Dietro il boom del dollaro

Dietro il boom del dollaro Gli effetti psicologici del rigore adottato dalla Federai Reserve Dietro il boom del dollaro Mentre il mondo intero era in attesa di un rallentamento delle pressioni sui tassi dell'interesse e sui cambi provenienti dagli Stati Uniti si è avuto un rinvigorimento del dollaro.. Che cosa è successo? Dopo la drastica decelerazione impressa dalle autorità alla creazione monetaria verso la fine del 1979 l'inflazione americana si è fortemente ridotta. Le vicissitudini del bilancio pubblico federale hanno impedito di bilanciare con la «politica dell'offerta» gli effetti deflazionistici causati dalla restrizione monetaria. Il livello di disoccupazione raggiunto e la inevitabile perdita di consenso registrata dall'amministrazione Reagan hanno fatto ritenere che la Riserva federale avrebbe «attenuato» il suo rigore monetario. In tal senso è stato interpretato un mutamento tecnico introdotto dalle autorità nella gestione monetaria per la sperimentata instabilità degli indicatori usati: la base monetaria, la moneta in senso stretto o «MI» e moneta in senso lato o «M2»; la Riserva federale ha infatti annunciato poche settimane orsono che avrebbe trascurato per alcune settimane di considerare le statistiche monetarie ma che ciò non equivaleva nò al prevalere di incertezze sull'elevatezza dei tassi dell'interesse, né ad accondiscendenza nei confronti del livello del debito pubblico. Anche se la Riserva federale lo nega, quest'annuncio ha coinciso con preoccupazioni sulla stabilità del sistema bancario americano, dovute agli effetti sulle imprese americane della persistente deflazione ed alla condizione di insolvenza internazionale di importanti paesi in via di sviluppo fortemente esposti verso ban- ' che americane. L'effetto di questo annuncio ha, fatto scoprire alle autorità monetarie che le aspettative di inflazione potevano dirsi debellate solo nel corto' periodo, mentre non lo erano nel più lungo termine. Questa reazione ha fornito una misura del grado di perdita di credibilità della politica monetaria per la sua lunga esperienza «accomodante» nei confronti dell'inflazione e del grado di accreditamento delle teorie monetaristiche (se desideriamo essere più precisi, delle aspettative «razionali») del mondo degli affari americani. L'indicatore di questa reazione è, dato dal mutamento nella struttura dei tassi dell'in- ' teresse secondo la scadenza: il tasso sui titoli a breve si è ridotto, per la maggiore liquidità attesa dal «mutamento» della politica monetaria, ed il tasso sui titoli a lunga sì è accre-' sciuto, per l'accelerazione inflazionistica attesa a seguito dello Stésso mutamento. Questo ha indotto la banca centra», le americana a ripristinare la «vecchia» politica non discrezionale di rispetto degli obiettivi di créscita monetaria da essa Messa annunciati e i suoi capi a ribadire con durezza, che il mancato recupero della.credibilità impedisce alla moneta d'avere un ruolo nella lotta alia disoccupazione al di là di quello di garantire il rientro permanente dall'inflazione. A queste precisazioni il mercato ha, reagito nella direzione opposta alla precedente: si è avuto un innalzamento dei tassi a breve, una riduzio-^ ne dei tassi a lungo termine, ed il citato rafforzamento del dollaro sui mercati dei cambi. Numerosi paesi europei non traggono da questo episodio alcun insegnamento e ritengono che della situazione economica attuale possa effettuarsi una lettura non monetarista, piaccia o non piaccia questa scuola di pensiero. L'assenza di realismo di questi paesi pare sfociare verso il crollo del già claudicante sistema' monetario europeo. Tutto ciò potrebbe anche non preoccupare se fosse una soluzione, ma cosi non è. ' Infatti, ampliandosi, gli aggiustamenti dei cambi, si aggraverebbe il dilèmma in cui versano le politiche monetarie di tutti i paesi: restringere le quantità di credito ed innalzare i tassi, causando una più vasta crisi occupazionale e indebolendo il sistema bancario, oppure accomodare la moneta ai maggióri costi importati ed 'entrare in un sistema di iperinflazione che non solo rende difficile l'esercizio delle attività democratiche, ma non è in condizione di produrre più sviluppo e più occupazione. Mentre si fa strada l'idea che l'attività di credito internazionale debba essere continuata, non pare però esservi analoga coscienza che il regime di cambi fluttuanti debba essere riesaminato. Paolo Savona

Persone citate: Paolo Savona

Luoghi citati: Stati Uniti