«Le volpi tolgono il cibo ai russi»

«Le volpi tolgono il cibo ai russi» Campagna in Urss contro allevatori «neri» di animali da pelliccia «Le volpi tolgono il cibo ai russi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — E' verp. che una pelle di volpe polare può valere, al mercato nero, dai 300 ai 350 rubli (600-700 mila lire); ma per cortesia, signori allevatori di frodo, non private di latte ih polvere i neonati e di carne i lavoratori seri. Soprattutto, non arricchitevi a spese dello Stato, evitando persino di pagare le tasse. Questa volta, fra il martello moralizzatore e l'Incudine ' della realtà sovietica cadono quelli che il quotidiano Selskaja Zhien definisce «i re della volpe polare»: affaristi e speculatori, si afferma, che ogni giorno «portano via un pezzo dalle nostre tavole». Volpi polari, si apprende, ma anche procioni e nutrie (materia prima per il cosiddetto «castorino») sono facili da allevare nelle ore libere. Ma per farli crescere soni, robusti e soprattutto con un pe¬ lo lucente bisogna nutrirli con estrema attenzione e senza economie: una volpe, per esempio, ha bisogno ogni giorno di 150 grammi di carne, e pei fegato, uova, latte fermentato, formaggio bianco, pesce. Dai negozi, denuncia il giornale, ««compaiono gli aumenti per neonati malysh e maljutka» ; nelle farmacie gli allevatori fanno incetta di penicillina e di vitamina. Prendiamo la cittadina di Labinsk, nel Nord della Russia, uno dei centri assurti all'onore delle cronache moralistiche dopo certe minacce di «rompere le gambe» al direttore locale del fisco. In quella località, si calcola, vivono 1300 volpi polari, Una semplice operazione indica che per portarle fino all'età di otto mesi occorrono 47 tonnellate di carne, 312 mila uova, oltre 30 tonnellate di latte. Moltiplichiamo su scala nazionale e avremo cifre proibitive. In qualsiasi società ad economia di mercato starebbe ai singoli allevatori fare un rapido conto dei costi e dei ricavi. Ma in Urss, dove i prezzi degli alimentari sono artificiosamente frenati, con massicce sovvenzioni agli agricoltori, finisce che è lo Stato a pagare buona parte degli alimenti delle volpi, procloni e nutrie. Tale Aleksander Balashov, rivela Selskaja Zhien, è stato sorpreso con 19 procioni e 40 volpi. Non è, almeno ufficialmente, quello che la legge sovietica definisce un «parassita», perché ha un lavoro. Fa 11 falegname, ma lavora soltanto un paio di giorni la settimana e guadagna quattro soldi: però, a farlo additare fra gli SpekulantJ, è il fatto che nonostante i cinque familiari a carico egli possa permettersi «una casa piena di tappeti preziosi, cristalli, mobili stranieri». Colmo dell'impudenza: possiede l'automobile. E quando gli è stato chiesto di pagare le tasse ha rifiutato di farlo, preferendo piuttosto rinunciare al suo commercio clandestino in pelli. f.gal.

Persone citate: Aleksander Balashov

Luoghi citati: Mosca, Russia, Urss