Cronaca di una crisi annunciata

Cronaca di una crisi annunciata LA VIGILIA DELLE DIMISSIONI DI SPADOLINI FRA CONFUSIONE E INCERTEZZA Cronaca di una crisi annunciata Evangelisti: «Crisi dì governo ne ho viste molte, ma una situazione come questa non c'è mai stata» - Quattro righe misteriose dopo il colloquio con Pertini - Sbandamento e malumori de: Spadolini una mossa a sorpresa? ROMA — li» mezzo alla confusione dì Montecitorio, nell'incertezza di voci e smentite. Franco Evangelisti scuote la testa: -Crisi di governo né ho viste molte, e a Palazzo Chigi ho vissuto anch'io per sei anni, a fianco di Andreotti. Ma dico la verità: una situazione confusa e indecifra,bile come questa, non c'era mai stata. Non ci capisco niente. Spadolini va oppure resta? Cade in Parlamento o in Consiglio dei ministri? Tenta di resistere, o spinge per andarsene? Non lo so. So però, per esperienza, che un presidente del Consiglio deve scegliere con grande cura 11 momento adatto per dimettersi, se si vuole sopravvivere ad ogni costo qualche giorno . in più, si rischia di sciupare un'immagine, che non sarà più utile per future esigenze». E' questo il primo ammonimento democristiano spedito a Spadolini in un mercoledì nervoso, che secondo tutti doveva essere il primo giorno della crisi e invece si rivela come l'ultima di queste giornate incerte di vigilia, piene di contraddizioni, di false notizie, di mezze verità. Alla Camera, il Transatlantico diventa il sismografo che registra tutto, in una giornata di grande eccitazione, con i leader assenti e lontani e con il campo invaso dai deputati impotenti, da mattina a sera a caccia di notizie, d'interpretazioni e di conferme. Le notizie arrivano attraverso le agenzie, che trasmettono prima di tutto la dichiarazione di Bettino Craxl all'uscita dall'incontro con Spadolini. Poche righe, un tono irritato, qualche puntualizzazione e una sostanziale conferma: la giornata sembra correre sui binari previsti, che porteranno alla crisi. Ma pochi minuti dopo le 13, mentre tutti attendono che dal Quirinale arrivi una conferma, sia pure indiretta, della crisi im-x minente, con la convocazione di rito del Coasiglio;dei ministri per le dimìssioni'àè* verno, arriva invece un comunicato ufficiale neutro, di cinque righe: Spadolini, dice il testo, ha riferito a Pertini sul viaggio negli Usa e sulla situazione politica che si è crea¬ Sfc^ x ta «durante la sua assenza dall'Italia». Cosa vogliono dire queste poche righe misteriose? A Montecitorio, i deputati si strappano di mano il flash di agenzia. I repubblicani, convinti dell'opportunità che il loro partito — Spadolini in testa — riprenda piena.libertà d'iniziativa, senza appiattirsi nelle mediazioni a cui è costretto il capo di un governo, restano presi in contropiede. Si chiedono che cosa è successo al Quirinale tra Pertini e Spadolini' e se l'incontrò ha determinato un cambiamento nella strategia decisa. La crisi è alle porte oppure no? Stupiti anche i democristiani. Martedì, De Mita aveva evitato di lasciarsi stringere nell'aut-aut di Spadolini ,(o il licenziamento dei due ministri, o le mie dimissioni), anche perché sapeva di poter contare su un'evoluzione prevedibile della situazione: no di Craxi al dlmlssionamento di Formica, immediate dimissioni di Spadolini, crisi di governo, incarico a un presidente democristiano. Adesso, il laconico comunicato dopo rincontro ài Quirinale agita le acque anche in casa de: e se fosse in preparazione qualche mossa non prevista, capace di cambiare volto alla partita? Tra la Camera e le sedi dei partiti s'intrecciano telefonate, confidenze, minacce e speranze. Incominciano a circolare le ipotesi più strane: «A questo punto niente è sicuro dice Rolando Picchioni, deputato de —. Può esserci il rimpasto, può esserci una pubblica ammenda per i due ministri, oppure, più probabilmente, può esserci il tentativo di Spadolini di prendere tempo, per far cadere il governo sulla, legge finanziaria... Ma intanto, tra supposizioni e illazioni, una domanda gira per la Camera. Perchè Spadolini non convoca il Consiglio dei ministri? La convocazione arriva alle 13,40: il governo si riunirà alle ,11 di o^gir giovedì. Un croni^tà'e^eitèl TrahsàtMmticcre legge la notizia a Marcora,. che allarga le braccia: «Vedremo». Ma subito nascono altri dubbi e altre domande. Se Spadolini pensa davvero di dimettersi, perché non ha riu¬ nito 1 ministri subito dopo rincontro con Pertini, come vuole la prassi? A cosa serve questa giornata misteriosa, che dilata a dismisura questa specie di collettiva «cronaca di una crisi annunciata,»? Si fanno dubbiosi anche i socialisti: «Perché Spadolini ha voluto prendersi queste venti- quattr'ore in più? E' un piccolo mistero», dice Valdo Spini, vicesegretario del psi. Qualche deputato, circondato da un grappolo di giornalisti, telefona al Quirinale per cercare notizie che non verranno, chiama Palazzo Chigi per cercare di capire. Anche il capogruppo de, Gerardo Bianco, s'informa. Poi spiega: «Spadolini ha voluto preparare gli emendamenti alla legge finanziarla, ha voluto verificare il tutto con i sindacati, per poter dire che 11 governo ha fatto per intero il suo dovere. Ma alla fine, purtroppo, questo sforzo sarà inutile, perché la crisi bloccherà tutto, la finanziaria e 11 resto». Incominciano ad affiorare i malumori de. «Spadolini contesta Andreatta perché ha debordato dalla linea economica del governo — sussurra Giovanni Galloni, direttore del Popolo —: ma quale linea, se il governo non ne ha mai avuta una?». «Si può anche sopravvivere con una vita stentata — aggiunge seccamente il vicesegretario de Roberto Mazzotta —. ma poi si paga tutto con una morte che pon provoca lacrime a nessuno», Amarezza, veleno, nervosismo e vendetta si scaricano nelle ultime ore della giornata, quando la crisi sembra di nuovo certa, a tutti. «La fermezza dimostrata due giorni fa sta scolorendo nell'incertezza», dice Pierluigi Romita, vicepresidente della Càmera. «Uri addio un po' troppo lungo», aggiunge Luciano Barca, su Rinascita. «La forza di Spadolini è nella sua straordinaria capacità recitativa, che ben si.adatta a un-Paese barocco come l'Italia — conclude Adolfo Sarti —. L'uscita di scena è un passaggio difficile, da preparare con cura. Secondo me, oggi, Spadolini non aveva ancora pronta una frase celebre di commiato Ezio Mauro ! Roma. Giovanni Spadolini lascia il Quirinale dopo i colloqui avuti ieri con il Presidente della Repubblica (Tclcfoto Ap)

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