Lenin Interstampa e nostalgie di Lietta Tornabuoni

Lenin Interstampa e nostalgie r Persone di Lietta Tornabuoni Lenin Interstampa e nostalgie (Non ho molte speranze: coll'attuale comitato centrale, figuriamoci», dice l'editore Roberto Napoleone parlando del ricorso presentato contro la propria radiazione dal pei: ma sabato scorso era abbastanza interessante assistere, nel saloncino per niente lussuoso del Centro culturale Inlerstàmpa, alla conferenza del professor Enzo Santarelli con cui questo gruppo, definito filosovietico e sospettato di finanziamenti sovietici, celebrava il 65" anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. Cento, centocinquanta persone affollate: tutti giovanissimi oppure anziani, quelli che vogliono speranza o quelli che non s'arrendono all'idea d'avere sprecato l'esistenza. Ragazze anche bellissime in basco bianco e scarpette cinesi di pezza, poche donne mature, sessantenni in velluto a coste con la pipa e II distintivo dei Volontari della Libertà completo dei nastrini di medaglie guadagnate durante la Resistenza, ragazzi con la barba. Alle pareti, i classici ritrattimanifesto di Marx, Engles e Lenin, con i nomi scritti in caratteri cirillici; e la classica fotografia di Togliatti in piedi al microfono, col braccio teso in avanti verso l'avvenire. Si comincia: «Sessantacinque anni non sono molti né pochi», attacca il conferenziere, subito interrotto dal grido emozionalo d'un anziano: «Sono una vita!». Poi si cita con sempre viva deplorazione il socialdemocratico Kautsky, si ricordano con simpatia gli storici inglesi Sidney e Beatrice Webb, si evoca con affetto il rivoluzionario americano John Reed, «più serio e meno spericolato di quanto lo mostrino oggi film e filmastri». Si ripuntualizza la differenza tra leninismo e blanquismo, si accenna appena al dispotismo orientale. Si hanno scatti d'orgoglio bianco: «La rivoluzione noi non la abbiamo fatta: dobbiamo riceverla di ritorno dal Terzo MonV ■ - do, dobbiamo essere proprio gli ultimi ad arrivare alla trasformazione socialista?». Si condanna «questo osteggiare la Rivoluzione d'Ottobre come fosse il caro estinto». Ma, si riconosce virilmente, «siamo uomini del presente e in sessantacinque anni molta acqua è passata sotto i ponti». Infatti al momento del dibattito subito s'alza uno a tempestare: «Qua si abusa dell'aggettivo "socialista". Gonzalez socialista? Mitterrand socialista? Craxi socialista? Altro che socialisti: socialdemocratici, sono. Tutti socialdemocratici». Dice socialdemocratici come direbbe delinquenti. Scrittori e mercato L'editoria italiana stenta, i nostri giornali quasi non pubblicano racconti, cesi sono sempre più numerosi gli scrittori o giovani aspiranti scrittori italiani che tentano la carta del mercato americano: a Roma i pochi traduttori in inglese esperti del ramo lavorano come Spadolini o quanto i doppiatori di telefilm, disperatamente e con affanno. Il sogno americano è molto aiutato da Writer's Market, il mercato dello scrittore, un geniale manuale edito a Cincinnati che elenca «8577 punti-vendita per romanzi, racconti, commedie, articoli, gags, versi e fotografie», ossia tutte le pubblicazioni che accettano la collaborazione d'autori anche debuttanti e che appartengono' a tutti i tipi possibiii, dalle riviste letterarie sofisticate (magari chiamate Aleph, Prolog, Vagabond, Amanuensis) a quelle di neutroni, sport, gatti, medicina, motociclette, fiori,, spettacolo, infermiere. La meravigliosa praticità americana si rivela specialmente nella definizione di sé che ogni pubblicazione fornisce e nelle indicazioni, preferenze o divieti che elenca ad uso degli aspiranti collaboratori. Moltissime richiedono «storie che mettano in evidenza il trionfo dell'uomo su un mondo corrótto e meccanizzato». Alcune si confessano francamente specializzate e partigiane: «I racconti debbono essere a favore delle donne, i personaggi femminili debbono essere forti, a tutto tondo», esige Today's Viewpoint; «Vogliamo racconti con trama solida e positivi valori ebrei», chiede Hadassah Magatine; «Non siamo faziosi ma in generale conservatori, preferiamo i temi eroici e patriottici», precisa American Mercury; «Rifiutiamo poesie nelle quali figuri il termine "poesia"», taglia corto Aspen Anthology- Altre indicazioni tradiscono l'esasperazione verso soggetti troppo frequentati e ormai logori: «Non vogliamo, racconti su mogli che alla fine decidono di non andarsene di casa», «Niente manife^ stazioni, proteste, droga, oscenità, delitti, balli»; «Accettiamo ogni genere di soggetti, salvo il tema dell'amor di Dio; possiamo prendere in considerazione racconti su Dio esclusivamente se ne offrono una nuova dimensione rispettò all'umanità, alla cultura o alle arti». Le idiosincrasie non sono soltanto contenutista: «Allo stile Malanimi, Vidal o Bellow preferiamo narrativa nel genere Dickens, Thackeray o Dostoevskij».

Luoghi citati: Cincinnati, Roma