432 su 2735. C'è però un discorso che vale per tutti 1 35 Comuni del «cratere» e gli 88 Comuni della «corona», l'area extraepicentrale. «Zamberletti era per noi un ponte per arrivare allo Stato, al potere — dice Rosanna Repole. — Ci serviva come punto di riferimento, attraverso di lui, attraverso i suoi tecnici, bene o male riuscivamo a risolvere i nostri problemi. Ora rimaniamo soli, impreparati e impossibilitati ad affrontare diffi coltù che sono enormi, compii cate da procedure burocrati die troppo spesso per noi irrisolvibili. La Regione è carente, la Provincia è come se non esistesse'. Il ministro per il Coordinamento della protezione civile, Giuseppe Zamberletti, sta per chiudere la sua gestione stralcio che è la coda dell'emergenza e del reinsediamento. In questi due anni, ma soprattutto nell'Si, la gestione del commissario straordinario per la Campania e la Basilicata Zamberletti ha portato avanti il piano di reinsediamento attraverso tre vie: i monoblocchi (14 mila), i prefabbricati (24 mila), la riattazlone degli alloggi recuperabili (15.700), con una spesa di 3635 miliardi. Nel maggio '81 è stata votata la legge 219 che deve servire per la ricostruzione, con ottomila miliardi da spendere in tre anni. Una legge travagliata, che ha già avuto due correzioni, uno con la legge 187 del 29 aprile scorso, e una con un decreto che deve ancora esseretramutato in legge. E' in questo mare dei progetti, delle convenzioni con le banche, delle direttive specifiche che si affonda. Dice Luigi Morrongiello, consigliere comunale di S. Angelo: •£" venuto da noi un funzionario mandato dal ministro per il Mezzogiorno Signorile per spiegarci la legge, ma di fronte ai quesiti che gli ponevamo, si è trovato impacciato, alla fine si è visto che, seppure con le nostre lacune, noi ne sapevamo più di lui». Parliamo di S. Angelo, dunque. E' uno dei pochi Comuni che lia già redatto i piani di recupero: un passaggio obbligato per poter iniziare la ricostruzione e usufruire dei contributi della 219 (457 mila lire al metro per le case rurali e 525 mila per le case dei centri abitati). Ne sono stati assegnati 90 su circa trecento domande. Altri 200 appartamenti sono stati riattati dalla gestione Zamberletii. Si lavora un po' ovunque, i cantieri in atto sono quasi un centinaio; tutti piccoli, a volle due-tre operai, al massimo sei. C'è scarsità di manodopera. Qui si sperava che tornassero un buon numero dei 500 emigrati che avevano lascialo S. Angelo prima del terremoto (quelli che se ne sono andati dopo, sono quasi tutti rientrati), ma rimpatrii non ci sono stati, i più sono venuti per seppellire i loro morti e poi hanno ripreso il viaggio per il Nord Italia o l'estero. Le ferite del sismo sono ancora molto evidenti; tronconi di ?reuro, putrelle contorte, travi puntate verso il cielo. Poi ci sono le macerie di nove palazzi ancora intatte come erano rimaste dopo le escavazioni per tirar fuori i morti. Le travi in cemento, segnate con sigle e numeri rossi, qua e là presentano dei fori: sono i prelievi di cemento fatti per ordine della magistratura. | Quelle macerie, infatti, sono oggetto di un'inchiesta perché c'è il sospetto che i costruttori avessero usato materiali non idonei per una zona che, dopo il terremoto del '62, era stata classificata di secondo grado agli effetti sismici. A due anni di distanza, quel' responso dalla magistratura non è ancora venuto e anche se le pratiche per la ricostruzione di quegli edifici fossero pronte, non si potrebbe porvi mano. Un condominio è in piedi sbilenco e con grandi occhiaie vuote. Verrà abbattuto e sarà ricostruito, più piccolo, nove appartamenti al posto di sedici. Sono, questi, i secondi alloggi, che venivano dati in affitto e che adesso i proprietari non ricostruiscono, perché i contributi sono insignificanti: riconoscimento del 30 per cento della volumetria precedente. Così le 600 famiglie che erano in affitto e che non hanno diritto ad alcuna ricostruzione in proprio, non hanno la prospettiva di poter riavere una casa Si mattóni. Sólo Ve dilizia pubblica potrebbe venire in loro soccorso. Per adesso l'Istituto autonomo per le case popolari ha stanziato per S. Angelo sei miliardi, con i quali sono program¬ mati una novantina di appartamenti; ma quando si realizzeranno? I tempi si avvertono lunghi in tutti i settori. In fatto di precario non manca nulla, c'è persino una grande tenda-palestra che serve anche per il tennis offerta dal Coni. Di precario c'è pure l'ospedale: una serie di prefabbricati per un centinaio di posti-letto, praticamente con tutte le divisioni, dalla medicina alla chirurgia, dall'ostetricia alla pediatria, ma con un inadegualo numero di medici e paramedici. Dice il dott. Giuseppe Di Marino, chirurgo: 'Abbiamo attrezzature chirurgiche nuovissime, modernissime, ma manca il primario, e non si può funzionare. La radiologia ha un solo medico. Si sono spesi forse cinque miliardi per questo ospedale, e si spenderanno per la sua gestione forse 200 milioni al mese, ma sema resa: ospitiamo venticinque degenti quasi tutti ultrasettantenni. Siamo troppo inefficenti. Ci stanno prendendo in giro, non c'è la volontà, la Regione, sollecitata tante volte, non ci manda il personale che occorre^. Tra le strutture imballate, ancora da montare, ci sono anche le sei unità coronariche e le sei unità di dialisi regalo dei lettori de «La Stampa». Dicono in Comune: «Noi abbiamo addirittura stornato dei fondi da altro capitolo per costruire in prefabbricato il reparto die dovrà ospitare questa strumentazione. Ma la Regione, die avrebbe dovuto preparare il personale per farla funzionare, non ha risposto alle nostre sollecitazioni, nonostante che al momento del dono da parte de La Stampa l'assessore regionale avesse preso l'impegno di darci il personale specializzato». «Questo è un esempio. Ecco perché io vedo nero davanti a noi — dice il sindaco. — // potere centrale, il potere regionale ci abbandonano, non abbiamo punti di riferimento, di appoggio». E aggiunge: «Poi ricordiamoci che adesso incomincia il periodo più critico per il pericolo della camorra. Per ora non ce n'è, ma fino adesso non è circolato tanto denaro, con la ricostruzione gli appetiti si faranno sentire. Del resto c'è già un sintomo preoccupante: una parte dei lavori per l'area industriale se li è aggiudicati l'imprenditore catanese Carmelo Costanzo, ricercato per lo scandalo del Palazzo dei Congressi di Palermo. Anche in questo settore, quindi, c'è bisogno della presema e del controllo dello lst.at°"v'l-''y':R^p iMgn S Fl (Pt) D i i di ff i d i fil S. Fele (Potenza). Dopo mesi e mesi di sofferenze per aver vissuto dentro container!», finalmente una sistemazione più dignitosa per i terremotati negli accoglienti alloggi prefabbricati pesanti

Luoghi citati: Basilicata, Campania, Italia, Palermo, Potenza, Sant'angelo Dei Lombardi