che il disgelo continui di Vittorio Zucconi

che il disgelo continui che il disgelo continui E' morto con la mano tesa vcreo la dna, confortato; quasi sul letto di morte, da quella speranza che aveva inseguito, Senza neppure sfiorarla, durante-rutti i 18 anni di regnò: saldare l'ultimo e il più gran,de cìcbito politico lasciatogli irla Nikita Krusecv, lo scisma con Pechino. Ma TAsia che i| suo' successore eredita oggi da Leonid Breznev non è solo in questi primi passi positivi verso la.riconciliazione storica fra k due più grandi nazioni comuniste:. l'Asia di Breznev.e anche un fronte di sangue, dove si muore davvero, in Afghanistan e Indocina, nell'uniforme o nel nome degli interessi di jxitenza sovietici. E il continente «madre», dove si estendono i due terzi- del territorio dcll'Urss, non,sa ancora se deve salutare il leader russo defunto còme un uomo di pace o ùn portatore di guerra e invasioni. ■.'•■'• Eredità ambigua, dunque, contraddittoria, dentro la qua-, le la. successione dovrà cercare di muoversi salvando il meglio (il'disgelo cinese, l'amicizia indiana) e districandosi, se lo potrà, dai fallimenti, fra la strage nel tunnel di Salang. e il riarmo nipponico, fra il pasticcio indocinese e l'espansione della presenza militare nel Pacifica E nell'Oceano Indiano, anche su questo versante i 18 anni .di breznevismo si chiudono.più nel segno della forza che dell'accortezza politico-ideologica. Soltanto il «salvataggio» operato . in extremis dai cinesi, nei confronti proprio dell'uomo che volle contro di loro l'inutile concilio comunista mondiale del 'CO, riscatta un bilanciò asiatico' carico di neo-imperialismi c di 'violenza: retroterra inquietante e; sospetto del voi•. to «pacifista* ostentato dal E' perciò verosimile immaginare elicii successori: riprenderanno, e forse intenslfìchóranno, la politica dei segnali distensivi e dei colloqui «normalizzatori» Stato-partito con. Pechino. Su questo concordano tutti i sovietologi asiatici, anche se' l'opinione ufficiale' dei cinesi resta nascosta dietro" la sola riga dell'agenzia ufficiale «Xinhua» (Nuova Cina) con l'asciutta notizia' della morte. Ma Dehg e il : suo gruppo dirigente sono in una posizione di forza assoluta, verso Mosca: non.devòno-;far altro che aspettare, e valutare che cosa ha in serbo per loro il dopo Breznev. L'ipotesi più ragionevole, e' più documentabile, è che neppure i cinesi faranno marcia indietro. Incoraggiano a que-, sta conclusione due fatti. centrali: il primo è la freddezza, la premeditazione con, la quale Pechino ha preparato la «svolta». Non un gesto emotivo, nia la maturazione oggettiva di un ricquilibrio di fondo della posizione, internazionale della Cina. Il secondo fatto è nella convinzione cinese che il processo di successione al gruppo brezneviano fosse CO; minciato da: tempo con la -morte- del grande Richelieu rósso, Michail Suslov e la fine del vecchio leader si limiti a portarlo alla luce. Dcng, meglio di Reagan, aveva capito ft$e. J'Urss, in crisi economica e di leadership, andava non già messa- colle spalle al muro, ma costretta alla manovra diplomatica. Si ha addirittura l'impressione, oggi di fronte alla nòtizia della morte di Breznev, che l'accelerazione impressa dai cinesi al «disgelo» nascesse dal desiderio di creare un fatto compiuto prima che il segretario del pois morisse. Quasi che Dcng, per intuito politico o per informazioni accurate, avesse previsto ormai imminente la scomparsa di Breznev, e! avesse voluto condizionarein senso positivo e favorevole alla Cina le scelte dei successori. Sarà importante vedere, da parte cinese, quale ruolo avrà nei futuri organigrammi quel vice ministro degli Esteri Ili' cev, protagonista sul campo dèi primi; fruttuosi negoziati. E il terreno concreto.su cui sarà giudicata la futura strategia sovietica in Asia, forse più' dell'Afghani sta, è il Vietnam.;1 In questa «Polonia d'Oriente»' l'Urss di Breznev ha sperperato, fra le invasioni per prodi-" ra, la boat pcoplc, la creazione di nuove basi navali per là flotta del Pacifico, un capitale di prestigio immenso e' non più recuperabile. E ha dato una copertura, riempiendo di proprie corazzate lo Spazio la- ' sciato vuoto dal ritiro americano, a quel riarmo giapponese che oggi il Cremlino lamenta e che tutta l'Asia teme. : Non è affatto semplice, quindi, l'equazione asiatica a.quattro incognite che Breznev lascia al gruppo dei successori: giocare d'astuzia coi. cinesi; evitare il dissanguamento morale e umano in Afghanistan; mostrarsi flessibili ih Indocina;' anestetizzare le paure dèi giapponesi, tenendo a bada il loro formidabile potenziale bellico. Vittorio Zucconi