«Compagni, vi dico la dolorosa realtà Ci siamo spagliati»
«Compagni, vi dico la dolorosa realtà Ci siamo spagliati» Ricordo di Guarnaschclli, ucciso in Urss «Compagni, vi dico la dolorosa realtà Ci siamo spagliati» Le testimonianze rievocano anni bui di speranze deluse, di illusioni svanite, di ideologie spezzate da una realta che scioglieva 11 dogma delle certezze: E le voci che parlano hanno l'accoratézza del rimpianto e la durezza d'una rabbia non stemperata dai tempo. L'altra sera e ieri, in due riunioni, Nella Masutti, moglie di Emilio Garnaschelli, «comunista di cuore» mai iscritto al partito e morto in Siberia nel periodo delle grandi purghe staliniane, ha presentato il libro «Una piccola pietra» da lei scritto raccògliendo le lettere che Emilio aveva inviato dal confino. Mercoledì all'Unione Culturale il volume, che riassume una «vicenda scomoda» per il pei, è stato commentato, oltre che dalla signora Masutti' e dal fratello di Emilio, Mario, anche da tre esponenti del partito comunista: gli storici Aldo Agosti e Franco Li volsi, e il segretario della Cgil, Fausto Bertinotti. Davanti a oltre un centinaio di persone, si è dipanata la storia infelice di quest'esule espulso dall'Italia e dal Belgio, emigrato in Urss a 23 anni nel 1933: sospettato di deviazionismo fu mandato ih Siberia e Nella, che allora aveva 17 anni, lo segui e divise con lui freddo, fame e miseria. Poi là donna dovette tornare in Occidente: solo nel '42 le fecero sapere che il marito era morto 3 anni prima. Ora Nella Masutti accusa il partito: «Aron volle mai dargli il riconosciménto di esule politico. Robotti, Il dirigente che si occupava dei rifugiati, non l'ha mal aiutato, ami, l'ha ostacolato. Berlinguer, Ingrao e lo stesso Roboiti, cui ho scritto molte lettere, per chiedere una riabilitazione di Emilio, non mi hanno piai risposto.' « Una piccola pietra» e la testimonianza d'un idealista considerato pericoloso e travolto dalla buferà delia persecuzione politica: « Lottava per la condizione umana—afferma Emilio Guarnaschelll che, con le lettere ricevute dal fratello, ha integrato il mosaico storico-politico di questo volume edito da Garzanti — e dispressava l suoi persecutòri scrivendo che mai si sarebbe inchinato di fronte a nessun dio né rosso, né nero».'Agosti ha collocato la vicenda del giovane esule in una «società minata dal sospetto». Bertinotti ha definito il volume «scomodo e sgradevole, ma di grande utilità per capire quel difficile periodo. in Russia con generazioni di militanti prese dal parossismo del sospetto». Livolsi s'è addentrato nell'esame delle lettere, «base per comprendere un'epoca su cui, ancora oggi.i giudizi sono controversi». L'altra sera «Una.piccola pietra» è stata al centro d'un dibattito proniosso dal psi (era présente, tra gli. altri, i'on, Mondino) al circolò Bertrand Russel di via Pomba 17, Ancora Nella Masutti con 11 suo dolore e il suo non rassegnato proposito d'arrivare alla riabilitazione del marito; con lei. Dante Cornell, uno del pochi italiani sopravvissuti al lager sovietici e che, in 11 libri, ha tracciato il volto sinistro di quegli- anhi «digente deportata; di spie; di killer del regime, di assassini, di suicidi disperati,. di provocatóri, di dirigènti: comunisti italiani responsabili di queste persecuzioni». Attorno alle loro'voci, il coro di altri pratagonisti di pagine di storia ritmate sull'equivoco: iPiàn piano tploro che hanno superato le prove di quell'inferno — ha detto il segretario del psi di Mantova.'| Bistazzort, ricordando:le sue esperienze di ragazzo nato in Russia da una famiglia di immigrati politici—se ne vanno. Bisogna consegnare la verità alle,nuove generazioni». ' «Una piccola pietra», i cui proventi saranno devoluti ad Amnesty Intrnational, è un capitolo di questa cronaca del sospetto, della delusione e della morte. Nel 1935 Guarnaschelll scriveva: « Vi debbo dire la triste, dolorosa realtà: compagni,ci siamo sbagliati».
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