Forse dietro la feroce strage di Lugano un grisbi di miliardi o traffico d'armi! di Marzio Fabbri

Forse dietro la feroce strage di Lugano un grisbi di miliardi o traffico d'armi! Sul triplice delitto di giovedì mattina indagano anche le teste di cuoio svizzere Forse dietro la feroce strage di Lugano un grisbi di miliardi o traffico d'armi! L'assassino, lo slavo Dragutin Petrovic, ha cercato d'accreditare la tesi di un raptus, ma gli inquirenti sono scettici . DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUGANO — Mentre veniva interrogato dalla polizia, è stato colto da una crisi isterica — reale o simulata non si sa — Dragutin Petrovic (e non Dragomlr, come erroneamente scritto ieri) detto Antonio, 34 anni, lo slavo che giovedì mattina ha ucciso con tre colpi di fucile a canne mozze la moglie Jacìranka Cristina Petkovic. una bellissima modella di 29 anni; Sergio RocclieggiR.nl, 34 anni, italiano da molti anni in Svizzera, e la ragazza di quest'ultimo, Gabriella Mantegàzza, ventlnovenne di Mendrlslo. E' stato portato all'ospedale civico da ^un'autoambulanza superscortata che lo aveva prelevato pochi minuti prima delle 18 al comando della polizia cantonale di via Bossi. Le sue condizioni non destano preoccupazioni, tanto è vero che è stato successivamente trasferito in carcere. Sono ancora oscuri i motivi della strage, unica a memoria d'uomo nella tranquilla cittadina svizzera. E' un fatto, però, che già a poche ore dal delitto, le «teste di cuoio» del Canton Ticino erano In azione per sopralluoghi e perquisizioni. L'assassino, consegnandosi alla polizia, ha cercato di accreditare la versione di un «raptus», contraddetto però da parecchi elementi: in primo luogo la sua personalità di pregiudicato avvezzo a tirarsi fuori dalle situazioni più dlf fi-, elli, e poi il fatto che 1 tre colpi mortali di lupara non sono stati sparati in sequenza rapida, come farebbe chi è in pre¬ da a una furia omicida, ma a qualche minuto di distanza uno dall'altro. Dal rigoroso silenzio della polizia emergono pochi elementi, uno dei quali è l'immediata entrata in azione dei reparti antiterrorismo che sono andati ad operare anche nel Cantone del Grigioni, a Roveredo, dove hanno fatto irruzione nell'alloggio di una palazzina in cui si trovavano tre persone. «Stranieri» sono stati definiti dagli abitanti del posto, che però non hanno saputo precisare se si trattasse di italiani o di gente di altra nazionalità. I tre sono stati fermati e interrogati, ma subito dopo rimessi in libertà, Gli agenti cercavano nell'appartamento anche una quarta persona, che invece era assente. Il filo che conduce al tripli¬ ce delitto di Lugano potrebbe venire dalla rapina di cinque miliardi messa a segno 11 28 giugno scorso alla Popolare di Milano da due uomini rimasti sconosciuti e dal cassiere Franco Ghezzi, catturato a Lugano di recente nella cittadina elvetica. Ma, secondo alcune voci, ci potrebbero essere anche legami con gruppi eversivi italiani, di destra. Qual è dunque l'intreccio? Escluso che l'assassino abbia prèso parte alla rapina (all'epoca era in carcere in Italia), è invece possibile che sia stato in contatto con Magdalena Urban, 33 anni, anch'ella slava, l'amica milanese dèi Ghezzi. Lei, forse, ha saputo su quale banca del Canton Ticino è depositato 11 grisbi e come fare per avere accesso al favoloso conto cifrato. Poi, come spesso accade in questi casi, la lite per la spartizione del bottino. La ricostruzione, in questo modo, sarebbe attendibile, ma trascurerebbe tutta la parte «politica» dell'indagine, cui hanno accennato 1 responsabili della polizia ad Inchiesta appena aperta. Né sembra sufficiente a mandare «teste di cuoio» in giro per il Canton Ticino e in quello confinante la semplice circostanza che Petrovic, in passato, avesse avuto mano in un traffico d'armi che si presume siano poi finite ad estremisti di destra dei Nar. Petrovic abitava nell'appartamento della tragedia (al quarto piano di via Trovano 9 A) dalla fine del mese di agosto quando, durante le vacanze della moglie, si era fatto aprire la porta dell'alloggio dal portinaio e si era installato in casa. Veniva dalle carceri italiane dove era finito nell'aprile '81 per una truffa internazionale messa in piedi con tre amici austriaci: rubavano o rapinavano biglietti di aereo in bianco e poi, compilati e annullati con 11 timbro di agenzie fantasma (.Togo Tours» e .Niger Tours» erano le sigle favorite), se li facevano rimborsare dalle compagnie aeree come non utilizzati. .Milioni di franchi.il ricavato», dicono a Lugano. Petrovic, in Svizzera, era ricercato per alcune tentate rapine nel Canton Ticino e per quel traffico d'armi che lo collega con l'estrema destra italiana. Durante la sua forzata assenza raccontano che la moglie si vedeva molto spesso con un facoltoso milanese che arrivava in Mercedes: è con, lui che era partita per le vacanze. Marzio Fabbri