I br in aula cambiano idea «La Ligas non ci ha traditi»
I br in aula cambiano idea «La Ligas non ci ha traditi» Roma, dichiarazioni di Bonisoli al processo Moro I br in aula cambiano idea «La Ligas non ci ha traditi» ROMA — 'Noi oggi riconosciamo la Ligas fino in fondo come nostra compagna. Ci assumiamo questa responsabilità di fronte a lutto il movimento rivoluzionario'. Con queste parole, pronunciate ieri mattina nell'aula del procèsso -Moro, il brigatista Franco Bonisoli ha praticamente revocato la 'sentenza di morte" pronunciata una ventina di Riorni fa dagli iniputati del «partilo della guer riglia» nei confronti della brigatista sarda, accusata da un volantino di essere un'«in/o me-, una 'belva-, xm'-infil Irata- nelle iile del «partito armalo». Che cosa è accaduto in questi venti giorni? Quali elementi hanno suggerito a Bonisoli e ai suoi compagni di mutare drasticamente opi nione su di lei? Difficile dirlo con certezza. Sta di fallo che gli arresti di questi giorni (che hanno decimato in modo du rissimo la rinata colonna torinese delle Br) devono aver «aperto gli ocelli» a più di un militante in carcere, forse attraverso qualche particolare che ancora sfugge. Sull'improvviso cambiamento di posizione dei briga Usti imputati a Roma si fan no molte ipotesi. La più consi stente è forse anche la più semplice: I brigatisi! della terza gabbia del processo Moro potrebbero aver riattivato contatti con l'esterno che avrebbero contribuito a chiarire le cose. E non solo per quanto riguarda la posizione della Ligas. In altre parole i brigatisti In carcere che si ri chiamano alle posizioni del «partito della guerriglia», in ' aperto contrasto con quelle più «attendiate» dei seguaci di Mario Moretti (i cosiddetti ' «militaristi»), devono aver capito che un'altra rottura è in atto al loro interno. Una rottura che coinvolge rebbe da una parte 1 brigatisti rimasti a Napoli, dall'altra la appena ricostruita colonna torinese, rimessa in piedi proprio da un •militante napole tano». quell'Antonio Chiocchi catturato sabato scorso dai carabinieri, spostatosi da Napoli nei capolugoe piemontese all'inizio della scorsa estate. In questo contrasto tra le due colonne di una stessa frazione delle Br. sorto forse per questioni di potere. la Ligas avrebbe giocato suo malgrado il ruolo del «capro espiatorio». 1 primi contrasti tra le due colonne — lo avrebbe rivelato un «pentito» — sarebbero sorti a proposito dell'assalto al convoglio dell'esercito nell'agosto scorso a Salerno. Per i •napoletani» l'azione avrebbe dovuto essere semplicemente dimostrativa, per i «torinesi» occorreva Invece un'azione sanguinosa, come poi è avvenuto. Pare che proprio per sedare questi centrasti, per cosi dire di linea, la Ligas fosse andata a Torino, dove poi è stata arrestata. Sulla Ligas, mandata dal •napoletani» si è cosi scatenata l'ira del -«torinesi» ormai avviati su una linea di com¬ pleto autonomia dal resto dell'organizzazione e con molte probabilità già in stretto contatto con la colonna milanese della «Walter Alasia», quella clic può essere ritenuto in assoluto la frazione più autonoma delle Br da almeno due anni a questa parte. Un passaggio del discorso fatto in aula da Bonisoli avvalora questa ipotesi. •Ci sono stale due diverse pratiche sociali — ha detto il brigatista quella sviluppata , a Roma, Napoli e Salerno con la parola d'ordine di riprendete l'offensiva c quella che si avvitava su se stessa sancendo l'immobili sino e affossando l contenuti sociali'. La prima è quella del gruppo di Napoli, la seconda quella dei -torinesi». Bonisoli e gli altri hanno sposato la prima, ribaltando l'atteggiamento nei confronti della Ligas.
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